Un’organizzazione dal nome orwelliano, International peace operations association (Ipoa, associazione internazionale per le operazioni di pace), non ha perso tempo: ha offerto i “servizi” delle sue società per potersi avventare su Haiti e fornire un po’ di “assistenza umanitaria” vecchio stile sotto forma di sfruttamento delle catastrofi. A poche ore dal terremoto, aveva già creato una pagina web per i suoi potenziali clienti, in cui diceva: “Le nostre società sono pronte a offrire un’ampia gamma di servizi di assistenza alle vittime del tragico terremoto di Haiti”.
Alcune delle imprese associate all’Ipoa sono specializzate nei trasporti e nella rapida costruzione di abitazioni e tendopoli, altre sono società di sicurezza private attive anche in Iraq e in Afghanistan, come la Triple Canopy, che ha rilevato il lucroso contratto firmato dalla Blackwater con il dipartimento di stato in Iraq. La Blackwater ha svolto per anni un ruolo importante nell’Ipoa, finché, dopo il massacro del 2007 in piazza Nisour, a Baghdad, è stata costretta a lasciare il gruppo. Nel 2005, quando era ancora nell’Ipoa, la Blackwater (che oggi si chiama Xe Services) schierò le sue forze a New Orleans dopo la devastazione dell’uragano Katrina. Non fu un atto di generosità: l’azienda rastrellò circa 70 milioni di dollari in contratti con la protezione civile, a cominciare da quello senza gara d’appalto per proteggere i suoi operatori, mettendo in conto ai contribuenti americani 950 dollari al giorno per ogni uomo scortato.
Il programma in base al quale oggi le società di sicurezza armate lavorano per il dipartimento di stato in Iraq - il Worldwide personal protection program - è nato proprio ad Haiti durante l’amministrazione Clinton. Nel 1994 le società di sicurezza private furono essenziali per le attività di Washington nel paese dopo l’estromissione di Jean-Bertrand Aristide a opera degli squadroni della morte appoggiati dalla Cia. Quando invasero l’Iraq, il presidente Bush e la sua amministrazione estesero il programma e lo trasformarono nell’organizzazione paramilitare privatizzata che è oggi. All’epoca del secondo colpo di stato contro di lui, nel 2004, Aristide era protetto dalla Steele Foundation, una società di sicurezza privata di San Francisco. Ma le attività dell’industria dei mercenari ad Haiti non finiscono qui. Il 15 gennaio la All Pro Legal Investigations, una ditta con sede in Florida, ha registrato il sito Haiti-security.com. È una copia di quello che già ha negli Stati Uniti, ma si rivolge agli uomini d’affari haitiani, affermando: “Le società di costruzione e ricostruzione che stanno considerando l’idea di realizzare un progetto ad Haiti possono disporre della nostra professionalità in materia di sicurezza”. L’azienda “fornirà servizi di sicurezza contro qualsiasi minaccia al benessere di Haiti. I luoghi di lavoro e i convogli dei rifornimenti saranno difesi da vandali e saccheggiatori. I dipendenti saranno protetti dalla violenza e dall’intimidazione delle bande criminali.
Il paese si riprenderà con l’aiuto dei volenterosi di tutto il mondo”. L’azienda si vanta di aver portato a termine con successo “migliaia di missioni in Iraq e in Afghanistan”. E il personale? “Tutti i membri delle nostre squadre sono ex poliziotti o ex militari”, afferma il sito. Sembra che i primi clienti stiano già arrivando. [Jeremy Scahill, The Nation, Stati Uniti – fonte: Internazionale 831]
9 commenti:
è una storia vecchia quanto le guerre, come dice pure l'articolo. molti studiosi dicono che le guerre servono a questo,distruggere per poi ricostruire. anche dopo un terremoto così tremendo le macchine dell'economia devono mettersi in moto per aiutare e guadagnare. è la triste conseguenza di chi non ha mai capito che i soldi non si mangiano (un vecchio proverbio indiano).
MA NON CAPISCO ANCHE CHI AIUTA DOVETE CRITICARE? MA QUALCUNO DOVRA' PURE RICOSTRUIRE LE CASE... NON SAREBBE PEGGIO SE LI LASCIASSERO COSI'?
ciao a tutti e forza napoli. quest'articolo purtroppo dice la pura e sacrosanta verità.
Il presidente diventa l’inviato speciale dell’ONU nell’Haiti colpita dal terremoto.
Un affarista e predicatore neoconservatore convertito americano sostiene che gli Haitiani sono stati condannati per aver fatto un letterale ‘patto con il diavolo’.
Le organizzazioni di soccorso venezuelane, nicaraguensi, boliviane, francesi e svizzere accusano i militari americani di negare il permesso di atterraggio agli aerei che trasportano i medicinali necessari e l’acqua potabile urgentemente necessaria per i milioni di Haitiani terremotati, feriti e senzatetto.
Dietro il fumo, le macerie e il dramma infinito della tragedia umana di questo disgraziato paese caraibico, si sta svolgendo un dramma per il controllo di quella che i geofisici credono che possa essere la zona più ricca del mondo di petrolio e di gas derivato da idrocarburi dopo il Medioriente, possibilmente di grandezza maggiore del vicino Veneuela.
FORTE comprensione per te mio caro anonimo delle 11,13. ma come fai a non capire, ti è così ottuso comprendere che quando c'è una catastrofe molti vogliono lucrarci sopra?! anche gli aiuti in soldi, arrivano decomposti, immagina per chi passano. ma forse non lo compredi
maledetti americani e maledette multinazionali.
un bel spettacolo per imprenditori e magnacci tu turno. così mentre le multinazionali pensano ai guadagni sfrenati centinaia di migliaia di bambini muoiono per cause naturali ma anche umane. la povertà è voluta, altrimenti i soldi non sarebbero sempre allo stesso posto.
la solita "truffa" delle multinazionali. organizzano convegni sulla povertà, ingaggiano donne piangono al comando, si inventano celebrazioni e poi complottano per spillare l'ultima goccia di sangue. come fidarsi di un uomo ben vestito, pulito, con cravatta, che si vergogna quasi, timido e impaurito ma che dopo appena volti le spalle di aggredisce recidendoti la carotide. ROSA
se leggete sull'internazionale ci sono anche altri articoli che parlano della ricostruzione di Haiti e di come vogliono rifarla. attenzione guardate anche l'abruzzo. adesso è messo tutto a tacere ma chi la deve ricostruire? bisogna monitorare per capire quello che succede. adesso i telegiornali non stanno più parlando neanche quelli regionali dedicano molto spazio. delle ditte che devono rimettere su le case neanche a parlarne. un giro di svariati miliardi di euro. possiamo provare a chiedere e mettere su internet gli argomenti forse possiamo capire qualcosa?
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