Ieri giravo in compagnia di mia madre e della sua sedia a rotelle cercando un po’ di refrigerio sul lungo mare di Napoli. Una volta se volevi attraversare il precorso e fermarti sulla punta del faro, a Mergellina, era una cosa piuttosto semplice, oggi è riservata solo ai proprietari dei Yachts: inglesi, arabi, napoletani che non vogliono essere scambiati per napoletani e uomini d’affari. Passando dall’altro lato, la distanza tra i signori innocui di panfili mozzafiato e gli altri, che hanno solo gli occhi per ammirare, crea quella differenza smorzata che stupisce l’anima dando origine ad una sorta di gioia e contemporaneamente invidia collettiva.
Chi giocava a bridge, chi sorseggiava champagne, tutti dall’altra parte sembravano felici, innocui, civili. Ho notato che non guardavano mai [noi] o se lo facevano non ne facevano accorgere. Chi passeggiava invece, come me e mia mamma, ah, scusate, c’erano anche mia moglie e una delle mie nipotine, erano affatturati da quel lusso che in realtà non dispiaceva.
Pensavo alla crisi economica e finanziaria che attraversa in questi giorni il nostro paese poi… mentre fantasticavo stu pensiero, s’era già fatt’quasi mezzanotte. Ritornando notavo una persona sola su uno dei tanti yachts fermati: uno stile straordinario, illuminazione soffusa ed elegante, lampade e luci azzurre cobalto, stile mogano e legno puro, tavolo in marmo, moquette…
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