il nostro neorealismo

Stiamo girando un nuovo film, cerchiamo storie “spezzate”, vissute nell’ombra, storie di persone che hanno visto tradire le loro attese, le loro speranze, la loro vita. Come sempre non abbiamo una produzione, né privati finanziatori. Saremo disposti ad ascoltare un operaio che si è visto negare la pensione e il tfr, una donna che ha problemi psichici per amore del figlio malato di mente, un uomo che vorrebbe riscattare la sua vita ma non può perché è un ex carcerato, una donna che ha deciso di “buttare” la sua dignità “solo perché se lo può permettere”, parlare di omosessualità con chi ha paura di mostrarsi, di farsi accettare e a accettarsi.

Non siamo sicuri che le scene ci daranno il risultato che ci aspettiamo, anche perché è sempre meglio che qualcosa si “rompi” nel progetto finale o mentre registriamo. La tecnica è questa, ascoltare mentre riprendiamo, riascoltare e se ce ne bisogno smontare anche la tesi di partenza per far passare quella del “protagonista”. Raccontare il vero, senza fronzoli né ipotesi forzate.

Non siamo soli ma la realtà la viviamo condizionati, il lavoro ci fa decidere, creare, modificare, progettare. L’uomo dovrebbe prima pensare al piacere e poi al dovere, oggi una massima del genere è deprecabile. Anatema su chi non lavora più di 8 ore al giorno, il tempo libero è schiacciato dalla disoccupazione, un malato mentale può far ridere, una donna che tradisce è una puttana, un omosessuale è un pederasta, vivere non ha più senso, si deve fare per gli altri, sacrificarsi per non essere chiamato peccatore. Questa è parte di un retaggio culturale costruito per giustificare e legittimare.

Importante affermare che non si intende condannare tutti gli uomini, questa sarebbe un offesa a chi si prodiga per gli altri, a chi sacrifica la propria esistenza per il bene e per amore altrui. In alcune interviste rilasciateci un padre sceglie di vivere malato nell’ombra per amore di un figlio tradito dalla vita, una donna “riscatta” il suo matrimonio fuggendo con i suoi due bambini, un ex-prete decide di vivere una storia d’amore ma per continuare non può “spogliarsi” della promessa fatta.

Se avete voglia di aiutarci scriveteci, dateci una mano per raccontare il nostro neorealismo vissuto nell’ombra, come le madri di placa de mayo che dopo 30 anni hanno capito che parlare, mettere in chiaro, denunciare è l’unica sola occasione di “liberazione”, le donne non avranno più i loro figli, i loro mariti, ma non smettono di scendere in piazza ogni giovedì e di girare, girare, girare… [+blogger]


10 commenti:

Anonimo ha detto...

COME SOLITO GUARDO LA PARTITA DEL NAPOLI, NEL INTERVALLO LEGGO IL POST. BELLO, IN BOCCA AL LUPO. SPERIAMO CHE IL NAPOLI VINCA. CIAO

Anonimo ha detto...

GRANDE NAPOLI NEL FINALE. UN SALUTO ANCORA A TUTTI E BUON FINE DOMENICA.

Anonimo ha detto...

incominciano a camminare i soliti politici del C per il quartiere. oggi si sono fermati, hannop distibuito volantino e promesso fatti. sono andati dentro a i engozi a parlare con i commercianti, ma come sono buoni adesso. li vedremo tutti ma proprio tutti. andate a fan cu...

Anonimo ha detto...

La Seconda Guerra Mondiale e la conseguente lotta antifascista sono gli eventi storici che fanno da sfondo ad un nuovo profondo rivolgimento culturale e letterario. Come mai prima d'ora, il nesso con la realtà socio-politica è direttamente determinante anche nell'elaborazione della nuova poetica.

In Italia, nell'immediato secondo dopoguerra, si fa vivissimo negli intellettuali il bisogno di un impegno concreto nella realtà politica e sociale del paese. L'antifascismo represso prima, e poi l'adesione ai moti di rivolta popolare determinano in molti scrittori l'esigenza di considerare la letteratura come una manifestazione e uno strumento del proprio impegno.

