cosa insegnare...

Parlare con i giovani e i giovanissimi è cosa ardua, il loro linguaggio, gli atteggiamenti, le considerazioni, le opinioni divergono nella sostanza e nelle caratteristiche, gli adulti questo lo devono capire e comprendere. Arginare un problema di natura amorosa, ad esempio, è cosa parziale, inadeguata e priva di riscontri oggettivi. Cosa ancora più ardua è parlare di politica, oggi neanche i grandi riescono a discutere serenamente e con imparzialità. Ma nella società esistono della prerogative incerte, delle condizioni generali, delle inusitate semplici convinzioni che hanno superato di gran lunga la morale adolescenziale.

Come insegnare ad un/a ragazzo/a l’informazione politica, la ricerca scientifica, il gioco del calcio, se non ci sono abbastanza precauzioni per l’uso? Come disinfettare la notizia e scorticare sotto le scoperte sensazionali o le innovazioni che salveranno il mondo? Certo in questa società “del sapere” un adolescente avrà ben chiaro le sue idee se vuole fare il corista di Ratisbona, oppure il giurista politicizzato, o la ministra delle pari opportunità. Un avvocato che difende i suoi assistiti a suon di leggi e decreti, ha dalla sua parte la legge, anche se poi quella stessa legge la modifica, la distorce, la cambia nel momento in qui non può più presentare appello; diventare volontario della protezione civile è un rischio visto gli andazzi e le marachelle.

Insegnare per chi votare è ancora più rischioso. I lavoro pubblici sono quasi tutti già assegnati, al nord il nepotismo e le bieche mazzette, al sud la mafia e l’illegalità dalla lunga data. Un giovane troverà sicuramente espressioni per le sue frasi troncate come in un sms o in una chatt. Gli insulti degli adulti in televisione, nelle radio, su internet. L’italiano scritto e parlato ha sempre giustificazioni, si può affermare e nello stesso momento smentire usando le stesse identiche parole. Cosa può apprendere un giovane o un giovanissimo? Se a scuola le ragazze hanno nella borsetta rossetti, specchietti, cipria, pettini e ogni cinque minuti vanno in bagno a guardarsi, se i ragazzi gelatinati con jeans di marca, scarpe firmate e occhiali a palla rasentano il ridicolo, è soprattutto vero che la nostra forma educativa imita le “paradossali” invenzioni dei nostri maestri: un tempo era l’ingegno, l’intelligenza, oggi è invece l’artificiosa esistenza parossistica.

Attenzione questo articolo è valido se e solo se chi lo legge ha già concluso un percorso di studi fatto di velini e velone, di satira esistenziale, di ascetismo agnostico e di neutralità psichica. Per i primi due termini assumo ogni responsabilità per gli altri credo che sia una questione di stile. È la domanda catartica dell’”essere o non essere”, oppure la medesima espressa in modo più arcaica: è nato prima l’uovo o la gallina? [+blogger]


10 commenti:

Anonimo ha detto...

argomento pericoloso

Roberta ha detto...

molto!!!

Valeria B. ha detto...

insegno da tanti anni in una scuola della periferia di Napoli. in questi luoghi dove il degrado e l'abbandono è constante, i giovani soffrono e subiscono queste realtà fatte di norme e consuetudini. la cosa più grave è che non c'è nessuna alternativa che lì avvicini un po' di più al mondo "reale". ecco perchè a volte la crescita è difficile e disarmonica.

Anonimo ha detto...

i giovani hanno perso la guida, non hanno più ideali né passioni. sono persi.

Pip ha detto...

ciao a tutti vi seguo sempre, i commenti poi mi fanno impazzire.

Anonimo ha detto...

ancora lì l'amianto, nessuno se ne frega, vengono solo per fare i fatti loro questi politici di cacca.

Leandra ha detto...

Onestamente, blogger,
é questo discorso dell'istruzione scolastica che si ripete e si ripete ....
"é nato prima l'uovo o la gallina?"
Io ho 30 anni e il problema dei giovani e dell'istruzione si poneva anche all'epoca, c'erano le ragazze che si guardavano ogni ora allo specchio,i ragazzi che si atteggiavano a macho men c'era "non é la rai" alla tv, c'erano i professori che volevano la lezione ripetuta a memoria ed il pappagallo migliore prendeva il voto piu' alto. C'erano professori e direttrici altezzosi e borghesi che ci colpevolizzavano per la nostra povertà di idee, ma potevamo essere noi colpevoli della povertà intellettuale che subivamo?
Non credo che si sia peggiorati, é solo un problema di percezione, di chi guarda le cose con piu' saggezza e con gli strumenti adatti per fare analisi, quegli stessi strumenti che non potevamo avere noi, quando eravamo studenti.
Il problema é che da sempre, l'istruzione é meno potente ed incisiva che i media.
Chomsky dice in un suo saggio " Se avessimo un vero e ottimo sistema di istruzione , nelle scuole si terrebbero corsi di autodifesa intellettuale".
Ma questi corsi non ci sono mai stati, né ci saranno, perché non si vogliono creare , e non si son mai voluti creare, individui capaci di pensare piu' del dovuto.

E poi soprattutto per Anonimo :
,la vecchia storia dei giovani che non hanno valori,non hanno guida, per favore, questa storia non me la ripetete piu'!Ma quando mai noi abbiamo avuto una guida valida??Io sono cresciuta negli anni 80' c'erano solo eroina, corruzione, rifiuti. Non credo che i giovani di oggi non abbiano passioni, non credo siano persi. In ogni caso non piu' di quanto lo eravamo noi...

Anonimo ha detto...

Ciò che mi sconvolge nei giovani (per constatarlo nel quotidiano, avendo una compagna, che insegna) è la mutazione del rapporto spavaldo con i propri docenti, a cui, per di più, capita di doversi difendere dagli attacchi di parte degli stessi genitori, che spesso non accettano la verità sui loro figli. Sconvolgenti anni '60! lucio r.

Anonimo ha detto...

mitica Lea!

+blogger ha detto...

infatti l'articolo parla della povertà del sapere, non mi riferisco agli alunni, ma all'organizzazione.