privato

“Siamo ossessionati dal privato”, quello che facciamo nella nostra singola sfera non deve saperlo nessuno, neanche il nostro più vicino parente. Più in generale: in casa mia decido io, faccio entrare chi voglio, questa è la mia proprietà che eccessivamente diventa mia, come mie sono: la moglie, i figli, l’auto, i soldi. È l’esasperazione che diventa ossessione e a volte angoscia. Eppure non c’è cosa pubblica più evidente del nostro privato.

Facciamo le nostre cose, come fare la cacca, la pipì, l’amore, ci masturbiamo, guardiamo i film porno, ci scaccoliamo in segreto, la puzza poi è straordinaria perché in pubblico è difficile capire chi l’ha fatta anche se poi stiamo attenti a sganciarla. E’ di comune accordo, gli uomini hanno bisogno di queste cose, molte  fisiologiche, del resto è normale, però è il nostro privato, qualcosa che ripugna l’altro, che fa schifo, che ridicolizza.

L’eccessiva vergogna delle cose normali ha in se germi di disuguaglianza, è l’origine delle differenze, delle ambiguità, dell’indecenza. Ma del resto non faccio questa scoperta, mi piace però ribadirlo perché sono prigioniero anche io dei miei stessi pensieri. Adesso non voglio dire che scenderò per strada a pisciare davanti a tutti, rispetto attualmente chi difende la propria dignità, non posso dire “fai l’amore per strada” (anche se è meglio che lanciare missili), ma prendo atto delle mie “debolezze” che forse non mi fanno essere realmente quello che sono.

Un barbone qualche giorno ha fatto la cacca dietro la metropolitana, stava schiattando, dolori di pancia insopportabili. Lo stavano linciando. Nientedimeno si era permesso di farla davanti a dei bambini che passavano di lì. In effetti lui cercava di nascondersi ma per strada è quasi impossibile. Morale della favola: scrivetela voi se vi va. [+blogger]                

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non riuscirò a tirare le conclusioni, ma l'iniziativa è piacevole visto che ci sono vite umane in gioco e non animali. Ma pure se fosse non dovremmo uccidere neanche gli animali visto che fanno parte del nostro stesso ecosistema. Carlo.

nik ha detto...

D'accordissimo con te Carlo.

Anonimo ha detto...

Saranno pure delle verità, ma adesso, mi dispiace blogger, non possono essere fatte, chiamalo pure perbenismo, o come vuoi tu, ma uno che fa i suoi bisogni per strada non può farli davanti a tutti. Io non l'avrei linciato ma sicuramente avrei chiamato una persona del servizio ordine. .

Anonimo ha detto...

quello che chiamiamo progresso ci spinge a rinchiuderci nelle nostre quattro mura di cemento, ma appena riusciamo a ritagliarci un pò di tempo libero cerchiamo il verde, il mare o la montagna per stare a contatto con la natura e sentirci liberi di camminare a piedi nudi o spogliarci dei nostri abiti. Mi si dirà che in certi luoghi e in certi momenti queste abitudini sono assolutamente consone...certo. Adesso lo sono. Voglio dire che, così come si "evolve" la società, allo stesso modo cambia la percezione del pudore. Magari tra 20 anni stare con gli occhiali da sole in un ambiente chiuso farà storcere il naso ai "benpensanti". Come si dice, è uno dei prezzi del progresso...