san gennaro, parco popolare

Ho letto le linee programmatiche dell’attuale presidente della nostra municipalità. Condivisibili o meno, (pareri personali), c’è un punto da chiarire se non è stato già fatto. Intendo spiegare una frase che se estrapolata dal suo contenuto ha una forte accezione “negativa”. Ritengo inoltre necessario farlo perché la comunicazione, in qualsiasi modo essa venga fatta, ha la pretesa di essere esaustiva: l’italiano è una lingua che si presta a molte spiegazioni, anche se la sua sintassi e grammatica sono inequivocabili. I giornalisti e i politici ne sanno qualcosa. Ho letto dal documento di Ivo Poggiani che “Un esempio su tutti: il Parco San Gennaro. Attualmente versa in condizioni di forti criticità…”. Naturalmente c’è tutta una spiegazione di come utilizzarlo e di come le istituzioni possano collaborare con i cittadini per la sua gestione. 

Se per criticità s’intende “abbandono”, allora mi chiedo perché non sono stati citati anche il parco di piazza Cavour, quello del Poggio ai Colli Aminei e soprattutto quello delle Fontanelle? D’altronde il parco san Gennaro non è per niente abbandonato visto che i giochi sono stati ripristinati, c’è un campetto di erba sintetica, c’è una buona illuminazione e gli alberi e le piante sono tenuti abbastanza bene. Il parco san Gennaro è uno dei primi, se non il primo, esempio in Italia di riappropriazione della cosa pubblica da parte dei cittadini che, nel 2008, l’hanno aperto, pulito, gestito, organizzato. In seguito si è formato un comitato che ha continuamente dialogato con il Comune. (Un’altra cosa estremamente importante: il parco non è municipale ma comunale). Questi esempi, grazie ad una forte sinergia tra popolazione e istituzioni, si sono basati sul confronto e sulla diversità di opinioni creando un nuovo modo di “dialogare”, un modo differente che è stato oggetto di un documentario sul quartiere Sanità dal titolo “I Moti Spontanei” (guarda una parte del film su YouTube o sulla WebTv del blog). 

Ancora adesso semplici cittadini si riuniscono per contribuire alla manutenzione del parco, la Rete Sanità ha seguito, e continua a farlo, le fasi della gestione con proposte e iniziative; una su tutte, il carnevale che si organizza ogni anno e che si conclude proprio nel verde di piazza san Gennaro. Quello che diversi anni fa è stato fatto nel rione con il parco è stato poi ripetuto con l’occupazione e la riapertura dell’ossario delle Fontanelle. In questi casi non si è mai presentato un chicchessia che ha rivendicato la paternità “dell’operazione”. Credo che solo in questo modo si può agire per innescare un circuito virtuoso. Non esiste un eroe che prende per mano le persone e le conduce per la diritta via. [+blogger / mauro migliazza]

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Esempio da seguire anche se bisognerebbe proteggerlo un po' più Antonio

Trac ha detto...

ho letto anche io le dichiarazione dnel documento che viene citato, quello della presidente uscente era quasi simile, intento nella sua generalità . questa sarà un'altra buona occasione per voltare definitivamente?

Anonimo ha detto...

Ma come ci siamo ammazzati per risolvere i problemi del parco che le istituzioni non hanno mai fatto, abbiamo fatto riunioni, abbiamo tolto tempo alle nostre famiglie poi questo arriva tomo tomo e spara a zero sul nostro lavoro. volevo ricordare al presidente che a noi nessuno ci ha pagati, lui invece prende i gettoni di presenta.