Pesanti le scritte sugli
striscioni: “No alle soluzioni del capitalismo verde”. Pesanti gli attacchi
alla presidente del Brasile: “Dilma non vedi che figura stai facendo?” Dilma è sotto un pesante attacco per aver
firmato una legge che incrementerà il taglio di alberi nella foresta
amazzonica. Una partecipazione corale, popolare, gioiosa. “Non vedo le tivù
nazionali”, urla una donna da un altoparlante di un camion. Infatti i media del
potere sono assenti. Molto presenti invece la polizia in assetto
antisommossa e reparti dell’esercito
(questo città mi appare davvero sotto controllo militare).
Notevole la partecipazione delle
comunità indigene sia brasiliane che boliviane. Massiccia la presenza di Via
Capesina e soprattutto dei Sem Terra brasiliani. Mi son sentito bene marciando
con loro. Condividendo le loro straordinarie lotte ho avuto la netta percezione
di un’intensa vitalità e di voglia di cambiare. Mi sono intristito solo nel
costatare l’assenza delle comunità di base brasiliane, una volta così forti e
così presenti (purtroppo la chiesa in
Brasile si sta sempre più rinchiudendo su se stessa). Forti le
contestazioni contro le multinazionali, specie quelle brasiliane. “La vostra
multinazionale Vale do Rio Doce – urla una donna mozambicana al microfono – sta
costruendo una diga nel mio paese, derubandoci delle nostre terre e
delocalizzando la nostra gente”.
Anche ieri sera era stata organizzata
una manifestazione, con tremila persone in piazza, proprio contro la Vale, la
più potente del Brasile, che estrae ferro nel Carajàs (regione del Maranhao) e
lo strasporta lungo un tratto ferroviario di 892 km fino ad arrivare al mare.
Questo ferro viene esportato in una quantità di 100 milioni di tonnellate
l’anno. Lungo il percorso del treno che trasporta il minerale di ferro, la Vale
si rende responsabile, oltre che di violazioni del diritto del lavoro, di tante
violazione di diritti umani e di diritti ambientali. Il treno investe e uccide
una persona al mese per mancanza di protezioni e di segnaletica. Anche le case
vicino al percorso del treno subiscono dei danni e non poche sono pericolanti.
Nonostante ciò la Vale ha l’obiettivo di raddoppiare, entro il 2015, la
produzione di minerale di ferro e quindi costruire un altro binario. Raddoppieranno
anche le violazioni dei diritti umani.
Nel 2009, i missionari comboniani
del Brasile hanno iniziato una campagna contro questa multinazionale. L’impegno
riguarda tutti, in particolare padre Dario Bossi, fratel Antonio Soffientini e
padre Domingo Savio si sono mossi con decisione a sfidare questo gigante. Dopo
tre anni di lotte locali e internazionali, l’opinione pubblica è più
consapevole e si cominciano a vedere i primi frutti: la manifestazione del 19
giugno, con tremila persone, è uno di questi frutti. La rete internazionale, le
vittorie processuali e la formazione di leader comunitari sono altri frutti di
questa azione.
Sono piccole vittorie, piccoli
gesti simbolici di un popolo che vuole un altro sistema, rispettoso di questo
piccolo pianeta che è stato messo nelle nostre mani. A noi è stata data la
gioia di camminare con questa gente, con gli umili, gli emarginati di questo
continente, sognando un mondo altro. Questa è la Cupola dos Povos così lontana
dai quartieri ricchi dove oggi si aperto ufficialmente il vertice Onu. Ma la
speranza non sta nei palazzi ma sulle strade di Rio e del mondo con i popoli in
cammino. [alex zanotelli]
1 commenti:
Che delusione, eppure ho sempre sperato nella chiesa sud americana ma se questa abbandona i suoi intenti e si chiude nell'indifferenza è per me una grande sofferenza, una amarezza che non so proprio come spiegare. spero il contrario.
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