2012



la shoah degli animali


sei ore di treno

Molte aziende fanno lavorare i propri dipendenti gratis, altre invece licenziano quelli con i contratti a tempo indeterminato senza giusta causa; non ne parliamo di quelli che lavorano a progetto. Naturalmente questa sta diventando una questione tutta italiana. Pochi giorni fa una ragazza, dopo 4 anni di contratto a progetto e dopo aver lavorato dalle 9 di mattina fino alle 19, (quadrilatero inail via Poggioreale per intenderci), le è stato detto che la sua "abilità" non ha più posto in quella azienda.

Cosa c’è di strano, purtroppo l’economia va così, bisogna rassegnarci, dimenticare i bei tempi e galoppare, sacrifici e sangue come dice qualcuno. Orami i consigli che ti danno non sono più quelli: “cercherò di aiutarti, mo vedo se posso fare qualcosa, mi dispiace, faccio un giro di telefonate”, adesso ti dicono vai via, scappa e non voltarti dietro. Siamo alla frutta marcia.

Sul Mattino leggo: “Nunzio Beltratti, 51 anni, licenziato dopo ventinove anni dalla Salmoiraghi & Viganò di via Toledo, è tornato a chiedere l’elemosina davanti alla filiale di piazza Vanvitelli”. E’ la “nuova” condizione, noi gridiamo ai diseredati “perché continuate a fare figli” e loro continuano a farli senza interruzione, anche se poi non capiremo mai il perché. Qui sta una fetta grossa del problema.

Molti emigrano, altri hanno vergogna di farsi vedere e si rinchiudono in casa, poi c’è chi si toglie la vita nel silenzio e nella vergogna; c’è chi protesta, chi scrive, chi si indigna, chi prova sensazioni mai avute prima. Ad una mia amica sociologa che vive a Parma alcuni mesi fa le hanno proposto un lavoro a Genova, non volendosi trasferire perché il contratto durava solo un mese, l’azienda l’ha risposto: Sig. F. con questa crisi.., poi cosa vuole che siano 3 ore all’andata e 3 ore al ritorno in treno? [+blogger]

bella domanda

Ieri mattina mentre attraversavo il mio vecchio vico Sanfelice, una donna mi ha chiamato mostrandomi le sue ultime analisi cliniche e cercando di farmi capire che aveva un po’ di colesterolo. “Guarda, credi che non possa mangiare dolci?”. Ma, non sono un medico, credo di no comunque. Come passate il Natale, le ho chiesto? “Bhè”, mi ha risposto, “con un marito disoccupato e i 4 figli tutti senza lavoro, per dire il vero un lavoro lo fanno ma vengono pagati a nero, non so proprio… comunque in questo periodo dobbiamo essere felici, il Natale è bello e il vicolo si illumina sempre”.  

Ad un tratto è apparso il marito che mi ha salutato calorosamente dandomi gli auguri. “Anto’, che stajo facenno, lavori?”. Parola troppo grossa e domanda precipitosa per rispondergli onestamente: “sì, faccio quello che ho sempre fatto”. Mi ha detto: “come devo fare per il miei due figli sordomuti?, sono andato dappertutto, avvocati, associazioni, esperti, ma niente, non c’è niente per le persone invalide”.

“Una bella domanda, cosa c’è per i diversamente abili?, come possono lavorare a Napoli? Le aziende devono assumere persone obbligatoriamente con handicap, in che modo devono farlo? Quali sono i requisiti?” Mi ha bombardato di domande, un disoccupato organizzato con nessun titolo di studio, si “arrangia”, come dice lui: lava palazzi, automobili, fa il benzinaio, attacca selvaggiamente manifesti, pompe funebre.

Arte di arrangiarsi direte voi, ma che, arte per lavorare in un luogo dove le strade, le piazze, le vie e i vicoli sono pungenti e allo stesso modo radiosi. Essi si restringono sotto la cappa della perfezione stilistica, come la scritta che alla fine mi ha fatto notare con orgoglio e ironia: “hai visto?, per anni hanno sbagliato anche i professori più eccelsi, non si chiama vico San  Felice santo omonimo e benedetto, ma Sanfelice l’architetto che ha fatto palazzo del fascio alla via Vergini. [+blogger]     

rione sanità massa/moretti

Sul capitolo del libro di Cinzia Massa e Vincenzo Moretti, “Rione Sanità” storie di ordinario coraggio e di straordinaria umanità: mi concentro solo sull’intervista fatta alla preside della scuola Francesco Caracciolo, senza, per adesso, analizzare gli altri capitoli e ringrazio gli autori dell’intervista e della loro onestà intellettuale nel raccogliere e senza modificare nulla di quello che avevo detto.

