fuori la cultura della povertà

Il rione Sanità nel 2007 riapre un parco ristrutturato alla via san Gennaro dei poveri, chiuso dalle istituzioni inspiegabilmente e costato più di un milioni di euro. L’anno dopo una occupazione simbolica spalanca le porte del cimitero delle fontanelle; oggi tutti possono visitare gratuitamente l’ossario delle anime purganti. In piena crisi rifiuti e inquinamento la gente spazza le strade, organizza riunioni con il capo della ASIA, propone la raccolta differenziata porta a porta, dalla via Fontanelle alla via Vergini. Unico esempio di quartiere che protesta contro la chiusura di molti pronto soccorso di Napoli; quando l’ospedale san Gennaro diventa PSAUT migliaia di cittadini organizzano manifestazione e fiaccolate. Ogni anno il Carnevale organizzato dall’ex educandato della via Miracoli coinvolge centinaia di famiglie e migliaia di bambini; i temi delle sfilate vanno dalla lotta alla criminalità alla riappropriazione degli spazi pubblici. Una scuola di stranieri (ogni anno più di 200 persone), e un doposcuola per i bambini del rione da anni lavora nell’oscurità e nell’anonimato. Oggi il rione ha portato migliaia di cittadini della III municipalità a protestare contro l’uccisione di un minorenne. La cultura della povertà in questo rione non esiste. L’economia spicciola, il “tutto sommato loro ci trovano anche qualcosa di buono” è una definizione irresponsabile, è il passare la palla al più debole, è una vigliaccata, così come i politici promettono lavoro e nuove cooperative per i disoccupati. Cosa fare? La rivoluzione e la resistenza passiva. Trasformiamo il linguaggio dell’economico in quello sociale. Dichiariamo immorale la ricchezza. Buttiamo le carte di credito. Beviamo solo acqua pubblica. Prendiamo il sole sulle spiagge libere… capisco che non c’è una proposta immediata, ma la vita non si estingue subito, devono passare ancora molti millenni prima che il mondo sparisca di nuovo nel big bang. [+blogger]

6 commenti:

Nic ha detto...

Miopia istituzionale voluta e pasciuta ... Ricordate però che gli ultimi saranno i primi.

Anonimo ha detto...

Le possibili soluzioni creano imbarazzo. Dopo aver letto varie intervista su Napoli dire che ti cadono le braccia è dire poco. No so se sono più gli stereotipi a definire Napoli o l'ignoranza generalizzata di qualcuno che evidentemente non ha istruzione.

Ilaria ha detto...

Seguo da tempo questo blog e credo che sia giusto non dare l'ennesimo assurdo giudizio sui napoli e i napoletano. Bisogna cambiare nella quotidianità. Leggevo una intervista che diceva che anche chi passa con il rosso, chi supera una fila, chi non emette fattura o scontrino fiscale, chi si fa raccomandare senza qualifiche, chi paga 600euro al mese un lavoratore che lavora otto ore al giorno ecc, è un malavitoso. Pensare per credere.

Anonimo ha detto...

Immarcescibile come sempre, fermo lì, il quartiere pensa.

Anonimo ha detto...

Oltraggio ad popolo ribellatevi contro le ingiustizie passate e future.

Anonimo ha detto...

Forse è meglio dire fuori tutti dalla Sanità, tra poro traslocate tutti. meglio che vi cacciano a calci in culo.