TISA
Accordo sul commercio dei servizi
Il
profeta dell’Apocalisse descrive la Roma Imperiale come la BESTIA dalle sette teste
che rappresentano i sette imperatori. Anche il nostro Sistema
economico-finanziario è una Bestia dalle sette teste che sono i sette
importanti trattati internazionali (NAFTA, TPP,TTIP, CETA, TISA, CAFTA, ALCA),
siglati per creare un mercato globale sempre più liberista sotto la spinta
delle multinazionali e della finanza che vogliono entrare nei processi
decisionali delle nazioni.
I
trattati che ci interessano più direttamente ora sono il CETA(Accordo
Commerciale tra Canada e Europa), il TTIP (Partenariato Transatlantico per il
commercio e per gli investimenti) e il TISA (Accordo sul commercio dei
servizi). Il CETA sta per essere ormai approvato , nonostante le tante
contestazioni soprattutto per certe clausole pericolose che contiene. Abbiamo
però ottenuto una vittoria: il Trattato dovrà passare al vaglio dei Parlamenti
dei 28 paesi della UE, prima di entrare in funzione. E questo ci fa sperare che
venga così sconfitto.
Anche
per il TTIP sia gli USA che la UE
vorrebbero concluderlo entro la fine dell’anno. Infatti nell’ultimo round di negoziati tenutosi a Bruxelles dall’11 al
13 luglio, i delegati erano concordi nel voler firmare il Trattato prima della
fine del mandato di Obama. Ma l’opposizione al TTIP è forte negli USA sia da
parte di Trump che di Hillary Clinton, ma anche in campo europeo, da parte di
F. Hollande. La posizione del governo Renzi invece è sempre più schierata a favore dell’accordo. Ma è in crescendo in
tutta Europa la resistenza all’accordo, soprattutto in Germania. Ma anche in
Italia si sta rafforzando l’opposizione popolare, come abbiamo visto a Roma
nella bella manifestazione del 7 maggio scorso. Questa resistenza al TTIP trova
una nuova forza nell’intervento dei vescovi cattolici degli USA (USCCB) e delle
Conferenze Episcopali Europee (COMECE) che hanno invitato i cattolici a
valutare l’accordo sulla base di una serie di principi etici. “E’ cruciale che
tutte le persone abbiano voce in capitolo in decisioni che riguardano le loro
vite- scrivono i vescovi. La partecipazione va in particolare applicata ai
negoziati del TTIP e per altri accordi commerciali. Questi dovrebbero svolgersi
in sedi pubbliche e attraverso processi che assicurino che le voci provenienti
dai settori più colpiti della società, possano essere ascoltate e i loro
interessi riflessi… In qualsivoglia accordo devono venire fuori. “E’ l’opposto
di quanto avviene con il TTIP. Possiamo dunque sperare in una vittoria: è
troppo presto per dirlo. Dobbiamo continuare a rimanere vigili.
0 commenti:
Posta un commento