Gli autori sottolineano che il rione è pieno di buona volontà e in parte di gente onesta e capace. La cosa che più mi fa arrabbiare è quando leggo interviste che, se capovolte, raccontano tutto e il contrario di tutto. Mariarosaria Pangia afferma “inorridita” che 1 ragazzo su 5 nella scuola ha avuto a che fare con la giustizia, se avesse detto che 80% dei ragazzi è di buona famiglia il dato sarebbe stato letto differentemente. Eppure sta dicendo la stessa cosa.

Si afferma ancora che i ragazzi della scuola Bernini di Mergellina hanno una concezione differente della scuola perché hanno genitori professionisti, mentre quelli del quartiere sanità sono semianalfabeti e, cito testualmente, “che parole come insegnante, studente, famiglia, scuola, a Chiaia significano una cosa, alla Sanità un’altra”. Adesso dovete spiegarmi voi cosa avete affermato. Che cosa significa avere genitori professionisti? Che cosa significa abitare a Chiaia? Perché per gli studenti del rione Sanità la scuola significa Vesuvio oppure treno, o ancora cantata dei pastori? Adesso per non essere “lezioso”, cara preside, si legga questa ricerca fatta proprio nella sua scuola, e stia attenta anche ai tanti commenti, poi la commentiamo assieme. LEGGI

Altra affermazione tendenziosa, cito: “e così il ragazzo si demotiva ancora di più, la scuola gli interessa sempre di meno, appena può va a lavorare al bar, dal macellaio, oppure alle bancarelle dei genitori che, diciamo così, operano nel commercio”. Diciamo così? Ma che significa? Questo luogo, storicamente, è sempre stato un quartiere di commercianti e ambulanti, bottegai e operai. Quel “diciamo così” ha il sapore amaro e per un figlio di un operaio che ha lavorato per 40 anni e ammalato di cancro è stato licenziato senza liquidazione e senza contributi, beh tutto questo la dice lunga sulla differenza di definizioni e di prospettive che vivono i figli dei professionisti. Ma poi chi glielo ha detto che quest’ultimo non delinque? Conosce i dati sulla delinquenza dei colletti bianchi? 

Aldilà del singolo caso, che tanto singolo non è, non credo che nel rione tutti vogliano sentirsi leader e ostentare prepotenza verso i più deboli, come scritto nel libro, una cosa è la malavita, un’altra è l’adolescenza. Il bullo vive in tutte le scuole d’Italia famiglia a parte. C’è scritto ancora che: “…dinamiche strane: …una ragazzina che ha avuto una bimba, poi è tornata e le compagne la guardavano come una persona adulta, come un punto di riferimento, lei stessa si poneva in questo modo, la preside ha dovuto chiamare i genitori per dire che la ragazza doveva cambiare atteggiamento perché si rischiava di rovinare la classe. …la filosofia del se il ragazzo mi picchia vuol dire che mi vuole bene, se non mi lascia libera è perché è innamorato”.

Rovinare la classe? Mi piacerebbe sapere se quest’adolescente ha poi continuato scuola. Che significa “ha dovuto chiamare i genitori?”; credo sia normale che la ragazzina abbia spiegato alle sue compagne, in parte anche volendo mostrare la sua “esperienza”, la nuova situazione di mamma?! I giovani in particolari circostanze hanno particolari atteggiamenti, come del resto anche gli adulti. Un po’ di buona volontà da parte del docente e la classe non si rovina.

Un articolo a parte meriterebbe la concezione degli eroi, gli eroi del rione sanità, io stesso sarei un eroe. Qui nel 1943 hanno fatto le barricate; qui c’è la criminalità sottoproletaria; qui non c’è il cuore, ma la vita che s’interseca con il cingalese, con il bielorusso, con la povertà; qui ci sono storie di uomini e di donne “perdute”, qui c’è l’amarezza di non raggiungere il benessere. Qui si ostenta il gruppo di riferimento: del resto anche i professori ambiscono a diventare presidi e i preti vescovi.  Una cosa è certa: da quello che leggo, per adesso cambierei i docenti più che gli alunni. [+blogger] 

stimo zeman

Stimo Zeman perché è un allenatore bambino. Ha una visione del calcio incosciente e rischiosa, ma anche spensierata e fedele a sé stessa. Stimo Zeman perché le sue squadre non perdono mai tempo: non speculano, non si adattano, non cincischiano, non addormentano; giocano sempre e solo per attaccare.

