il mattino

Non c’è affermazione più stupida di quella ipotizzata o solo sentita per caso. Se cerco una notizia e faccio tutto il possibile perché l’ipotesi di ricerca sia confermata, in sintesi sto adempiendo una profezia. È il caso di molti giornali napoletani e nazionali naturalmente. Ormai il gossip ha lasciato un vuoto incolmabile, la vendita e la carriera passano attraverso il sensazionalismo e la poca professionalità

Sono anni che nel rione Sanità si lavora come volontari interagendo con la popolazione, con chi non ce la fa più a subire ingiustizie, a vivere precariamente, a sopportare l’assenza totale delle istituzioni. Basta affermazioni come “Una bebygang chiede il pizzo”, oppure “il parco è nostro”, per sfasciare tutto e mettere in situazioni difficili anche gli stessi operatori sociali.

La situazioni interna è altra rispetto alle poche righe battute da un/a giornalista sprovveduto/a intento/a a pensare alla sua carriera. Il giornale “Il Mattino” farebbe bene a documentari seriamente prima di affermare assurdità, il direttore scenda in piazza sanità, si rimbocca le maniche, lavori costantemente come fanno tante persone che amano il rione.

Non è una denuncia vera e propria, guarda caso gli articoli parlano molto in generale, ma la consapevolezza di avere contribuito maggiormente ad inasprire gli animi a discapito di chi vive quotidianamente, di chi crede nell’onestà, negli uomini, nelle donne, negli anziani e nei bambini di questo quartiere. Un commento all’articolo de Il Mattino.it afferma: ”fujitavenne fu un urlo profetico... e chi resta è complice, non vittima!”. Ecco cosa creato! [+blogger]

5 commenti:

Leandra ha detto...

si bell'articolo , hai proprio ragione, si leggono cosi' tante banalità in tutti i giornali, veramente non se ne puo' piu'! Questo post dovresti mandarlo sotto fora di lettera ai giornalisti in questione. Magari invitandoli a fare un giro nel quartiere veramente."Chi resta é complice"... ma chi l'ha scritto? Questa gente dovrebbe essere linciata intellettualmente.

Anonimo ha detto...

Si ragazzi sono d'accordo con voi perchè non ci facciamo sentire con una bella lettera facendoci dire il nome di questo imbecille che scrive queste stronzate,non solo noi ci viviamo da una vita cercando anche di cambiare nel nostro piccolo le cose ma veniamo anche accusati di essere complici?Facciamoci dire invece da questo signore cosa dovremmo fare visto che è così bravo nel dire quelle stro...che ci dica anche dove dovremmo andare?e lui come giornalista dove DEVE ANDARE?....DECIDA LUI.....Tanti saluti ragà Susi.

Fry ha detto...

Devono sempre scrivere cose che servono per vendere i giornali e fare rumore. MA che c... non se ne può più

Anonimo ha detto...

Come se si divertissero a parlare sempre male del nostro quartiere, più definsci gli altri ladri più tu ti senti onesto e nell'onstà anche il diritto di rubere una sola volta, che costa una sola, ripetto a te che hai rubato mille volte, che sarà mai che io "scarfigno" una sola vota? E' pure giustificato che io dopo tutto possa fare questo, mica sono un santo. E il capro espiatorio è sempre lo stssso.

Unknown ha detto...

Ciao,
vi scrivo dal profondo nord, dove sono emigrato dopo 3 bellissimi anni alla Sanità.
Effettivamente i media danno un'immagine di Napoli a senso unico: munnezza, sparatorie... e alcune persone pensano a Napoli quasi solo come a un posto pericoloso e sporco.
Non che non lo sia, per certi versi: in particolare le nostre nefandezze sono più visibili, ma anche al nord non mancano, benchè siano più nascoste.
Dei nordici che ho incontrato, solo chi ci è stato di persona a Napoli per un po' di tempo ha potuto approfondire senza mediazioni e parla delle bellezze e della vivacità che ha incontrato e che spesso gli è rimasta dentro.
Ad esempio c'è un signore del mercatino dell'usato che appena mi vede scoppia in divertenti e surreali racconti napoletani coinvolgendo tutti con la sua allegria...d'altronde il mercatino qui è uno dei luoghi più multietnici e di incontro tra vecchi e nuovi abitanti.

Io credo che i media sono condizionati non solo dall'alto, ma soprattutto dalla sensibilità dei singoli giornalisti: alcuni riescono ad approfondire, a entrare in empatia con persone e situazioni che devono raccontare, altri forse si fanno guidare dal pregiudizio. Perchè magari sono loro stessi persone aride? Perche forse fa più notizia uno sparo di quattro cammorristielli senza vita che la brulicante, difficile ma anche allegra vita quotidiana di chi abita il rione, di chi ci campa con pochi soldi, di chi porta avanti belle iniziative...?

Comunque mi piace citare un esempio di giornalismo "empatico" che preferisco: Napoli Monitor, un gruppo di giovani che raccontano storie dalla città in modo profondo e mai banale.
A presto! Simone