terremoto 80

Mercoledì sera intorno alle 23,30 radiorai3 trasmetteva un bellissimo documentario sul terremoto del 1980 che colpì la Campania e altri centri limitrofi. Le interviste erano soprattutto fatte a Napoletani che in quegli anni vivevano una condizione tragica e paradossale. Dopo la grande paura tutti incominciarono a fare e a disfare, oltre alla confluita solidarietà, s’intromise anche la speculazione e l’abuso edilizio. Speculare era (ed è) un fatto italiano e, come direbbe Marcel Mauss, un “fatto sociale totale”. Nelle interviste alcune persone si ricordavano che Napoli, in quegli anni, era diventata “povre e fierr” (polvere e ferro); chi aveva occupato una scuola alla via Posillipo aveva avuto la casa ristrutturata in pochi mesi e chi invece l’aveva fatto al rione Sanità aveva aspettato più di 10 anni. I containers a San Gennaro dei Poveri rimasero per circa 15 anni, alcuni fino a poco tempo fa, mentre alla raccolta dell’olio e del formaggio partecipavano molte persone benestanti. In quegli anni le attività scolastiche soprattutto elementari e medie si fermarono completamente, molti ragazzi e ragazze venivano promossi, causa terremoto, con il 6 politico e i programmi non venivano seguiti né finiti. Insomma, si può dire che la casse dirigente campana si era formata attraverso la mancanza d’istruzione che finiva (e ha finito) per diventare mancanza di professionalità e competenza.
Attualmente noi stiamo subendo queste carenze, carenze fatte di persone che non sanno scrivere bene l’italiano, magari eccellono con l’inglese e il francese, ma la distinzione tra sintassi e regole grammaticali, quella proprio non ha ragione d’essere. Molti studenti copiano da internet la tesi di laurea, un copia e incolla qui, un altro lì, ed è fatta la ricerca “scientifica”. Molti sopravvalutano la loro cognizione, scrivendo un curriculum zeppo di palle come, sono uno scienziato, con tre lauree, master, ricercatore, opinionista, giornalista, esistenzialista, verista e anche un po’ farmacista. Insomma, si è sempre un po’ più competenti degli altri, poi ci tocca ascoltare “strafalcioni linguistici” da gente che guadagna milioni di euro in tv o assurdi comizi fatti di rivendicazioni mitiche che inneggiano culture inesistenti.
In somma la nostra classe politica e dirigenziale rispecchia quasi appieno carenze dovute al terremoto dell’80, e non solo; migliaia di posti strategici e di responsabilità sono occupati da altrettante migliaia d’incapaci inconsapevoli del male che recano a noi e alle loro famiglie. Un esempio su tutti può illustrare con spietata lucidità il degrado culturale del nostro paese: da quando hanno “liberalizzato” i contratti di lavoro, contratti diventati ingestibili e con leggi non applicabili, come il contratto a progetto, quello ad aria, ad acqua, a gas, e a prestazione (bellissima quest’ultima definizione, sembra fatto a posta per la puttana o il puttano di turno), queste nuove forme di lavoro hanno distrutto totalmente l’economia; in Italia, in passato, i giovani si dovevano occupare dei “vecchi”, oggi è esattamene il contrario, se non ci fossero i “vecchi” genitori, i giovani soccomberebbero dietro un lavoro ad intermittenza, fatto di magne stasera c’ rimano Dio c’pensa (Oggi mangi domani invece Dio ti aiuta). È un paradosso a luci alterne, i brogli del terremoto, sisma naturale ed imprevedibile, hanno causato una crisi costruita e razionale, fatta di posti di lavoro a raccomandazione, scritti nel libro paga dei contribuenti e gestiti da camorristi e affaristi di prim’ordine. Lo spettacolo ha stravolto le regole dell’immagine attraverso il film di Rosi, “le Mani sulla Città”, che ha delucidato inequivocabilmente che la pezza di formaggio reggiano era puntualmente grattugiata anche dal più ricco napoletano in crisi di astinenza e dedito, anima e corpo, a padre Pio da Pietrelcina. [+blogger]

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Mio caro Antonio, non è tutta solo ignoranza. Ti racconto: ieri notte mia madre, 91anni, è caduta fratturandosi il femore. Ovviamente vengo chiamato da mia sorella per primo e constato la lesione. Chiamo il 118, puntuale e impreparato o forse, data l'ora notturna, leggermente "scansafatica". Tieni conto che il trasporto di un fratturato ( anche il collega del 118, aveva convenuto con la diagnosi) avviene dopo immobilizzazione. Invece il trasporto avviene in sacco!( più facile, date le scale e l'ascensore incontinente) Con dolori conseguenti, in quanto i frammenti si muovono e possono recidere le arterie. Cardarelli...ortopedia..mia madre dovrà attendere per essere operata, dato le feste e il lavoro del primario, a gennaio. Mi sorprendo e con quella mentalità camorristica che ho acquisito e che tu mi hai censurato, cerco di arrivare sul prof. per altra via. "La opero domani: 5000 euro e 500 al di per la clinica privata. ( come vedi anch'io ora sono omertoso per la salute di mia madre). E ovvio che mi sono buttato su altre amicizie e stamane alle 7 mamma è passata dal Cardarelli al Policlinico.Viva l'amicizia! A che servono i vari discorsi di "PULIZIA" SIA A DESTRA CHE A SINISTRA, se tutto ciò continua, da quando ero studente in medicina. La morale chi la insegna? A chi tocca? I genitori, la scuola, la Chiesa, la VITA? semplicemente nauseato.. tuo lucio.