E’ una manovra tambureggiante, divertentissima, piena di movimenti senza palla, sovrapposizioni e scambi veloci. La squadra è dannatamente esposta al contropiede, col portiere sempre costretto ad uscite disperate fuori dall’area. Ma lo schema Zeman è al contempo capace di mandare in gol chiunque; perfino un terzino, che quest’anno ho visto segnare finalizzando un cross dal fondo dell’altro terzino (follia calcistica allo stato puro, vuol dire che in difesa non era rimasto nessuno o quasi…). Stimo Zeman perché è un tecnico che ha allenato anche Roma, Lazio e Napoli, ma il meglio di sé lo ha dato e lo sta dando a Foggia e a Pescara; periferia estrema di calciopoli, dove le squadre si fanno coi giovani e i favori del pronostico girano alla larga. Stimo Zeman perché dice sempre quello che pensa, con la sua voce bassa e catramosa, non risparmiando critiche e denunce sportivamente scomode. Stimo Zeman perché mi sembra la traduzione calcistica perfetta dell’esperienza di don Milani e della scuola di Barbiana: stessa franchezza eretica, stessa coerenza, stessa allergia ai poteri forti, stessa utopia, stessa capacità di diventare un modello didattico universale pur insegnando in uno degli angoli più remoti del Paese.

Se il calcio è una metafora della vita, e se l’urgenza di urlare “un mondo diverso è possibile” ora più che mai si fa pressante, la clamorosa corsa alla serie A del Pescara di Zeman può rappresentare in qualche modo una fonte di ispirazione. Per questo lunedì scorso ho deciso di mettermi in viaggio. Da solo, in macchina, da Pontedera a Pescara, per fare sì il tifo alla mia malandata Sampdoria di scena contro i biancazzurri pescaresi, ma anche per rendere omaggio al mio allenatore preferito tornato dopo tanto tempo sulla cresta dell’onda. Ho portato con me uno stendardo preparato a casa con su scritto STIMO ZEMAN, e sono riuscito a issarlo nel settore dello stadio Adriatico dedicato allo sparuto gruppetto di tifosi sampdoriani. Non è frequente un complimento rivolto dagli avversari, così il messaggio non è passato inosservato: inquadrature delle tv, foto sui siti internet; all’indomani molti sostenitori del Pescara sono rimasti piacevolmente stupiti. Ma anche per me è stato bello vedere loro: il loro entusiasmo, lo stadio pieno nonostante la serata polare; l’orgoglio di una regione che a distanza di 20 anni torna a sognare la serie A attraverso il bel gioco, aggrappandosi allo sport per lenire seppure in minima parte i colpi mortali inferti dal terremoto.

A proposito, il giorno dopo sulla via del ritorno sono passato dall’Aquila: ho fatto capolino nel silenzio spettrale del centro storico, ridotto a una sorta di Pompei dei giorni nostri. Tutto o quasi è rimasto fermo al D-day del sisma: sembrano passati due mesi invece che due anni. I cinema hanno ancora le locandine dei film dell’aprile 2009. Il 95% dei negozi ha le serrande abbassate. Le porte delle abitazioni sono sprangate, gli appartamenti deserti. Pattuglie di militari presidiano la rocca per evitare improbabili atti di sciacallaggio. Ma cosa c’è ancora da saccheggiare? Ho visto chiese sventrate, fontane divelte, vicoli transennati e sempre ingombri di macerie. Le squadre di muratori al lavoro si contano sulle dita di una mano, mancano i soldi e forse anche la speranza di ricominciare. Nella centrale piazza Duomo il comune ha piantato un immenso abete natalizio, ma l’invito a fare festa qui suona come un cazzotto nello stomaco. La vita degli aquilani nel frattempo si è trasferita sul fondovalle, dove si poteva costruire da zero anziché tergiversare in delicatissimi, lunghi e costosi lavori di restauro. Sono fioriti come funghi anonimi quartieri residenziali, immensi edifici in prefabbricato adibiti a scuole, uffici, presidi medici e caserme. Nell’aria gelida di mezza montagna respiro un senso di malinconia che prende alla gola. Toglie il fiato, e anche le parole. Vista da qui, l’Italia sembra un paese senza governo.

