ferie per il pronto intervento

Dopo aver scritto al Ministero della Sanità, ai vari assessori e chi di competenza, nessuno per adesso ci ha saputo dire o risolvere, a volte non rispondendoci affatto, la questione. Ecco perché abbiamo deciso di mettere anche su YouTube la denuncia fatta il giorno 11/08/10 - http://quartieresanita.blogspot.com/2010/08/spronto-intervento.html, sperando che qualcuno possa realmente intervenire. Ringrazio, in particolare, alcune ragazze del gruppo facebook che si sono attivate subito.




numero verde 800161010

IL NUMERO VERDE NON SI PAGA


QUESTO ESTINTORE POTREBBE ANCHE SCOPPIARE

TUTTO DEPOSITATO A VICO PALMA DIREZIONE S.M. ANTESAECULA

emergenza sanitaria in ferie


Napoli. Assistenza ed Emergenza Sanitaria. Servizio di continuità assistenziale. Ecco cosa succede a chi chiama questi numeri.

081/7517510 - 081/5780760 - 081/202343 - 081/5969818 - 081/7613466 - 081/7672183

081/7372803 - 081/2547911 - 081/7021116

081/7420447 - 081/7114227 - 081/5764917 - 081/7755022

Notate che il filmato non è mai stato fermato, è un piano sequenza di 18,36 minuti e 10 secondi.

Immaginate le persone che non si possono muovere dalla propria abitazione: chi sta su di una sedia a rotelle, chi soffre di disturbi gravi o chi ha diverse patologie. Il medico ti aiuta nell’esatto momento in cui tu non hai la capacità di reagire. La deontologia è parte integrante della "resistenza".

Le telefonate sono state fatte alle ore 15,00 (circa), come testimonia la tv accesa su di un canale rai, dell’11 Agosto 2010.


c'è speranza per te!

C’è speranza per te! Dove segretari, ministri, gli alti funzionari, responsabili di governo, leader politici e insospettabili sono alla gogna di un sistema malefico e corrotto; dove un consigliere comunale aggiorna il suo sito con le foto del papa e poi partecipa, ubriacandosi e drogandosi ad un festino fatto di coca e sesso a pagamento.

C’è speranza per te! Dove, mai nella storia, la chiesa ha “smascherato” preti pedofili e malintenzionati, uomini gaudenti al servizio di Gesù; dove sacerdoti hanno dichiarato tutte le contraddizioni che attanagliano la castità, la povertà e l’ubbidienza.

C’è speranza per te! Per un mondo migliore fatto di appalti truccati, lager mediatici, condanne annunciate, incostituzionalità, avversioni, inciviltà e declino; sono 30 anni che i salari in Italia non aumentano, mentre aumenta il debito pubblico, l’inflazione, la povertà, la disperazione.

C’è speranza per te! Perché c’è chi dice che va tutto bene, che siamo un paese civile, che siamo due, tre, quattro Italie; che lo stivale puzza, che la monnezza viene ancora dissotterrata vicino ai campi di pesce, di uva, di insalata; la p3 fa divertire, gli insulsi aumentano, l’azienda prima si arroga i soldi pubblici e poi esporta la sua produzione.

C’è speranza per te! Operaio della fiat, lavoratori a progetto, cassaintegrato, pensionato, casalinga, “fuochista, macchinista, uomini di lavoro… tutti a me”. C’è sempre quel “signore in divisa con il cappello in borghese” che ci fa ridere, c’è sempre la formula1, il moto mondiale, il calcio, lo status.

In una società dove le carceri sono sovraffollate e la gente muore per mancanza di assistenza, dove negli ospedali le persone fanno la spesa, dove si ammazza per noia, per “giustizia”; dove crimini li commette sempre l’altro, dove si spartono i condoni, le malefatte… e le buone notizie non hanno sazio; dove del futuro si conosce solo il fare, intenzione ambigua e raccapricciante, dove la speculazione è vista solo dall’altra parte, dove non c’è più scopo, professionalità,

Come difendersi dai continui attacchi? Chi ci aiuterà ad uscire da questa situazione? Con quali mezzi e con quali azioni potremmo ritornare a sperare, migliorare, aiutare? [+blogger]

la cultura della repressione

In questo determinato periodo storico c’è una netta e resistente divisione sociale e culturale. Questa resistenza è determinata dall’inattuale che si frappone scavalcando e oscurando la reciprocità. In quest’epoca macchiata dal non lavoro, dove se presenti un curriculum devi omettere la laurea, c’è una diversificazione nascosta che crea e si inventa la cultura, l’arte, il sapere. È la cultura della repressione.

