DALLA SCOZIA AL
RESTO D’EUROPA - Ma chi era Donald? Di lui sappiamo che nasce in Scozia nel 1950 e uscito
dall’istituto cattolico dove aveva trascorso tutta l’adolescenza, dopo un breve
rapporto con la famiglia, decide di lasciare casa e di andare a lavorare:
finisce a fare il vaccaro in un paesino del nord del suo Paese. Intanto sulle
note dei Beatles e dei Rolling Stone, provenienti da radio Carolina,
l’emittente pirata che illegalmente trasmetteva da una nave fuori dalle acque
territoriali inglesi, i giovani si stavano preparando ai giorni della
contestazione. Il movimento contro la guerra avrebbe portato di lì a poco
milioni di persone nelle piazze di tutto il mondo. Sull’entusiasmo di quegli
anni Donald decide di lasciare i pascoli e andare in giro per il mondo, inizia
a vivere fra Londra e Amsterdam, trascorre otto mesi in carcere nella Spagna
franchista per un battibecco animato con un componente della guardia civil,
mette al mondo una figlia con una donna olandese e poi inizia a girovagare per
l’Europa.
A NAPOLI IL
“MUSEO DEL SOMARO” - In Italia ci arriva negli anni
’80. Dopo una breve sosta toscana, Donald arriva a Napoli. Non è un clochard
qualsiasi, ha sì problemi d’alcol, ma non è alla deriva esistenziale come i
suoi compagni di strada e va ad abitare in una casa in rovina sulla pedamentina
di San Martino, offertagli da Peppe Morra, dove fonderà il “Museo del somaro”,
una sorta di comune artistica per senza fissa dimora”. A Napoli, fin da subito,
Donald ha un altro rapporto con i luoghi che abita e con la gente che incontra
per strada: si rivela artista, comunicatore; il suo vero dono è riuscire ad
instaurare rapporti con chiunque. Attraverso travestimenti continui rompe gli
schemi comunicativi, abbatte le barriere difensive, entra in comunicazione con
la parte più giocosa delle persone, ma non dimentica di farli pensare. Donald -
come spiegano i suoi amici - era infatti convinto che l’arte entrando in
contatto con la parte creativa di ognuno, potesse aiutare l’umanità a
riscattarsi dalla propria miseria esistenziale.
UN “BARBONE
DIVERSO” - Il suo pensiero sul barbonaggio
è diverso: non vuole chiedere l’elemosina, è un rapporto paritario di dare e
avere, i suoi interventi sulla realtà sono una sorta di situazionismo positivo.
I suoi “personaggi” sembravano venire dal mondo delle fiabe; le sue
provocazioni di cartone, sonagli, nastri colorati lo rendevano una sorta di
sciamano a cui è dato vedere lontano (non a caso una delle sue maschere più
fedeli ha un lungo cannocchiale finto attraverso il quale meravigliato guarda
l’orizzonte). In questi giorni la libreria Perditempo di via San Pietro a Majella e di piazza
Dante sta organizzando una raccolta fondi per far cremare le sue spoglie.
Occorrono circa tremila euro. In molti già hanno promesso un’offerta. [Marco
Perillo - Fonte]
0 commenti:
Posta un commento