Il gioco di Zeman contro questo sfacelo può fare poco. Ma almeno un piccolo sollievo di Natale alla gente d’Abruzzo lo regala, battendo per 1-0 la mia Samp sempre più brutta e senz’anima. La prodezza decisiva la confeziona un ragazzo pescarese di 20 anni a cui l’anziano tecnico boemo ha affidato le chiavi del centrocampo: il ragazzo si chiama Verratti, protagonista di una bella percussione centrale palla al piede, con passaggio filtrante rasoterra a leggere tempestivamente il perfetto movimento senza palla della vecchia volpe d’attacco Sansovini; stop di quest’ultimo, dribbling sul nostro portiere in uscita, e palla depositata in rete a metà secondo tempo. Azione da manuale, e Samp purgata con merito. Lo stadio è in tripudio, inneggia alla serie A, mentre i sampdoriani vicino a me hanno facce bruttissime. A me non resta che tornare a sventolare il mio striscione STIMO ZEMAN, stavolta come forma di contestazione implicita nei confronti della dirigenza imbelle della Sampdoria. A fine partita i 15mila tifosi pescaresi ci mettono pochissimo a sfollare, il freddo funziona meglio dei vigili urbani. Sul piazzale dello stadio ad aspettare i giocatori non resta quasi nessuno. Così mi rendo conto che ce la posso fare. Mi apposto, resto in attesa, e dopo un quarto d’ora vedo uscire dagli spogliatoi proprio lui. Gli alzo davanti agli occhi il mio stendardo e la mia sciarpa blucerchiata. Lui mi vede, si ferma incuriosito. Ci scappano una stretta di mano e una foto insieme memorabile, con io che abbraccio Zeman e lui che sorregge il mio striscione. Missione compiuta. Mi aspetta una notte spartana in macchina da raffreddore assicurato, ma la stanchezza e la soddisfazione sono troppo forti per non riuscire a prendere sonno. [tommaso giani]

lavori alla via vergini

Il sottoscritto Francesco Ruoto consigliere 3° Municipalità Stella-san Carlo all’Arena

CONSTATATO
che la Napoletanagas si accinge a concludere i lavori di posa in opera sotto traccia dei tubi del gas in via dei Vergini, nel centro storico di Napoli
VERIFICATO
che, a lavori quasi ultimati, la ripavimentazione delle tratte della strada non è a regola d’arte e avviene non ripristinando il precedente stato dei luoghi in quanto:
1 – il basolato leggero non sembra di identico colore ovvero, essendo nuovi mattoni, non sono stati ‘trattati’ adeguatamente per ottenere uniformità con il “colore” della pavimentazione
2 – la posa in opera dei basoli non rispetta il ”disegno” della pavimentazione di via dei Vergini e della disposizione del mattonellato: infatti, i nuovi basoli non sono disposti nella stessa direzione, nello stesso formato e ‘disegno’ per cui si nota un antiestetico e sommario rappezzo che - per una lunghezza di circa 100 metri - attraversa longitudinalmente le due aree pedonali parallele alle due file di palazzi che delimitano l’arteria; in numerosi tratti si notano inoltre piccoli pezzi di pavimentazione, quadrati o rettangolari, che rimediano alla non coincidenza delle vie di fuga con un effetto ottico pessimo, potendosi parlare di un vero e proprio scempio urbanistico
3 – in numerosi tratti il mattonellato presenta scalini e avvallamenti che evidenziano una rifinitura non a regola d’arte, con dislivelli che mettono a rischio i pedoni, in quanto vari punti di “sutura” tra la preesistente  pavimentazione di via dei Vergini e la nuova non sono sullo stesso livello
4 – gran parte della pavimentazione è priva di cementificazione tra i mattoni, con evidenti fessure e - in qualche caso - si nota che la mattonella scuote ed è a rischio di spezzarsi
5 – la posa in opera dei mattoni sostitutivi è avvenuta eliminando preesistenti bocche d’acqua (ARIN) e caditoie
6le due file di paletti, che delimitano le due aree pedonali a latere di quella per i veicoli e che sono state divelte dalla Napoletanagas per consentire il transito dei macchinari a supporto dei lavori, non sono state sostituite con nuovi paletti, e - in alcuni casi - i paletti nuovi sono stati ricollocati in via dei Vergini non a regola d’arte, cioè non conficcati in sufficiente profondità e non adeguatamente cementificati
FACENDO RILEVARE
pertanto l’estrema rozzezza e approssimazione di tali lavori in un’arteria del centro storico di Napoli (oggetto, nel 1999, già di un discutibile intervento - con finanziamento dell’UE - di riqualificazione) che ora riceve un ulteriore definitivo atto di deturpazione dell’arteria stessa, che - con sommari rappezzi - è più simile a uno squallido stradone periferico che a una via del centro storico di una delle più antiche e monumentali Città d’Italia
INTERPELLA  I  DESTINATARI  PER  SAPERE :
A – se gli uffici tecnici del Comune e della 3° Municipalità hanno già effettuato i collaudi di legge e controllato se le opere sono state consegnate a regola d’arte e quali sono gli esiti di tali controlli
B – quali disposizioni sono state impartite alle ditte  inadempienti che hanno rovinato la pavimentazione, degradandola con rappezzi sommari, antiestetici e disgustosi affinché ripristinino lo stato dei luoghi e cioè la pre-esistente pavimentazione con tutti i lavori necessari affinché l’immagine e la fruibilità della pavimentazione sia almeno allo stesso livello tecnico ed estetico quo ante
A TAL PROPOSITO
sollecita un urgente sopralluogo che verifichi e sanzioni le evidenti responsabilità della Napoletanagas per i lavori così dozzinali, affinché - oltre a quantizzarsi il danno - si intimi il rifacimento a regola d’arte della pavimentazione ripristinando correttamente lo stato dei luoghi. [f.r.]

