tempo umano

Basta guardare su internet o su molti libri di storia dell’arte per capire che il rione Sanità è un luogo ricchissimo.  Da secoli tutto è rimasto com’è, le cape di morta stanno al loro posto, così come gli ipogei, le catacombe, i palazzi del Sanfelice. E’ cosa risaputa che da qui non si muoveranno. Potremmo parlarne o no, essa resteranno nel quartiere per sempre. Quello che invece molti non sanno, o fanno finta di non sapere, è il fatto che oltre all’arte e alla storia qui, in questo luogo, c’è la gente: ci sono lavoratori, gli artigiani, i piccoli imprenditori, i disoccupati. Investire sulla gente non sembra essere un business, cosa si può ricavare da questa massa di degenerati?

Un tempo l’economia del rione girava intorno ai guantai; vicoli, vie, piazze, salite e discese… tutti lavoravano a contatto con la pelle. Uno studio fatto di recente ha dimostrato come il quartiere fosse un piccolo distretto industriale del guanto. Ma anche le sigarette di contrabbando hanno fatto la loro parte nell’economia così come i falegnami, i ciabattini, i venditori ambulanti. Questi rivoli di economia sono stati il fulcro di una società che un tempo si aggrappava alla famiglia, una famiglia che cresceva usando le proprie strategie e iniziative, una famiglia che si allargava per sopravvivere così come per costruire avendo a diposizione un capitale umana, la creatività, la bravura.

Se tutto questo fosse rivisto come “merce di scambio partecipe”, se si considerasse prima l’uomo e poi la [sua] storia, in questo caso l’arte del rione avrebbe un posto più consono nella gestione. Il capitale umano è di gran lunga più importante di quello artistico. Esso è variabile ed è per questo che deve essere gestito bene; può crescere, svilupparsi, migliorarsi fino a diventare straordinario. Il capitale umano è la variabile indipendente, è una risorsa concreta, è la vita che si riappropria della sua sopravvivenza, non si trasforma ma si lascia trasformare. [+blogger]   

1 commenti:

CA ha detto...

A volte il discorso su l'duomo in generale può fallire proprio per la diversa natura mutuabile. Ma l'unico modo per uscire dalle brutture umane é la considerazione dell'umano stesso e delle sue diverse alternative.