Ad un certo punto, quando il fumo era passato, fermo
immobile sulla vespa senza poter andare avanti né indietro, ho girato la testa
dal lato opposto e mi sono ritrovato al cento di una situazione ancora più sensazionale: decine, se non centinaia
di mani alzate puntate verso l’auto in fiamme. In primis pensavo ad un corteo
di anarchici, fieri dell’avvenuto
rogo, poi ad una rivolta camorristica… ma al di là dei miei pensieri assurdi,
la gente continuava a correre per alzare le mani, era il più classico delle
rappresentazioni di quest’epoca straordinaria: filmavano con i loro telefonini l’evento “miracoloso”.
La differenza nell’era digitale era (è) questa. Assicurandomi
che nessuno fosse ferito, la reazione che più mi aveva sorpreso erano i
cellulari, nell’aria offuscata, di ogni marca, colore dimensione, qualcuno aveva anche
il tablet. Anch’io ero stato filmato
frapponendomi inconsapevolmente tra l’auto e i filmekers. Il digitale permette
a tutti di vivere e rivivere continuamente, di immortalare ogni cosa ovunque e
sempre, di condizionare moltiplicando il reale, una super realtà divina, onnipotente,
onnisciente, magica. Finalmente siamo arrivati al capolinea, la morte è stata
sconfitta, l’originario desiderio dell’uomo, quello di sentirsi onnipotente, è
arrivato. [+blogger]
2 commenti:
Pasolini e Orwell l'avevano già predetto moltissimi anni fa.
E' LA NOSTRA ERA, L'OCCHIO NON TRADISCE ANCHE SE IL DIGITALE HA SUPERATO LA VISTA E L'UDITO PER ME E' UN OTTIMO ESEMPIO DI AVANGUARDISMMO STORICO
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