pesca fortunata

Sabato pomeriggio verso le ore 18 sono sceso a fare una passeggiata e mentre camminavo per via Toledo, un po’ prima di piazza Carità, ho visto un venditore ambulante che mostrava la sua merce e non la sua faccia. Era uno strano venditore, dignitoso, scurnuso, ben vestito, con gli occhiali, sciarpa, e un cappuccio per ripararsi da freddo. Quello che mi ha colpito è stata non solo l’espressione del viso abbassata a terra, ma anche la sua merce incartata. Aveva aperto una valigia e dentro c’erano pacchetti chiusi tutti uguali. Faceva freddo e c’era solo lui a vendere. Nessuno si era fermato.

Avrei voluto fare una foto per raccontare, immortalando, quel venditore ambulante. Avrei voluto raccontare l’emblema della nostra crisi… la crisi dei lavoratori. Sono decenni che non aumentano i salari, non mi stancherò mai di dirlo: mio padre 30anni fa, con un po’ di straordinario, percepiva una busta paga di 1milione e 500mila lire, con un mese di ferie pagate, con i contributi, con la tredicesima , ecc, ecc. Non solo siamo rimasti fermi ma siamo regrediti visto che lo stipendio è lo stesso con la sottrazione delle ferie, della tradicesima (cos’è la tredicesiama?) ecc, ecc.

Che noia raccontare sempre le stesse cose. Sempre gli operai che muoiono, sempre la povertà, sempre la gente dignitosa… ma ci sono anche i ricchi, gli imprenditori, i nullafacenti?! Anche quel venditore era solo un nullafacente di 15anni fa che oggi vendeva la “pesca fortunata”. Appoggiato sulla manica della valigia un pezzo di cartone, su c’era scritto: “solo 1 euro, pesca il regalo, ci sono delle belle cose”. [+blogger]

comunicato stampa

Il tema della differenziazione e del riciclo dei rifiuti, da criticità estrema si sta trasformando per la nostra città in occasione di riscatto e partecipazione: molteplici sono state le iniziative liberamente sorte nel mondo dell’associazionismo, del volontariato e delle scuole per sensibilizzare la cittadinanza allo scopo di risollevarsi da un’emergenza che rimane comunque ben lungi dall’essere risolta.

L’iniziativa “Le Quattro Giornate della Raccolta Differenziata" organizzata da Comune di Napoli ed Asia ha visto una convinta adesione da parte della cittadinanza: evento conclusivo di tale manifestazione sarà quello organizzato per lunedì 19 Dicembre dall’Istituto Superiore ”F. Caracciolo - Salvator Rosa” nel cuore del Rione Sanità. In Piazza della Sanità, nello spazio antistante la Chiesa di S. Vincenzo, dalle 10:00 alle 13:00 gli alunni accompagnati dai docenti saranno in Piazza della Sanità per l’iniziativa “Ricicli Amo la Sanità”, progetto curato dalle prof. Simona De Simone e Irene Spasiano.