Oggi si reprimono i creativi, gli inventori, le buone idee, mentre vanno avanti pochi raccomandati, vecchie strutture rimpastate; oggi si copia, si costruiscono format obsoleti e fatti male, si rimpasta, si regredisce. Ma, nonostante tutto, una nuova forza vitale prende forma nel sottostrato, produce intelletto nascondendosi, restituisce dignità al lavoro, alla capacità, alla comprensione.

Il figlio di Bossi che è stato bocciato tre volte all’esame di stato è consigliere regionale con una paga che supera i 5000 euro al mese. Marco, tre lauree, sociologia, scienze delle educazione, lingue è costretto a lavorare come fattorino; Roberta, 4° di seno, 25 anni e già assessore alla provincia di Napoli, senza curriculum né passato politico; Antonella, 46 di taglia e con qualche brufolo, ingegnere, figlia di un impiegato, lavora come segretaria per un avvocato che vince le cause senza prove, 600 euro mensili.

Si potrebbe continuare. Tutta questa repressione sfocia in una nuova epoca, oggi esiste il fare nascosto, oggi esiste non l’invidia, ma il fare per se. Con un po’ di inibizione si costruisce, si produce, si lavora senza remunerazione, si sta rintanati in casa mentre si concepisce senza che nessuno se ne accorge. Alla pari del pittore Ligabue che sfottuto per i suoi quadri veniva messo alla “gogna”, oggi la cultura della repressione ti fa andare avanti, di fa escogitare, interagire, proporre senza che nessuno se ne accorga.

Quando tutto questo sarà immaginato, quando tutto ciò potrà essere di dominio pubblico, allora si scoprirà che forse quest’epoca era la migliore, mentre le Istituzioni regredivano, mentre i geni erano fasulli, la gente normale produceva talento, potendolo poi distribuire gratuitamente alla storia. [+blogger]

risurrezione...


troppa disinvoltura...

Leggo, sulle pagine napoletane de ‘La Repubblica’ del 28 luglio 2010 (pag. 5) un articolo, il cui titolo (“tentato omicidio, arrestati due pacifisti”) ed il cui contenuto fanno uso a dir poco disinvolto, rilassato, se non improprio o errato, o strumentale, del termine “pacifista”. Si descrive, nel pezzo, l’aggressione violenta e omicida di due partecipanti ad uno dei cortei napoletani del 1° Maggio scorso, i quali inseguono tre militanti dell’Associazione nazifascista “casaPound” (che assistevano da un marciapiede al corteo) fino a colpire più volte, mortalmente, a coltellate, uno di essi che - tempestivamente portato in ospedale - poi si è salvato.

I due partecipanti al corteo fanno parte, dice l’articolista, della sinistra radicale (espressione anche questa generica e imprecisa fino a sconfinare in un “luogo comune”) e sono abituali partecipanti a “manifestazioni pacifiste”; verso la fine del ‘pezzo’ si citano le loro presenze ai presidi contro la discarica di Pianura - dove, in realtà, c’erano militanti della estrema sinistra e ambienti di varia estrazione politica ivi incluso l’assessore Nugnes (“Margherita”) nonché cittadine/i del luogo non legati ad alcuna forza politica - e a quella in contrada Pisani. Anche il corteo, cui i due incriminati stavano partecipando, viene definito - erroneamente - “pacifista”: si dice che quel giorno ci fu da piazza Mancini un “corteo pacifista lungo le strade cittadine”. Dal quale, poi - dice l’articolo - circa trenta partecipanti si staccarono per aggredire i tre giovani militanti nazifascisti, uno dei quali sarà poi accoltellato da due di tali trenta giovani della manifestazione pacifica “(questa espressione mi sembra corretta).

Non intendo fare l’esegesi del testo ma far rilevare una sottile equazione: pacifista = violento. E quindi la conseguente criminalizzazione di questo aggettivo. In questi decenni ci sono state parole-chiave utilizzate da stampa e politici per operare - anche sotto il profilo lessicale - una mistificazione che bollasse di volta in volta come “estremisti”, “autonomi”, “filocinesi” indiscriminatamente tutte/i i partecipanti a movimenti, manifestazioni, cortei, assemblee… Lo stesso Berlusconi bolla come “comunista” o “compagno” chiunque non la pensi come lui: da Rosy Bindi a Gianfranco Fini! E la stessa titolare del Ministero dell’Istruzione, la Gelmini, ha proclamato all’atto della sua nomina, di proporsi come compito principale di sradicare del tutto dalle Scuole i valori del “Sessantotto” !

