Dagli anni 50 in poi nel rione solo politici che pagano l'Enel in cambio
di un voto o preti eroi che lasciano il vuoto. Non è la ricetta del medico, ma
bisogna ascoltare la storia di chi non ha la "storia" per comprendere
che i determinismi lasciano vuoti incolmabili. Un quartiere operaio oppresso
che, quando esce allo scoperto, s‘identifica con l'oppressore. Fintantoché la
logica economica impartisce un "linguaggio legittimo", le differenze
sono gestite sempre da chi ha il potere di impartire e cambiare. “Un popolo in
cammino” deve essere realmente un popolo che cammina da solo, senza leader e
senza compromessi. Difficile, forse troppo difficile per logiche astruse. Ma la
“semplicità” di rendere liberi sta nella sua affermazione intrinseca. Come
diceva Paulo Freire “nessuno libera nessuno, nessuno si libera da solo, gli
uomini si liberano nella comunione” cit. [+blogger]
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