I ragazzi dell’Istituto hanno svolto attività di ricerca ed approfondimento sulle modalità della raccolta differenziata, del riuso e del consumo responsabile e saranno a disposizione della cittadinanza per fornire spiegazioni e curiosità su tale tema nonché per distribuire materiale informativo da essi prodotto e pubblicato a cura della III Municipalità. Per l’occasione L’Asia collocherà un camion destinato alla raccolta straordinaria di rifiuti ingombranti e rifiuti speciali.

Durante l’evento sarà possibile partecipare ad un workshop sul riuso dei rifiuti riciclati organizzato dall’arch. Gioacchino Marino e Carmela Amato che, ispirandosi all’esperienza del loro maestro Riccardo Dalisi, portano nelle strade di Napoli l'accademia dell'università, coniugando la ricerca universitaria con la genuinità e spontaneità dei ragazzi dei rioni scelti come sede dei laboratori.

Il tema del riciclo e riuso verrà sviluppato nel corso dell’intero anno dall’ Istituto Caracciolo-Salvator Rosa“, Ricicliamoci” sarà anche il tema del defilé di fine anno che verrà realizzato dalla sezione Moda dell’Istituto sotto la direzione creativa della Prof. Monica Biancardi: in passerella infatti sfileranno abiti realizzati interamente con materiali riciclati.

Un’anteprima di tale sfilata è stata presentata al recente concorso Concorso "Orange Flowers" di Vallo della Lucania dove gli abiti realizzati con CD, calze, fili elettrici e nastri di videocassette intrecciati hanno valso alla scuola il Premio della Critica ed una borsa di studio.

con un operaio

Stamattina mentre montavano i nuovi infissi di casa, ho discusso con l’operaio specializzato che tra una stuccata e un’avvitata, mi ha spiegato la sua bellissima esistenza. Mi ha detto: “ho trent’otto anni, due figlie stupende e sono divorziato. Amo le mie due bambine di dieci e sette anni, con loro sono un po’ all’antica, non cammino mai per casa con gli slip e se faccio la doccia mi preoccupo bene di chiudere la porta a chiavi”.

Con orgoglio mi ha raccontato della sua “giovinezza”: “a vent’anni ho avuto un sacco di ragazze, avevo un fisico invidiabile perché facevo palestra, poi sono partito e per lavoro ho girato tutta l’Italia. Io non ho nulla da rimpiangere, ho sempre guadagnato e speso ma con moderazione, senza mai sprecare i soldi. Adesso sono felice, quello che ho mi basta”.

Gli ho chiesto qual era il suo mestiere originario, mi ha risposto l’imbianchino. “Ho lavorato con diverse ditte al Nord poi ho deciso di trasferirmi di nuovo a Napoli e adesso (sempre con orgoglio scandendo bene le parole) lavoro in proprio”. Quando riesci a guadagnare in un mese? Mi ha detto che quando c’è lavoro anche 2000 euro ma se c’è crisi a malapena 1000. …ed è felice!

Ecco cosa fa dire ad un’operaio/artigiano sono ricco, sono felice, sono anche un po’ borghese. “Vedo la Pay Tv, mi piace il calcio, sono tifosissimo del Napoli. Gli ho chiesto ancora: ma qui sei tu il capo che guida i lavori?, “no, adesso questo lavoro lo faccio alle dipendenze, sto aiutando a mettere gli infissi, poi il mio lavoro successivo e quello di stuccare tutto”.

Lavoro dipendente; media mensile 1300 euro al mese; girare l’Italia; due figlie; un divorzio; partita di calcio; poco spreco; felicità! [+blogger]

chiediamo in cambio

LO STATO chiede di aumentare l'età delle pensioni perché in EUROPA tutti lo fanno.

NOI CHIEDIAMO IN CAMBIO:

