lavoro in percentuale

Chiedo scusa se per una volta tanto vesto i panni di sindacalista. Credo però che aldilà dei massimi sistemi, quello che sto per dire sia importante. Guardate i giornali di oggi: quello che ho scritto in alcuni articoli qualche mese fa, è riportato in prima pagina dai maggiori quotidiani nazionali solo adesso ( Disoccupazione in Europa al 10% in Spagna al 19% ecc.). E’ semplice: l’informazione possiamo trovarla noi con i nostri mezzi, senza che decidano i “generalisti” dell’informazione quando e come propinarcela. Facciamo allora una panoramica sulla situazione dei lavoratori e della crisi in tutta Europa o almeno nei paesi più importanti dell’UE.

Regno Unito: I datori di lavoro chiedono al 58% delle imprese di congelare i salari e al 12% di abbassarli. Il tasso di aumento dei salari è in caduta rapida (dal 4 al 2% dal 2008 al 2009) e il 34% è congelato. Disoccupazione al 7,8%

Spagna: contributo delle aziende in materia di sicurezza tagliato del 5%-riduzione del tfr e della buonuscita. Eliminare l’obbligo per le aziende a farsi autorizzare i piani di esubero. Aumenti non superiori all’1%. Se si concedono aumenti, questi non saranno indicizzati all’inflazione. Possibilità di rifiutare la contrattazione se il bilancio aziendale è in perdita. Queste le richieste dei padroni. Disoccupazione al 19,3%

Germania: Aumento salariale medio del 3% : 1,2% nel commercio, 3,5 nel meccanico e 4% nel chimico. Riduzione del lavoro a breve termine da tre settimane a un giorno. Limite massimo del rinnovo del lavoro interinale da 2 a 4 anni (accordo del Baden-Wurttenberg). Disoccupazione al 7,6%

Polonia: In cambio del blocco dei licenziamenti si prevede una maggiore flessibilità e l’introduzione del lavoro a breve termine: Fino al 50% di riduzione oraria con indennità che coprono circa il 70% del salario. Variazioni per le 40 ore settimanali (lavorando meno ora e recuperando dopo senza maggiorazione di straordinario). Disoccupazione al 11%.

Francia: Accordo senza la CGT (il maggior sindacato del paese). Totale dell’orario ridotto passato da 800 a mille ore anche per il commercio e i servizi. Contratti di “noleggio” dei lavoratori per spostarli da aziende in crisi ad altre che hanno bisogno di forza-lavoro. Estensione dei contratti di transizione da 25 a 40 aree: indennità dell’80% per i lavoratori che durante un anno entrano ed escono dalla formazione e dall’”orario ridotto”. Disoccupazione al 10%

Olanda: dopo la liberalizzazione del servizio postale la tnt ha tagliato il 15% dei salari. Si stanno sviluppando schemi ad orario ridotto e di lavoro part-time. Disoccupazione del 3,6%

Belgio: Congelamento dei salari. Aumenti una tantum per il 2010. È stata mantenuta l’indicizzazione dei salari, che con un indice di inflazione negativa si traduce in un congelamento se non in un abbassamento dei salari reali. Disoccupazione del 7,9%

Non sono un professore e non commento i dati: per correttezza dico che la fonte è il centro studi della CGIL. Le considerazione fatele voi: solo una domanda: chi sta pagando la crisi? E come si supera se non comprendendo, con profondità, che gli operai, i lavoratori in Europa devono unirsi per fronteggiare l’attacco? Ora basta , sono purtroppo vittima dell’ideologia comunista pregiudiziale. Berlusconi ha detto che la crisi è soprattutto dovuta a fattori psicologici: bene, allora voi che a fine mese siete disperati e non vi basta lo stipendio sapete come comportarvi: fatevi visitare da uno psicologo. [abu abbas]


8 commenti:

Anonimo ha detto...

