La terza Domenica alla Sanità. Sono trascorsi diversi anni da quando partecipai per la prima volta agli incontri della Terza domenica alla Sanità. Ciò che mi colpì fu constatare che, proprio di domenica, giornata in cui la maggior parte delle persone trascorre ore e ore a farsi stordire dal troppo cibo e imbalsamare dal calcio, un gruppo eterogeneo di persone si incontra per pregare e per poi trasformare questa preghiera in azione, in forza rinnovatrice. Dopo una vita trascorsa in una realtà dalla quale avevo percepito solo un malessere etico, quella prima volta alla Sanità fui sorpreso di ritrovarmi, e in parte rinascere, in questa piccola comunità di resistenza. Una realtà simile alle prime comunità cristiane che si opponevano a quel sistema ingiusto che Gesù aveva sfidato e condannato. Fin dalla prima volta ho percepito questa analogia con i vari gruppetti cristiani che duemila anni fa si organizzavano sulla scia di Gesù. Piccole comunità che veramente cercavano, tra le mille difficoltà, di essere Suoi testimoni, il che significava essere scomodi e quindi anche dei bersagli; l’antitesi dell’odierno atteggiamento curiale che ormai, da troppo tempo, sembra essersi trasformato in un comodo poggiapiedi per il potente di turno invece che voce critica. Del resto questi incontri alla Sanità sono la prova che esiste anche una chiesa altra, una chiesa fatta da uomini e donne straordinariamente accoglienti, sempre pronti ad elargire un sorriso o una parola di speranza e soprattutto esempio concreto di esistenze alternative. Non ero mai stato alla Sanità, neanche di passaggio. Iniziando a scendere mi venne in mente l’analogia che padre Alex aveva fatto con Korogocho: anche alla Sanità, come nella baraccopoli africana, occorre scendere in giù, in basso. Del resto è proprio dal basso che occorre che parta una forte richiesta di Giustizia, perché chi è già è in alto non ha alcun interesse al cambiamento. Proprio alla Sanità, ove quel costante sciame di motorini sembra ricorda delle pericolose api impazzite, ho conosciuto uomini e donne che mi hanno dato la certezza che un futuro altro è possibile, occorre impegnarsi per costruirlo. Del resto è proprio la speranza e l’impegno in una realtà alternativa che guida gli incontri della Terza domenica, senza di essa ne morirebbe lo spirito, lo spirito di Gesù che chiaramente si sente. A mio avviso sono proprio queste le prove che il mondo non è governato dal caos ma da una mente creativa che ci invita a diventare strumenti di giustizia, altrimenti non sarebbe possibile che proprio da un luogo cosi estremo, così apparentemente arido, possano sgorgare fonti così inesauribili. Penso a Rosario e al suo lavoro per i tossicodipendenti, penso all’extracomunitario Mauro che ha lasciato le larghe e comode strade di Roma per camminare con gli ultimi nei stretti e poco luminosi vicoli della Sanità. Penso al lavoro di un vero artista come il prof. Dalisi che invece di rivestirsi di arroganza come sovente fanno molti suoi colleghi, mette a disposizione di tanti giovani del quartiere il suo talento, la sua straordinaria semplicità che rendono uniche le sue opere. Penso alla cara Felicetta, alla sua capacità di darsi al prossimo, alla sua insostituibile vicinanza a padre Alex, all’iniziativa che porta avanti dell’euro al giorno che è ausilio concreto per alcune tra le più bisognose famiglie del quartiere. Io mi reputo un uomo in cammino e devo dire che se sono sulla strada giusta è grazie ai tanti volti che ho incontrato alla Terza Domenica che, con la loro testimonianza, mi hanno indicato la strada. Uomini e donne a volte anche non credenti, ma che partecipano a queste riunioni con trasporto e che, grazie al loro impegno per il cambiamento, diventano testimoni di Cristo più dei tanti che credono di esserlo solo perché la domenica vanno a messa. Questi incontri alla Sanità sembrano riecheggiare le sante parole di Gustavo Gutierrez quando sosteneva che prima viene l’impegno, la carità, il servizio e poi la teologia. Tutte queste straordinarie risorse che si incontrano alla Sanità sono guidate da quella grande anima che è padre Alex Zanotelli, che di sicuro è il grande catalizzatore delle tante energie positive che nascono in questi incontri mensili. Incontri che iniziano la mattina durante i quali si ascolta la Parola e poi, dopo riflessioni personali ci si confronta in piccoli gruppi. Il pranzo è un altro momento di gioia: si diventa compagni nel vero significato del termine che significa spezzare insieme il pane. Poi l’attualizzazione della Parola che rende vivo il significato del termine cristiano cioè vivere al fianco degli ultimi e far proprie battaglie di giustizia come quella sui rifiuti e a favore dell’acqua pubblica. La giornata termina con la coinvolgente messa di padre Alex in cui c’è spazio anche per ascoltare cosa è nato nel confronto dei gruppi. Quando la messa termina e con essa anche la giornata, si è talmente carichi di energia positiva che uscendo dal portone si comprende il vero significato del rione Sanità, ci si rende conto che il cuore di Dio pulsa in vicoli come questi e non nelle lussuose boulevard parigine o nelle scintillanti avenue americane. [Gianluca Ferrara]
3 commenti:
ALEX ZANOTELLI E' GRANDE E A LUI VANNO LE MIE BENEDIZIONI. CIAO, IPS
come si fa per partecipare alla terza domenica?
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