15 agosto

Ci sono solo 3 giorni dell’anno per riuscire a vedere il quartiere libero dagli scooter e dalle auto: questi giorni sono il 15 agosto, il primo Gennaio e il lunedì di Pasqua. Eccetto per le ore15,00 fino alle 16,45 della domenica pomeriggio (ma non è la regola), quando le tv trasmettono le partire di calcio, per tutto il resto dell’anno la “transumanza cavalleresca” recita un’esiliante copione con il beneplacito della benemerita. Un fenomeno da interpretare. La bellezza del quartiere in questi giorni è straordinaria, le mura scrostate, senza decantare i "sommi poeti" che a forza di retorica esalterebbero lo scugnizzo e la fatica del mendicante, rivelano un passato che ritorna: parlano le pietre, il tufo, parlano le ingiustizie. Il silenzio che si ascolta il 15 Agosto, il 1° Gennaio e il lunedi in albis è parossistico e svela la dignità dei fruttivendoli, dei salumieri, delle casalinghe e dei lavoratori. Silenzio è tristezza avvolgono il rione Sanità, anche quando il caos impera indisturbato e la mitica allegria lascia il posto al pensiero, un pensiero rivolto ai diversamente abili, ai giovani disoccupati, alle donne e “madri di piazza Sanità”, agli ammalati, ai senza fissa dimora.
Anche la voce della gente sembra calare di tono in questi giorni dell’anno. Il piccoli rumori flebili creano la differenza, indicano la ragione del caos che verrà in futuro, un caos fatto di insoddisfazioni e di rimproveri verso una classe politica boriosa, verso l’inattività della Municipalità buona solo a presiedere l’alzata del Munacone. Diverse donne del quartiere ogni giovedì lasciano le proprie case e vanno ad accudire i barboni per strada, quelli di piazza Garibaldi o della stazione centrale. Mai qualcuno che avesse raccontato questo gesto. Raccontiamo la camorra invece, raccontiamo l’inciviltà del rione, la munnezza, le sparatorie, lasciamo che l’indifferenza avvolga il silenzio, un silenzio che incute paura e repressione. Peppe Rassello scriveva: “La città antica è solo centro antico, ma antica, antichissima periferia; dove passa la strada che i napoletani percorrevano l’ultima volta nella vita, e qui sepolcreti greco-romani, e poi cristiani, ne sono fulgidi testimoni; dove transitavano in carrozza Papa, re e Cardinali; dove vive e resiste l’opera nelle mani dell’uomo, robuste di sapienza, bravura e onestà; un tetro ponte illuministico ci ha isolati, scavalcati e sepolti. Ma noi risusciteremo, non più cave da antropologia culturale, non più burattinai di luoghi comuni, non più ghetto di rarità sociologiche. Noi siamo Napoli, la città antica e sorprendentemente nuova; siamo la civiltà mediterranea, ieri come oggi all’Europa ed al mondo intero”. In questi 3 giorni illuministici dell’anno la differenza è marcata e ideologica. Consapevoli che il superamento delle condizioni non è più eccezione e regola, il silenzio pian piano penetrerà verso i palazzi nobili, parlerà con rispetto e deferenza di un quartiere contemporaneo e che vive le sue “miserie” nel caos e nell’indifferenza. [+Blogger].

4 commenti:

Leanyse ha detto...

Ciao Blogger,
innanzitutto, complimenti per il blog, che ho visitato con un certo ritardo, malauguratamente, perche' ho trovato veramente tanti spunti interessanti.Ho letto il tuo ultimo post:non c'e' solo critica, e' questo che mi piace, ma anche molto ottimismo.
Io pero' ho una domanda alla quale veramente non trovo risposta:
non riesco proprio a capire se le istituzioni in Italia sono cieche di proposito, con lo scopo di voler risparmiare risorse e lavoro per i loro propri interessi o per un'altra oscura altra ragione di stato che ignoriamo, o se proprio sono ingnoranti e incompetenti al punto di non riuscire a trovare soluzioni possibili??? Io vivo in Francia da 7 anni, ho avuto la possibilita' di avere un lavoro, e nonostante la mia paga da impiegata, riesco a proiettarmi nel futuro e fare progetti (un lusso a quanto pare per i miei amici e familiari a Napoli) Ma soprattutto ho notato che in Francia c'e totalmente un altra attitudine e forma mentis rispetto all risoluzione delle problematiche sociali,nonostante tutti i limiti delle istituzioni Francesi (ghettizzazione, discriminazione, burocratizzazione eccessiva delle procedure)Per esempio e' proprio nei quartieri piu' "a rischio" che si concentrano, parchi, palestre piscine , strutture di accoglienza e orientamento >e il tutto finanziato con i soldi del comune e provincia e per questo accessibile a tutti! Voglio dire non c'e' mica bisogno di essere un sociologo o un urbanista per capire che se al posto del supermercato avessero solo per dire costruito una piscina comunale questa struttura avrebbe permesso al quartiere di essere meno isolato (ci sono solo due piscine a Napoli e entrambe in quartieri "bene" della citta'), avrebbe dato ai giovani la possibilita' di praticare uno sport, di canalizzare la loro aggressivita', avrebbe dato ai meno giovani la possibilita' di praticare un'attivita' fisica e di tessere nuove reti di amicizie. Insomma dopotutto sarebbe stata solo una piscine, ma.... E questo e' solo un esempio! Sono d'accordo con Abu Abbas, anche io stimo molto Paolo Barnard, e sono anche d'accordo con il tuo messaggio di fondo, quello del video "I moti spontanei"....L'ultima alternativa alla barbarie verso la quale l'indifferenza delle istituzioni ci sta trascinando e'forse quella di liberarci dell'idea che le istituzioni sono li' e la loro funzione e' quella di educarci e regolare la vita degli uomini in collettivita? E' forse la gente comune che deve educare le istituzioni che sono diventate nient'altro che lobby cieche ignoranto (o forse, peggio,esse sono furbe e spietate?)


Grazie per la possibilita' che il tuo blog mi ha dato per potermi esprimere liberamente.

Leanyse

Pippo ha detto...

ma da che parte della francia scrivi, Leanyse? Pippo

Leanyse ha detto...

Da Grenoble!!

Anonimo ha detto...

se la sanità si presentasse come i tre giorni elencati dall'articolo in effetti non sarebbe più la sanità. questo è un quartiere come tale deve rimanere così i miglioramenti possono essere trascritti solo sulla carta ma non è possibile cambiare almeno per il momento. se l'utopia lascia il posto all'immaginazione allora è possibile che uno stato nuovo potrà crescere e avanzare altrimenti siete costretti sempre ad inseguire.