UN VERO TORMENTO IL LAVORO IN ITALIA LE PERCENTUALI NON MIGLIORANO IN EUROPA MA COSA DIRE CHE IN ITALIA IL LAVORO NON C'è MAI STATO? Ci siamo illusi del boom ma il vero dramma un tempo era "la fine del mese", oggi è quella settimanale. MAURIZIO

Rolando ha detto...

purtroppo la disoccupazione dilaga ai minimi storici colpa sia della rappresentanza dei lavoratori che dei governi. mi dispiace ma la cgil campania è la meno efficiente di tutta la nazione, che per il vero è molto al di sotto delle sue potenzialità. ti faccio una domanda abu? perché questo sindacato firmo' l'accordo per il lavoro flessibile? perché diede il consenso ad estromettere il lavoratore dai suoi diritti? se il in Italia siamo a questi livelli è anche perché la colpa della cgil è quello di aver ceduto ad un vero è proprio ricatto verso il lavoratori. questo è molto grave, e adesso non capisco perché vi lamentate se siete stati voi a voler questo stato di cose.

Anonimo ha detto...

...INFATTI!

Anonimo ha detto...

un lavoro duro oggi è pagato con una miseria mentre chi non fa quasi nulla spreca e ha milioni da buttare. è un mondo ingiusto.

ilmanifesto.it ha detto...

Il 24 novembre del 1969 si riuniva a Roma in via Botteghe Oscure il Comitato centrale del Partito comunista italiano per radiare Aldo Natoli, Luigi Pintor e Rossana Rossanda. Natoli era stato un antifascista processato nel 1936 e poi dirigente della federazione romana; Pintor era il più brillante giornalista dell’Unità e Rossanda aveva diretto la sezione culturale del partito. «Radiati» voleva essere meno grave che «espulsi», come negli altri partiti comunisti, con l’accusa di tradimento o comunque di indegnità morale.

Noi eravamo accusati di aver costituito una «frazione»; in realtà non avevamo costituito nessuna frazione, non eravamo per nulla clandestini né avevamo cercato sotterranei contatti con altri gruppi di compagni; ma avevamo fatto forse di peggio: pubblicavamo dal giugno precedente un mensile di cultura politica che al primo numero aveva venduto oltre cinquantamila copie, era diretto da Lucio Magri e da me, e firmato da Luigi Pintor, Vittorio Foa, Ninetta Zandegiacomi, Daniel Singer, Enrica Collotti Pischel, Edgar Snow e K.S.Karol, Michele Rago e Lucio Colletti.
Ci era stato richiesto di chiuderlo o modificarne la direzione, e avevamo rifiutato. A quelle del Comitato Centrale seguirono la radiazione di Magri e Luciana Castellina, nonché di quelli che avevano diretto e firmato la rivista e dei membri di diverse federazioni che, quando la questione del manifesto era stata discussa, ci avevano appoggiato. http://www.ilmanifesto.it/archivi/eresia-comunista/

Andrea ha detto...

rispettate il lavoro per quel che potete oggi c'è domani va via, io che sono un padre sa cosa significa avere 2 figli laureati senza lavoro. qualche giorno fa mia figlia mi ha detto "faccio la centralinista" cosa dirle? per adesso tieniti questo poi... che disperazione.

Anonimo ha detto...

ottimo quest'articolo, mi deprime un po' ma almeno dice la vertià.

Abu Abbas ha detto...

Non dico che il sindacato, e la cgil in particolare, sia esente da responsabilità sul tema della precarizzazione del lavoro. il "pacchetto Treu" fu pensato solo per iniziare a creare una legislatura giuslavoristica nell’ambito del lavoro precario, che era già fin troppo diffuso. I vari contratti a progetto ecc. furono pensati per i lavoratori "autonomi" : professionisti ai quali veniva appaltato un progetto e che per questo si facevano pagare profumatamente (cosa più che giusta). I paletti, che pur esistevano, sono stati distrutti, fino ad arrivare, con la legge Biagi, alle più di 50 tipologie contrattuali precarie e questo a suon di accordi separati, che ancor oggi hanno isolato il maggior sindacato italiano. Purtroppo ci accorgiamo che l'avanguardia di un popolo che non si ribella "dal basso" è un'avanguardia donchisciottesca. Se un organismo come il sindacato non spinge per il "protagonismo" dei suoi iscritti è destinato a burocratizzarsi e a snaturarsi per esistere poi solo come simulacro di se stesso. Questo è quanto sta accadendo. Non faccio sconti a nessuno, nemmeno a me stesso. Purtroppo la realtà ci sovrasta e sta a noi trovare mezzi e metodi per resistere, aldilà di qualsiasi organo istituzionale di riferimento.