io sono... non avrai altro dio...
Krzysztof è un professore universitario che, separato dalla moglie, si trova costretto a crescere il proprio figlio, Paweł, da solo.
Il padre è un grande appassionato di computer e pensa che tutta la vita possa essere descritta matematicamente attraverso l'uso del computer. Secondo lui, non esiste una dimensione trascendente della realtà: non esiste nessun Dio e quando si muore il cervello smette semplicemente di funzionare.
Alla visione atea del padre si contrappone la visione della zia, molto credente.
L'interesse per il figlio al mondo trascendente si scatena quando casualmente nota in strada un cane morto congelato, che lo porta a farsi domande sul senso della morte, su cosa essa sia. [fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Decalogo_1]
7 commenti:
Krzysztof è un professore universitario che, separato dalla moglie, si trova costretto a crescere il proprio figlio, Paweł, da solo.
Il padre è un grande appassionato di computer e pensa che tutta la vita possa essere descritta matematicamente attraverso l'uso del computer. Secondo lui, non esiste una dimensione trascendente della realtà: non esiste nessun Dio e quando si muore il cervello smette semplicemente di funzionare.
Alla visione atea del padre si contrappone la visione della zia, molto credente.
L'interesse per il figlio al mondo trascendente si scatena quando casualmente nota in strada un cane morto congelato, che lo porta a farsi domande sul senso della morte, su cosa essa sia.
Mentre il padre punta il discorso su come avviene la morte, la zia gli parla di una dimensione trascendente, che non può essere colta matematicamente (si ha un esempio di questo quando il bambino mostra alla zia un programma in grado di dire cosa sta facendo sua mamma in quel momento; alla zia, che ribatte che il programma non è in grado di dirgli ciò che la mamma sta sognando, il bambino risponde che è solo una questione di potenza del computer).
Un giorno il lago vicino a casa ghiaccia ed il bambino desidera andarci a pattinare. Il padre, allora, da bravo scienziato esegue una serie di calcoli al computer, che gli permettono di stabilire che il ghiaccio è in grado di reggere il suo peso. Per maggiore sicurezza esegue nuovamente i calcoli e va a verificarne l'esattezza con una prova empirica.
Accade però che il ghiaccio si rompe.
Il padre non lo sorvegliava (sicuro come era che il ghiaccio non si sarebbe rotto) e non sospetta di nulla nemmeno quando nota dei segnali premonitori (un'ambulanza che si dirige verso il lago, gli amici che non lo trovano, la lezione a cui è mancato, le persone che lo cercano per avvisarlo dell'accaduto). Comincerà a capire che non tutto è prevedibile quando il calamaio con cui stava scrivendo si rompe senza essere stato toccato. Decide quindi di andare a vedere cosa stava succedendo al lago, vede il buco nel ghiaccio ed i soccorritori ma stenta ancora a crederci (apprende che alcuni ragazzi stavano giocando nelle vicinanze e va a cercare suo figlio).
Il padre si arrende all'evidenza solo quando i soccorritori estraggono il corpo senza vita del bambino.
Dopo l'avvenimento il padre capisce che ci sono cose che non sono prevedibili matematicamente ma nonostante ciò si reca in una cappella dove per rabbia fa crollare un piccolo altare.
Ricorrente nel film è il tema del liquido (acqua, tè, inchiostro, ecc...).
Un simbolo significativo compare alla fine del film. L'altare su cui il padre stava pregando si rompe e le candele si rovesciano. La cera di una candela gocciola sugli occhi di una raffigurazione della Madonna. La Madonna sembra piangere ed indicare quindi l'idea di un Dio sensibile alle nostre sofferenze.
Il film si apre con la ripresa dell'"angelo" del Decalogo, o "testimone silenzioso", un personaggio che ricorrerà in ogni episodio, sempre rigorosamente muto. Interpretato da Artur Barciś, questo personaggio ha molte interpretazioni. Può essere un angelo che assiste alle sofferenze e tribolazioni umane, oppure Dio stesso che assiste muto alle vicende umane. Malgrado il personaggio sia sempre in un punto centrale della vicenda, il regista non ha mai fatto capire se prenda parte allo svolgersi di essa
COME SEMPRE...BELLISSIMO!
certo, un capolavoro di arte e di visione, un cinema riflessivo, capace di sdoppiare e ripetere le stesse scene diversificandole e rendendole univoche. il doppio di tutto.
Ah che strano! L'uomo che é sul bordo del lago, davanti ad un grande fuoco che lo riscalda... io l'ho interpretato cosi': una fonte di calore che il padre non ha inserito nei calcoli del computer, ed é quel calore che ha fatto cedere il ghiaccio...
Sono troppo scientifica forse, o l'autore ci ha lasciato la scelta di una o piu' interpretazioni?
si credo che hai ragione mio/a amico/a sarebbe bello che tu almeno lasciassi il nome così da discutere sul cinema ed altro
Per me Krzysztof Kieslowski è il più grande regista straniero degli ultimi tempi, paragonabile all'italiano e unico Federico Fellini.
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