Purtroppo la Cupola non ha
rappresentato tutta la ricchezza sociale brasiliana. Inoltre trovo grave il
fatto che la chiesa di base brasiliana non sia entrata in questo processo.
Altrettanto grave è che i movimenti internazionali di base siano rimasti quasi
estranei a questo evento. La Cupula dos Povos ha lavorato per creare una
“spazio di convergenza” così da poter arrivare ad un documento finale
condiviso. Questo documento finale è stato letto oggi nella grande tenda
centrale, davanti ad una grande folla, attenta e partecipe. Una voce femminile ha
iniziato così, non prima di aver sottolineato che queste proposte vanno portare
al Forum sociale mondiale di Tunisi che si terrà nel 2013: “Movimenti sociali
popolari, sindacati, popoli, organizzazioni della società civile e
ambientalisti, presenti nella Cupula dos Povos per la giustizia sociale e
ambientale, evidenziamo il nostro impegno a costruire delle convergenze e delle
alternative, coscienti che noi siamo i soggetti di una relazione altra tra
uomini e donne e tra l’umanità e la natura, assumendo la sfida urgente di
frenare la nuova fase di ricomposizione del capitalismo e di costruire,
attraverso la nostre lotte, i nuovi paradigmi della società”.
Il documento continua poi
denunciando “la vera causa strutturale della crisi globale: il sistema
capitalista”; in seguito chiama in causa “le multinazionali che commettono i
loro crimini con una sistematica violazione dei diritti dei popoli e della
natura, nella più totale impunità”. Sulla cosiddetta “economia verde”, si
afferma che “è una delle espressioni dell’attuale fase finanziaria del
capitalismo, il quale usa vecchi come nuovi meccanismi, ad esempio la
commistione pubblico privato, il superstimolo al consumismo, l’appropriazione e
la concentrazione delle nuove tecnologie, il mercato del carbonio”.
Come alternative a questo
sistema, il documento finale propone “la difesa degli spazi pubblici nelle
città, attraverso una gestione democratica e la partecipazione popolare,
un’economia cooperativa e solidale, la sovranità alimentare, un nuovo paradigma
di produzione, distribuzione e consumo”. Sostiene inoltre “la difesa dei beni
comuni (acqua, aria, energia, terra) passa attraverso la garanzia di una serie
di diritti umani e della natura, per la solidarietà e il rispetto delle cosmovisioni
e delle credenze dei differenti popoli, come ad esempio la difesa del Bem
Viver”.
Si afferma, infine, con forza che
“i popoli chiedono di decidere come e per chi si destinano i beni comuni ed
energetici, così da assumere il controllo popolare e democratico della propria produzione.
Un nuovo modello energetico che si basi sulle energie rinnovabili e
decentralizzate, e che garantisca energia per il popolo e non per le
multinazionali”. Con grande passione, alla fine della lettura, la gente si è
alzata e ha gridato: “In piedi, continuiamo la lotta!”. [alex zanotelli]
1 commenti:
ALLORA SPERIAMO BENE......
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