una bella doccia

Quanto costa in termini ambientali una bella doccia calda? Secondo uno studio del 1999 della Water research foundation, il consumo di acqua di un’abitazione dipende per il 27 per cento dallo sciacquone, per il 22 per cento dalla lavatrice e per il 17 per cento dalla doccia. La quantità esatta dipende dalle abitudini di ciascuno, ma difficilmente si scende sotto il centinaio di litri che, secondo la Alliance for water efficiency, è il minimo per una doccia di cinque minuti. Se si usa un rompigetto, il tempo sotto l’acqua può più che raddoppiare a parità di volume idrico impiegato, raggiungendo i 12 minuti. D’inverno si usa un po’ più d’acqua, perché di solito la si lascia scorrere finché non raggiunge la temperatura giusta. In realtà, l’acqua che esce dai rubinetti è solo una minima parte di quella consumata da un americano medio (oltre 6.800 litri). La maggior parte va nella produzione di beni. Per produrre una lattina di cola, per esempio, servono 125 litri d’acqua. Per calcolare l’impronta ambientale di una doccia bisogna aggiungere il consumo di energia. L’acqua calda rappresenta un quarto dei consumi energetici di un’abitazione, e le docce consumano il 37 per cento dell’acqua calda domestica. Quanta energia venga consumata dipende anche dal termostato del boiler. Bisogna poi considerare che serve energia anche per le operazioni di raccolta e potabilizzazione, e poi di depurazione e scarico. Come comportarsi? Fare la doccia solo se serve, scrive Slate, e farla breve. Installare un rompigetto e controllare l’efficienza della caldaia. [Internazionale 821]


5 commenti:

Abu Abbas ha detto...

Articolo tradotto da me, la fonte è bbc world. titolo originale : Water shortages forge huge market. Di seguito:

Il caldo brucia mentre la giovane donna bussa al finestrino del taxi, anche se invece di chiedere denaro, indica la mia bottiglia d’acqua, e fa segno di voler bere.In Una città dove l’acqua potabile è diventata un bene ad appannaggio del miglior offerente, i poveri spesso devono farne a meno.Del resto chi ha soldi può facilmente procurarsela. Nei quartieri ricchi di Mumbai, vedere grandi autocisterne che consegnano acqua è un fatto normale.Ogni giorno più di 5.000 camion cisterne consegnano circa 50 milioni di litri d’acqua per chi se lo può permettere, come riportato, secondo fonti non ufficiali, dal quotidiano Mumbai Mirror.
Scarsità d’acqua
Anche se i ricchi facessero a meno di questa fornitura, non ci sarebbe comunque acqua sufficiente per tutti. La municipalizzata di Mumbai (BMC) fornisce 90 litri di acqua al giorno ai suoi residenti. Molto meno dei 135 litri d’acqua che l’OMS afferma essere il minimo richiesto per le esigenze primarie .Infatti a Mumbai cresce la rabbia per la scarsità d’acqua. Il mese scorso un Ingegnere della società idrica comunale (BMC) è stato aggredito da alcuni attivisti. Nel fine settimana, un uomo è morto durante gli scontri fra polizia e manifestanti che chiedevano adeguato accesso all’acqua per i disabili.
Questione globale
La scarsità d’accesso all’acqua potabile è senza dubbio una questione non circoscritta alle grandi città indiane. Nelle città di Bhopal , nell’India centrale, la gente che vive negli “slums”, beve acqua freatica contaminata da veleni industriali. I bambini che vivono negli slums giocano fra discariche e torrenti di rifiuti inquinati che passano di lì. Se diamo uno sguardo all’india rurale , tre quarti della popolazione non ha accesso ad acqua incontaminata. Il problema si aggrava con l’aumento demografico. La richiesta d’acqua in India, secondo gli esperti della McKinsey, è raddoppiata negli ultimi vent’anni. La domanda di riso, grano e zucchero è aumentata nell’agricoltura Indiana, avvertono gli esperti. Il problema è grave non solo in India, ma anche in Cina, in Sudafrica e nello stato di San Paolo in Brasile. Per il 2030, queste quattro aree utilizzeranno i due quinti delle risorse idriche mondiali, ciò è dovuto in larga parte all’aumento della produzione di riso per cui la richiesta d’acqua aumenterà del 40% rispetto a quella attuale, afferma McKinsey.
Mercato Enorme
Molti in india sono in attesa della soluzione proposta dall’industriale Ratan Tata. Grosse speranze sono nate dalla proposta di “Tata Group” di un nuovo depuratore domestico capace di porre un freno alle malattie causate dall’uso di acqua contaminata, come il colera, il tifo o la diarrea. L’acquisto sarà pari a mille rupie (circa 21,5 dollari), la metà di quello prodotto attualmente dalla Hindustan Unilever. Il direttore responsabile della Tata Chemicals' sostiene con certezza che il suo depuratore è unico e “non può competere con nessun altro prodotto simile”. Afferma inoltre che questo permetterà “l’apertura completa di un nuovo mercato” – sicuramente enorme e in crescita. Anche se l’accesso all’acqua potabile e non inquinata sia un grosso problema in India, in realtà si tratta di una questione globale che riguarda oltre un miliardo di persone, secondo l’OMS. “In gran parte dei casi… l’attuale crisi idrica non è una questione di scarsità, ma di accesso” afferma l’OMS.
By Jorn Madslien
Business reporter, BBC News, Mumbai

Anonimo ha detto...

pensate che per fare un paio di scarpte di pelle ci voglio migiaia di litri d'acqua. appena ritrovo un libro che ho letto un po' di tempo fa vi daro' alcune informazioni devastanti il consuno indiscrimitano di acqua. Alex

Anonimo ha detto...

oggi nessuno sa più niente, i pubblico si confonde con il privato a discapito della gente... gli speculatori che su ogni cosa lucrano, venderebbero anche le proprie mogli e i propri figli in cambio di denaro. mentre noi salviamo le banche che sprecano denaro per arricchire un singolo noi siamo costretti a mantenere quel poco che abbiamo lo dobbiamo dividere e saziarci.

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

in questo periodo i "grandi" della terra stanno decidendo sul clima, l'ambiente e le sue caratteristiche. a noi non ci è dato sapere nulla. dicono che vogliono ridurre le immissione di gas inquinanti del 30% ma in effetti nessun paese rispetta queste leggi. l'acqua è un bene di tutti. l'aria, la terra. ma c'è chi ci impone dazi per respirare e per mangiare. immaginate un'immonda catastrofe. tutti nudi per le strade, risucchiate la ricchezza e tutto il lusso. nudi così vicini gli uni agli altri ci confonderemo come vermi e formiche. il papa non sarebbe più papa, berlusconi non sarebbe più berlusconi, i divi della televisione senza televisione sarebbero normali esseri che andrebbero a caccia di giornalisti per una foto. invece non siamo tutti uguali.