Anche i linguaggi espressivi e creativi dei ragazzi e ragazze che hanno animato le partite, rimandano alla necessità di riconoscimento e di feedback capaci di vincere le dimensioni dello scontato, l’assuefazione al non impegno, alla routine. A colpo d’occhio vedi nei volti freschi dei giovanissimi una ricchezza insostituibile per il nostro popolo, il rione, la città; sogni una nuova cittadinanza dove la contaminazione culturale è reale e dove tutti con un ruolo attivo di pensiero e di azione ci prendiamo cura del contesto in cui viviamo. E’ preziosa la presenza di adulti che dentro la “Sanità” con questi ragazzi hanno quotidianamente a che fare e di nuovi amici dei Colli Aminei, che a partire dalla morte di Stefano hanno aperto momenti di attenzione, riflessione, condivisione per creare uno “spazio comune” che affermi la bellezza del noi. Danno fiato la voglia di essere dentro la storia, le storie dei ragazzi della Sanità, la promessa di partecipazione al percorso di crescita personale e comune, che permetta ai ragazzi stessi di dotarsi degli strumenti necessari a ridisegnare gli spazi all’interno dei quali vivere, prevenire, preoccuparsi; di sostenere la loro giovane partecipazione sociale e la responsabilità civile. Ci scambiamo alcune parole con attenzione e pudore tra adulti sorpresi dei passi in libertà di questi giovanissimi alla ricerca di nuove relazioni, ci comunichiamo la nostra urgenza interiore di prossimità ai ragazzi e il desiderio di messa in gioco di sensibilità umane e capacità professionali su un terreno di fatica generativa e di reciprocità sostenuti dalla consegna di Stefano e dalla forza del pensiero di L. Milani “Quando siamo nella palta uscirne da soli è avarizia, uscirne tutti insieme è politica”.
Siamo certi che la “Sanità” ha nella sua pancia la capacità di creare, di godere questo slancio di ponti attraverso l’iniziativa di tanti giovani e adulti che tessono una “storia sociale” più consapevolmente partecipata e sperimentano un po’ più potere, sapere, fiducia in una realtà complessa, gremita di genti, di umanità, di problemi: sono anche queste realtà aperture di prospettive, arricchimenti di sguardi, luoghi di incontro e confronti fra mondi vicini e lontani, attraversamenti di storie e culture diverse. Siamo riconoscenti perché anche quest’oggi si fa luogo di interpretazione e significazione. Ci impegniamo tutti a creare una rete di alleanze buone fra luoghi formali e informali della crescita: famiglia, scuola, associazioni, chiese…per continuare a crescere, a ri-progettare i tempi e gli spazi di vita, ad affermare la propria identità personale e comunitaria. Si susseguono i volti dei ragazzi e delle ragazze, s’incrociano gli sguardi, s’intrecciano le loro voci mentre cercano la città in ascolto. E il bello della Speranza è proprio quello che non si dà per vinta. [sr. lucia sacchetti]
1 commenti:
GRAZIE Suor Lucia per la tua bellissima testimonianza.
Posta un commento