Da questo
mondo in movimento della Tunisia, fa impressione osservare la crisi profonda e
la staticità dell’Europa. Molti i workshop sono stati dedicati a sviscerarne la crisi. A questo riguardo particolarmente
indovinata la lettura che ne ha fatta il Centro di Studi di Barcellone:
Cristianisme i Justìcia. “L’Europa dei
diritti umani, la culla della democrazia, della rivoluzione francese, delle
lotte operaie e del consolidamento della classe media, sta scomparendo”, ha
affermato Jaume Botey. Secondo i
relatori è assordante il silenzio delle Istituzioni ecclesiali europee su
questa crisi. Come uscire da questa crisi profonda? Non è certo rinchiudendosi
su stessa che l’Europa si salverà. Purtroppo l’Europa con le sue leggi
sull’immigrazione è diventata una fortezza che deve difendersi dagli
“invasori”.
Una delle
sessioni più affollate e belle di oggi dal titolo: l’Europa è in guerra contro
un nemico che lei si inventa, è stata quella dedicata al Frontex , una Agenzia
di sorveglianza, istituita nel 2009, per difendere i confini dell’Unione
Europea. Questa Agenzia ha a disposizione 21 aeri, 113 navi, 475 unità di equipaggiamento,
con un bilancio vicino ai 100milioni all’anno. L’invito dei relatori, tutti
africani, è stato quello di cambiare il nome in Frontexit (uscire dal Frontex).
Fa una certa impressione guardare il Mediterraneo da Tunisi: questo mare è
diventato il cimitero per migliaia migliaia di persone. Commovente la lettera
scritta dall’Associazione tunisina La Terra per tutti, in cui i genitori chiedono all’Italia di avere
notizie dei loro figli desaparecidos. Non
a caso sono state molte le sessioni dedicate
al problema dell’immigrazione e del diritto di migrare.
Il Forum però
non analizza solo i vari problemi attuali, ma ha il coraggio di prepararsi a
importanti eventi in arrivo. Uno di questi è l’incontro che si terrà a Bali nel
prossimo dicembre, convocato dal Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio)
per liberalizzare ancora di più il mercato, soprattutto nel settore
agricolo. Rappresentanti dei
movimenti dell’Asia (dall’Indonesia al
Giappone) sono venuti a Tunisi per chiedere l’appoggio da parte della
cittadinanza attiva mondiale, per questo importante appuntamento. Una vittoria
del Wto sarebbe un’altra tragedia per
gli impoveriti.
In una giornata così densa non poteva mancare il contributo
delle missionarie comboniane e i missionari comboniani che hanno offerto tre workshop su tematiche che hanno suscitato
particolare interesse: la Pace, la riconciliazione e il dialogo interculturale
e religioso, presentando esperienze concrete vissute in Egitto, Chad e Congo.
Molto seguita è stata la conferenza sulle vicende dei Rifugiati africani in
Israele. Nel pomeriggio, è stata presentata l’inedita esperienza dell’Uganda che
ha iniziato un programma che permette alla società civile e alle forze di
sicurezza di lavorare insieme per costruire la pace. La giornata
si è conclusa nella Cattedrale di Tunisi con una solenne Eucarestia del Giovedì
Santo, facendo memoria di quel Gesù che
ci ha insegnato a spezzare il pane, perché tutti ne abbiano in abbondanza. [alex zanotelli, elisa kidanè 28/03]
2 commenti:
GRAZIE PADRE ALEX CON AFFETTO MARIA
Osare osare sempre per il bene d tutti, perché dopo le dim
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