La Cupula dos Povos, l’insieme di movimenti, associazioni,
organizzazioni popolari e indigeniste, che dal 15 al 22 giugno si sono
confrontati a Rio in centinaia di assemblee, hanno chiuso i loro lavori in una
grande assemblea plenaria, molto animata e partecipata. E hanno presentato
precise proposte. L’assemblea dell’Onu, riunitasi ben lontano dai movimenti, al
Rio Center, si sta concludendo senza risultati. Spiace costatare che varie
realtà italiane - come Lega Ambiente, WWF… - si siano trovate nei palazzi del potere invece
che alla Cupula dos Povos. Infatti la presenza italiana alla Cupula è stata
veramente povera.
Muovendomi oggi nello spazio della Cupula dos Povos, una
stupenda lingua di terra lungo la Baia da Gloria, ho potuto nuovamente rendermi
conto della vivacità dell’ambiente, dell’intensità delle discussioni, della
massiccia presenza di giovani: tutti aspetti che fanno ben sperare. Impossibile
seguire tutti i dibattiti che si tenevano nello stesso tempo in luoghi diversi.
Ho potuto partecipare al dibattito promosso dal Contratto mondiale dell’acqua,
incentrato sull’oro blu. Un tema che è stato molto al centro delle discussioni
in questi giorni. Ma il momento clou della giornata è stata l’assemblea
plenaria dove, tra canti, slogan e balli, sono state presentate le mozioni
finali dei cinque gruppi tematici: diritti e giustizia sociale e ambientale; in
difesa dei beni comuni; sicurezza alimentare; fonti di energia e industrie
estrattive; sicurezza e diritti del lavoro.
Vorrei soffermarmi sul primo gruppo che, ispirandosi al
modello del Ben Viver (che fa riferimento alla filosofia dei popoli indigeni
latinoamericani), ha avanzato una serie di significative proposte. Tra queste,
la richiesta di protezione dei territori indigeni, la rivendicazione della fine
dell’impunità degli assassini dei loro leader, la fine della repressione e
della criminalizzazione di quelli stessi
leader e l’ampliamento dei territori indigeni. Tra le denunce: ripudiare
il mercato del carbonio come falsa soluzione al problema ambientale e tutte le
iniziative legislative che puntano a sottomettere i diritti degli indigeni al
grande capitale. Questo gruppo dei diritti e della giustizia sociale e ambientale
ha concluso affermando che “la salvezza del pianeta è una sapienza ancestrale
dei popoli indigeni”.
Per quanto riguarda il tema dei beni comuni, il documento
finale ha esordito dicendo che “la difesa dei beni comuni passa attraverso la
garanzia di una serie di diritti socio-ambientali, attraverso il rafforzamento
della giustizia ambientale e climatica, e anche attraverso la solidarietà tra i
popoli, il rispetto della cosmovisione di popoli diversi e la difesa del Ben
Viver come forma di vivere in armonia con la natura”. E il documento continua
elencando una serie di diritti fondamentali che devono essere rispettati e
conclude dicendo che è necessario “pensare un’economia dei beni comuni
attraverso un processo costruito dal basso verso l’alto, a partire da
esperienze locali: è vitale per i popoli riprendere a decidere sul proprio
futuro e la propria economia”.
A fine giornata, il Contratto mondiale dell’acqua ha
organizzato un incontro, durante il quale Riccardo Petrella ha avanzato la
proposta del Patto pubblico dell’acqua. Davanti ad un’affollata assemblea sono
intervenuti Vandana Shiva, François Houtard e Leonardo Boff. Il teologo Boff ha
sottolineato l’urgenza di proporre un contratto sociale mondiale fondato
sull’acqua bene pubblico. L’ambientalista indiana Vandana Shiva ha attaccato
frontalmente i potenti riuniti al Rio Center, affermando che “costoro vanno in
giro nudi e vogliono convincerci che l’”economia verde” è verde”. Le ha dato
ragione F. Houtard, sostenendo che “non sono i potenti ma sono le lotte sociali
che cambiano il mondo” . Ecco perché siamo a Rio. [alex zanotelli]
3 commenti:
Avrei voluto essere lì con te padre alex, forza e coraggio.
sempre con i poveri caro Almex ecco perché la chiesa si ostina a metterti i bastoni tra le ruote, tu cambi il modo di concepire la chiesa, o forse meglio dire, tu veramente attui il vangelo, lo metti in pratica e scendi dal piedistallo dove invece sono ancorati e bel saldi i vescovi e i prelati. la tuia testimonianza mi fa capire che di esiste ma nessuno potrà mia convincermi che il papa è santo.
Io ormai non credo in niente e mi meraviglio quando persone come te si battono ancora.
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