imposizioni politiche

Insieme, esautorando le Istituzioni, i governanti, gli amministratori. Troppe le differenze tra la dignità e la finzione. Vorrei votare, riscattare la mia precarietà, la mia inoccupazione, la mia solitudine politica. Invece non mi è concesso, la legge elettorale m’impone di votare altri, non mi è dato scegliere, ma le imposizioni non mi sono mai piaciute. Le possibilità non hanno ragione d’essere, la verità è sempre altra, è sempre la mia, non è mai degli altri. Brutte e assurde generalizzazioni buone solo a dividere.

Ho lasciato la scuola d’obbligo a 11 anni, per poi riprenderla a 20, la serale. Terza Media con la sufficienza, diploma sempre serale per lavoratori, 5 anni meravigliosi e 54 su 60. Quattro anni e mezzo di sociologia, vecchio ordinamento, 100, bingo… ho fatto tredici al totocalcio si fa per dire. A vent’anni non azzeccavo due parole d’Italiano correttamente, mettevo la “a” al posto delle “ha” e viceversa con la “e” e la “è”. Prima degli studi: il barista, il tappezziere, il venditore di sigarette, l’idraulico, il calzolaio, il macellaio, l’operaio, il cameriere. Durante gli studi: in un bup, la guida turistica, il pubblicista, il libraio, il filmaker. Dopo gli studi: il ricercatore, il filmaker, il pubblicista, la guida turistica, in un bup, il cameriere, l’operaio, il macellaio, il calzolaio, l’idraulico, il venditore di sigarette, il tappezziere, il barista.

Un percorso a ritroso, come la nostra società, la nostra politica, la volontà di non votare. 1milione e 200milalire il salario di mio padre 20 anni fa, 600 euro il mensile di un precario oggi. E’ l’inverso che primeggia, è la vita e il contrario della vita, è il tutto come l’esatto opposto, è la voglia di farcela contro la disillusione. Per chi voto oggi? Non voto. Anche se mi sforzo di essere capito, anche se gli altri si arrabbiano senza spiegare il perché, vorrei poter scegliere liberamente, esprimere la mia forza attraverso ciò che mi rappresenta realmente. La forza di chi si “arrangia” e viene etichettato come camorrista, la forza di chi vive in un rione stereotipato, ghettizzato per la sua bellezza e le sue possibilità.

Niente, nessuno mi affascina, senza voler fare la vittima, e sì parlo proprio di fascino, quello che manca alla nostra politica; il fascino del dialogo, della praticità, dell’efficienza, del linguaggio popolare. Tecnicamente non significa nulla, ma aver fiducia negli altri, nel dialogo, nella comprensione è la cosa più bella che una persona possa mai considerare. [+blogger]  

4 commenti:

Anonimo ha detto...

quasi - 8% i non voltanti rispetto al 2008

Falvio ha detto...

Tu che non sei andato a votare, sei felice adesso, sicuramente, quello che hai visto sei solo tu e chi non si è recato alle urne. Complimenti!

Falvio ha detto...

Tu che non sei andato a votare, sei felice adesso, sicuramente, quello che ha vinto sei solo tu e chi non si è recato alle urne. Complimenti!

Anonimo ha detto...

anche io vorrei poter tornare a votare con il "cuore", vedere qualcuno che susciti in noi italiani l'entusiasmo di credere in una persona e in un programma. Purtroppo anche quest'anno mi sono astenuta...