Altro termine in odore di criminalizzazione ed equiparato alle espressioni “terrorismo”, “anni di piombo” e simili. Secondo questo stile “maccartista“ di marca berlusconiana, fanno parte del comunismo in auge da abbattere: la Costituzione italiana, il CSM, la Corte costituzionale, la Magistratura, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi ecc, ecc,: anche “pacifismo” è - secondo questa manipolazione – un termine assimilato a comunismo/terrorismo/violenza. E invece: pacifista è chi è politicamente impegnato per la pace, perseguendola con metodo nonviolento; lo stesso presidente Obama, Capo di uno Stato impegnato tuttora in due guerre in Asia, si è giustamente stupito per l’attribuzione del Premio Nobel per la pace che certamente egli non merita. Pacifisti sono Gandhi, Capitini, N. Mandela, don Milani. O Claudio Miccoli che va incontro, inerme, ad alcuni squadristi in piazza Sannazaro per chiedere loro perché usassero violenza nel propagandare le loro idee politiche. Pacifisti non sono i partecipanti a cortei, anche “per la pac”, che bruciano la bandiera israeliana. Né sono “missioni di pace” quelle, cui partecipa anche l’Italia da un ventennio, che vogliono perseguire la pace attraverso la guerra: il “si vis pacem, para bellum” dei bellicosi Romani.

Di qui la mia, scusate, indignazione per il titolo e il contenuto dell’articolo citato che porta acqua all’equazione pacifismo = violenza, contribuendo (nel suo piccolo) a discreditare il movimento per la pace come violento e perciò negativo. L’equazione pacifismo = violenza fa parte della moda d’inventare/usare un gergo politico/giornalistico per farlo diventare “senso comune” da utilizzare a scopo di dominio politico-culturale. L’assimilazione del pacifismo “comunista” alla violenza fa parte di un disegno preciso: screditare il movimento per la pace. Ma, io credo, c’è un solo e ultimo argomento che rende fuorviante ed errato l’uso inflazionato e obiettivamente strumentale e criminalizzante del termine “pacifista”. Ed è questo: i due responsabili dell’azione delittuosa dello scorso Primo Maggio non si auto-definirebbero - coerentemente - mai “pacifisti”! Primo: perché non lo sono. Secondo: perché ripudiano questa qualifica in quanto non corrispondente al loro modo di pensare e agire. Ringraziando per l’ospitalità che, spero, vogliate pacifisticamente accordarmi. [francesco ruotolo]

abbeveratoi pubblici

Fontanili

Solo da pochi giorni apprendo la notizia da un amico del mio quartiere Massimo Rippa, Assessore alla III municipalità che gentilmente mi invita x farmi assistere alla installazione di fontanili nel nostro quartiere. Spiegandomi la motivazione di esse, maturata dal nostro caro sindaco per far capire l'importanza dell'acqua, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica per la non privatizzazione. Accetto l'invito e gli chiedo se annessi ai fontanili ci saranno delle targhette che mettono in evidenza la loro importanza, ma la sua risposta è stata negativa, mi chiedo perché? Progettare una bella iniziativa come questa ma senza coinvolgere i cittadini che senso ha? [assunta morra]

Cara susy,

non credo che ci sia poco senso in questa iniziativa. Istallare dei fontanili per il quartiere è sempre una cosa positiva, questo impedisce a molte persone di comprare l’acqua in bottiglia. Poi c’è Alex Zanotelli che ne parla ormai a tutti, così come anche altre persone del rione. Se non l’ha fatto il comune, scriviamolo noi su di un pezzo di carta (e lo posizioniamo nei pressi delle fontane) che: l’acqua non va né sprecata né comprata né privatizzata. [+blogger]

senza luce

L’alluvione di due sere fa ha fatto saltare la centralina elettrica che, dalla via Vergini alla via Sanità, passando per la via Cristallini e Santa Maria Antesaecula, illumina le strade, i vicoli, le piazze. In questi casi l’intervento, per legge, deve essere immediato visto che le tenebre iniziano a scende subito dopo le ore 20. Per adesso, del buoi pesto, nessuno sembra ci faccia caso, l’amministrazione, come quando deve tappare i buchi della pavimentazione, per adesso ha le orecchie di campane.

A proposito, due grosse voragini, causa sempre il maltempo scorso, si sono aperte alla via Arena Sanità e alla via Sanità: le buche devono, sempre per legge, essere tappate assolutamente, i san pietrini, detti cazz m’bocchi, sono sparsi così per la strada, pericolosissimi per i passanti che incontrano le auto e gli scooter.

Allora quando ci vogliamo muovere? Certo quando poi crolla un palazzo c’è sempre qualcuno che dice: ve l’avevo detto, ve l’avevo detto. [+blogger]