di arrestare tutti i politici corrotti, di allontanare dai pubblici uffici tutti quelli condannati in via definitiva perché in EUROPA tutti lo fanno, o si dimettono da soli per evitare imbarazzanti figure.
NOI CHIEDIAMO di dimezzare il numero di parlamentari perché in EUROPA nessun paese ha così tanti politici!
NOI CHIEDIAMO di diminuire in modo drastico gli stipendi e i privilegi a parlamentari e senatori, perché in EUROPA nessuno guadagna come loro.
NOI CHIEDIAMO di poter esercitare il “mestiere” di politico al massimo per 2 legislature come in EUROPA tutti fanno!
NOI CHIEDIAMO di mettere un tetto massimo all’importo delle pensioni erogate dallo stato (anche retroattive), max. 5.000, 00 euro al mese di chiunque, politici e non, poiché in EUROPA nessuno percepisce 15/20 oppure 37.000,00 euro al mese di pensione come avviene in ITALIA.
NOI CHIEDIAMO di far pagare i medicinali visite specialistiche e cure mediche ai familiari dei politici poiché in EUROPA nessun familiare dei politici ne usufruisce come avviene invece in ITALIA dove con la scusa dell’immagine vengono addirittura messi a carico dello stato anche gli interventi di chirurgia estetica, cure balneotermali ed elioterapioche dei familiari dei nostri politici!
CARI MINISTRI non ci paragonate alla GERMANIA dove non si pagano le autostrade, i libri di testo per le scuole sono a carico dello stato sino al 18° anno d’età, il 90% degli gli asili e nido sono aziendali e gratuiti e non ti chiedono 400/450 euro come gli asili statali italiani!
IN FRANCIA le donne possono evitare di andare a lavorare part time per racimolare qualche soldo indispensabile in famiglia e percepiscono dallo stato un assegno di 500,00 euro al mese come casalinghe più altri bonus in base al numero di figli.
IN FRANCIA non pagano le accise sui carburanti delle campagne di napoleone, noi le paghiamo ancora per la guerra d’abissinia!
NOI CHIEDIAMO A VOI POLITICI che la smettiate di offendere la nostra intelligenza, il popolo italiano chiude 1 occhio, a volte 2, un orecchio e pure l’altro ma la corda che state tirando da troppo tempo si sta’ spezzando. [dalla rete internet]

condanno i rom

Una semplice bugia e un campo rom bruciato. Paura della condanna e un rogo inevitabile. A Torino la ragazza ha confessato poi si è scusata con i rom. Restano i brandelli illuminati di rosso, restano briciole di case puzzolenti, l‘efferata violenze padrona della stupidità e dell’abbandono.

Anche a Ponticelli è accaduta una cosa del genere, non una violenza inventata però, solo un mitico rapimento senza nulla a pretendere. Anche qui un rogo inavvertito e sentenziato. “I rom bevono, non si lavano, sono sporchi, sfruttano e rubano i bambini”.

Una cameriera nera di un albergo di New York denuncia di violenza sessuale uno degli uomini più potenti del mondo, un certo Dominique Strauss-Kahn. Questa volta nessuno si scomoda per incendiare la sua casa. Lui è sempre l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale. [+blogger]


quale risparmio?

Sarà un caso ma da quando hanno chiuso il pronto soccorso dell’ospedale dei Poveri le ambulanze che vanno verso la direzione del Primo Soccorso sono moltiplicate. Dalla via Vergini, alla via Sanità… ne sento parecchie in una giornata passare proprio sotto al mio balcone. Anche adesso che sto scrivendo sento la sirena avviarsi verso l’ospedale. Come se i malati urgenti si fossero messi d’accordo per intasare e creare maggiore precarietà all’assistenza pubblica.

In una struttura, come il San Gennaro dei Poveri, dove sono stati spesi milioni di euro per rifare i reparti della maternità e ginecologia, una sala operatoria nuovissima (mai usata), una palestra riabilitativa, ristrutturati alcuni altri reparti e il (fu) pronto soccorso, è quanto mai assurdo prevedere la chiusura nel giro di due anni, come ha affermato il Generale Scoppa.

È come dire: non solo sprechiamo soldi ma rispendiamone altri nel marasma generale. Per contro, questi non sono tagli alla sanità! Tagliare la spesa pubblica non significa distruggere quello che è stato investito solo pochi anni fa. E’ il contrario. Bisogna riutilizzare al meglio le risorse disponibili; bisogna potenziare le scelte con investimenti mirati creando omogeneità tra i bisogni e le possibilità. Un investimento mirato sarebbe quello di costruire un ospedale nella zona rossa di Napoli? Dove sta il risparmio nel chiudere il san Gennaro dei Poveri?[+blogger]

un tavolo per il san gennaro

Mercoledì prossimo ore 10 cinque persone del “comitato popolare contro la chiusura del pronto soccorso” incontreranno il Generale Scoppa e altri quattro collaboratori. Stamattina decine di cittadini hanno invaso pacificamente ASL Napoli1, parlato e ed espresso le loro perplessità in relazione alla chiusura dell’Ospedale dei Poveri.