MARIO ha detto...

bhè io sono pienamente d'accordo con Antonio il Blogger, ci tramandano una mentalità vecchia assurdi "socialismi" di una classe omertosa e prima di scrupoli. per il resto il ferro a napoli c'è ancora.

Leanyse ha detto...

Samo talmente abituati che ci sembra anche ridicolo chiedere cio' che ci spetta di diritto. Che significa che il primario non c'è perchè è Natale??? Le prestazioni del SSN DEVONO essere erogate, com'è possibile rimadare un'operazione per frattura del femore a due tre settimane dopo il trauma!!! Il responsabile sanitario deve essere denunciato!!!!!Se non riesce ad assicurare la permanenza di un servizio deve cambiare mestiere perchè significa che un incapace sopratutto se non sa gestire la mancanza di effettivi. Questi fatti devono essere denunciati!! Ci dovrebbero essere delle qssociazioni che tutelano legalmente i cittadini da questo tipo di abusi!!

Anonimo ha detto...

IN ITALIA TUTTI PRENDONO IN GIRO TUTTI.

Anonimo ha detto...

Le accuse di De Mita al progetto di legge del governo. Il nodo delle imprese coinvolte in Tangentopoli Irpinia, l'ultima beffa del dopo - terremoto: la "sanatoria" premia solo Napoli NAPOLI - Riappare di tanto in tanto come un fantasma e torna, ogni volta, ad attizzare vecchie scintille. Va avanti, infatti, ormai da 16 anni la polemica fra Napoli e l'Irpinia sull'assegnazione dei fondi stanziati per il dopo terremoto. L'ultimo atto e' stato scritto un paio di giorni fa, durante l'assemblea del gruppo parlamentare dei Popolari, e porta in calce la firma di Ciriaco De Mita. L'ex segretario della Democrazia cristiana ha sferrato un attacco durissimo contro il disegno di legge presentato dal governo per sanare, almeno in parte, il contenzioso tra le imprese della ricostruzione e gli enti locali. Ebbene, cos'e' che De Mita fatica a digerire? Semplice: il fatto che nel progetto si parli soltanto di Napoli dove, secondo l'ex presidente del Consiglio, "il terremoto non c'e' stato e le irregolarita' si". Neppure una parola sull'Irpinia, dove il sisma del 23 novembre '80 rase al suolo interi paesi, mietendo circa 3500 vittime. La storia comincio' pochi mesi dopo la tragedia, quando fu approvata la legge 219 destinata a regolare l'opera di ricostruzione. Nella normativa fu inserito un capitolo, il cosiddetto "titolo ottavo", che separava i fondi stanziati per Napoli (edilizia privata e, soprattutto, grandi infrastrutture) da quelli destinati alle zone interne (Irpinia compresa). Buona parte delle grandi infrastrutture, pero', non e' mai stata ultimata. E, come se non bastasse, quei lavori sono stati poi l'epicentro della Tangentopoli vesuviana. Il disegno di legge, messo a punto dal governo in queste settimane, mira proprio a sanare il contenzioso economico tra le imprese e gli enti locali: le ditte, in cambio, dovrebbero garantire il completamento delle opere. Ma cio' dovrebbe avvenire soltanto a Napoli. E questo manda De Mita su tutte le furie. Anche perche', sottolinea l'ex leader democristiano, cosi' verrebbero premiate le aziende che hanno pagato tangenti per gli appalti. "Nella sostanza, oggi De Mita ha ragione - commenta Alberta De Simone, deputata dell'Ulivo e figura di spicco del Pds avellinese -. Peccato, pero', che all'epoca furono proprio i suoi amici di partito a combinare il pasticcio del "titolo ottavo". L'Irpinia, e tutte le altre zone colpite dal terremoto devono avere la stessa opportunita' concessa a Napoli. E per questo ho gia' chiesto al mio gruppo di emendare in tal senso il disegno di legge. Va inoltre sottolineato che i 450 miliardi indicati come "tetto massimo" per la sanatoria sono fondi gia' assegnati al Comune di Napoli prima del '92, ma non piu' spendibili perche' nel frattempo la legge 219 e' stata sostituita dalla numero 32". De Mita, pero', sostiene che in questo modo verranno favorite le imprese coinvolte in Tangentopoli, che riceveranno un "premio" dallo Stato. "Mi auguro che non sia cosi' - replica Alberta De Simone - anzi mi battero' affinche' cio' non accada. De Mita, pero', farebbe bene a seguire i provvedimenti legislastivi sin dall'inizio invece di accorgersene soltanto quando arrivano in aula". D'Errico Enzo
http://www2.forum.rai.it/lofiversion/index.php/t252127.html

Anonimo ha detto...

Dimenticavo di dirvi che al II Policlinico mamma sarà operata lunedi prossimo ed è stata, nel frattempo, per la prima volta correttamente immobilizzata, come previsto dai protocolli internazionali...(anche se c'è lo zampino dell'amicizia!) Un saluto a tutti. PS devo citare la presenza di due infermieri, miei pazienti della Sanità, amorevolissimi quanto mai nel loro lavoro.

Anonimo ha detto...

CIAO DA ROMA, VI SEGUO GRAZIE A MAURO.

Anonimo ha detto...

ROBERTA