Questo diffuso bisogno di impegno concreto nel reale da origine a romanzi ispirati alla Resistenza e ad importanti dibattiti che hanno per tema il ruolo e i doveri degli intellettuali nella società, il passato rapporto degli intellettuali col fascismo e quello attuale col Partito Comunista Italiano. Molto rilevante è la posizione acquisita dalle riviste, tra cui primeggiava Il Politecnico di Elio Vittorini.

In questi stessi anni si diffonde la conoscenza del pensiero gramsciano, che esercita un influsso considerevole sull'elaborazione letteraria del secondo dopoguerra, attraverso la sua riflessione sul ruolo degli intellettuali nella storia italiana, la sua proposta di una letteratura nazional-popolare in cui la tradizionale separatezza tra intellettuali e popolo finalmente si annulli.

Anonimo ha detto...

il cinema neorealista ha insegnato al mondo come si fa un film, come si costruisce una sceneggiatura, come si interrpeta uno, al massimo due ruoli. Quelle esrpessioni, quegli sguardi, nel film ladri di biciclette... embrematico la figura, la sua armonia, l'accordo con la telecamera le inquadrature. unico e ripetibile. un mistero per il mercato del cinema odierno. "un camorrista perbene" è uno skifo di natura cinematografica, un obrobbio senza tempo...

F. R. ha detto...

certo che se in Italia non si produce niente di buono, tranne qualche eccezione, è perché da anni gli italiani non "fanno" nulla di buono. il neorealismo era raccontato perché era vero, oggi i film che hanno successo sono quelli d'amore stupidi e di bassa levatura. questa è la realtà e se non cambia è normale che non cambia neanche il cinema.

Anonimo ha detto...

Chi nasce e vive in un contesto di disagio è un soggetto a rischio di futura privazione di libertà.
Forse “’o capo guaglione” è il giardino segreto di Bambenella. Forse Bambenella possiede un giardino segreto fatto di una passione che trova necessario coesistere con le “mazzate”… Forse, da qualche parte, in questa canzone, Viviani ha voluto alludere al giardino segreto di questa donna, così apparentemente libera e sensuale, “padrona”, per certi versi emancipata.
Bambenella è destinata a passare dalla prigionia del suo stesso personaggio – e della strada - a quella dell’eterna circospezione, e poi alla servitù dominante che rende sublime, ai suoi occhi, il rapporto col suo uomo. Per finire alla prigionia prevedibile e dura del carcere. Magari portando con sé il pensiero felice di “isso ca l’accire ‘e mazzate”, quale simbolo mirabile di possesso ed appartenenza…

Valentina ha detto...

bellissimo il film "I moti Spontanei" complimenti.

Gioacchino ha detto...

UN BUON INIZIO MESE A TUTTI. scrivo da nettuno, mi collego ogni tanto. ho letto qualcosa di questo posto di Napoli. per caso un libro, credo, ben fatto, sulla storia artistica. dove posso trovare un tour virtuale? vedo che qui non ci sono tante foto del luogo e quelle che ci sono, sono piccole di formato. grazie

Anonimo ha detto...

Il neorealismo cinematografico, spesso utilizzava attori sconosciuti, presi tra la gente comune, proprio per non uccidere gli sguardi ed i comportamenti spontanei, oggi la stituazione mi pare assai complessa e non perchè questa complessa società sia sinonimo di "cosa" difficile, ma solo perchè il livello si è abbassato e si è confuso tra fiction e realtà! Non è forse realtà guardare le code di pretendenti che aspirano a partecipare al Grande Fratello? Ognuno, guardando le "false " ma "vere" immagini televisive e gli inutili personaggi che la abitano, tenta di somigliare a quel mondo "falso" rendendolo "vero". La domanda che mi ha ispirato il tuo post, caro blogger è: dove sono le vite spezzzate? chi le racconta? forse qualche brutta trasmissione della fascia pomeridiana? che con fare patetico le descrive come semplici devianze? esiste un quotidiano che non rincorra le notizie della televisione rimarcando la stessa logica senza sapersi differenziare come carta stamapata che avrebbe il compito in teoria di approfondire i temi trattati? dove sono le storie di ordinaria miseria? dove sono le vite segnate? nessuno le racconta e di conseguenza nessuno se ne interessa!Per questo apprezzo chi cerca come te, blogger di nuotare contro corrente, di riappropriarsi della cultura e che soprattutto si sforza di diffonderla."liberiamoci"!!! Hai tutta la mia stima e per quello che posso ... il mio appoggio. Cerasella