Il generale Scoppa si è fermato a discutere in corridoio con i cittadini e ha ascoltato le diverse testimonianze. La richiesta di non chiudere il pronto Soccorso dell’ospedale e di una proroga di un anno le priorità che chiede il comitato. In virtù di quest’incontro è stato stabilito un tavolo di concertazione. Erano presenti dopo la manifestazione alcuni consiglieri di quartiere, due volontari e altri del comitato no alla chiusura del San Gennaro. L’accordo è stato filmato e tra poco lo potrete vedere su questo blog. [+blogger]



lunedì 5 dicembre '11

Dopo quasi un mese di mobilitazione il 1 dicembre è stato chiuso il pronto soccorso, trasformandolo in Psaut. Il Generale Scoppa e il Governatore Caldoro forse credevano che riportando piccole modifiche e qualche medico in più all’interno del servizio di primo intervento riuscivano ad accontentare le richieste del comitato popolare contro la chiusura del pronto soccorso. Forse proprio per la scelta di Caldoro e Scoppa di non incontrare mai, nonostante le numerose proteste, i cittadini del quartiere Sanità, non hanno compreso bene le rivendicazioni delle proteste che chiedevano in modo molto chiaro la NON chiusura del pronto soccorso non il miglioramento del Psaut, illegale a tutti gli effetti se situato all’interno di un complesso ospedaliero.

Chiediamo il ripristino immediato del pronto soccorso perche con il Psaut continuerà a persistere il problema del sovraffollamento del Cardarelli, dato che l’ospedale San Gennaro non potrà più fornire ricoveri e referti e resterà aperto solo per poche settimane prima di essere totalmente trasferito altrove. Inoltre rimane ancora illegale il provvedimento di chiusura del pronto soccorso in quanto non è ancora in funzione l’ospedale del mare, come previsto dal piano di riordino ospedaliero dello stesso Caldoro, che già è assolutamente insufficiente.

A questi nostri interrogativi e a queste nostre denunce non è ancora pervenuta una risposta né l’apertura di un tavolo di trattative con Caldoro e Scoppa i veri responsabili dello sfascio della sanità pubblica campana. Proprio per questo abbiamo deciso di andare di persona dal Generale Scoppa per fargli capire una volta e per tutte che la salute pubblica dei cittadini è un bene comune prezioso e inestimabile e non lasceremo metterla a repentaglio. (E’ reso noto, in un comunicato diffuso dal consigliere Francesco Ruotolo, che 255 cittadini hanno denunciato alla Procura della Repubblica, tramite l’Associazione Consumatori Utanti, la chiusura indiscriminata e arbitraria del pronto soccorso dell’ospedale dei poveri nel rione Sanità)

Lunedì 5 dicembre ’11 appuntamento ore 09,00 fuori all’Ospedale san Gennaro (partenza con nostri pullman) - 9:30 Dirigenza ASL Napoli1 (di fronte metro frullone) – per il ripristino immediato del pronto Soccorso e contro i tagli alla spesa pubblica, la salute è un bene comune e non si tocca! [comitato popolare contro la chiusura del pronto soccorso]

chiuso il pronto soccorso

Non sono serviti giorni di protesta, centinaia di cittadini, fiaccolata, raccolte più di 5000mila firme… Se quella che loro chiamano “democrazia” non è partecipe, questo significa la morte del pluralismo. Quando la politica parla una lingua differente rispetto a quella dei cittadini, forse non c’è più scelta e la colpa è solo di chi s’impunta come il figlio viziato che chiede un jeans alla moda.

C’è un braccio di ferro: chi vince esulta, chi incassa s’infiamma. Questa non è gestione della cosa pubblica, questo è impoverimento della civiltà. Anzi per certi aspetti è totalitarismo, un uomo solo, anzi due, Scoppa e Caldoro, contro più di 5000mila firme, contro i parroci del rione sanità, contro i medici e il personale dell’ospedale san Gennaro, contro i commercianti, contro le associazioni, contro i cittadini.

La chiusura è anche un reato perseguibile visto che era prevista dopo l’apertura dell’ospedale del mare. I comitati spontanei (i cittadini) hanno esposto denuncia alla Procura della Repubblica. Ma al di là delle responsabilità chi paga dazio è la parte più debole, chi reagisce urlando, chi si dimena, chi cerca di difendere i propri diritti venendo aggirato così bassamente e barbaramente.

Anche La Repubblica che sembrava stare dalla parte della gente ieri con un comunicato ha confermato che il commissario straordinario Schoppa aveva fatto marcia indietro, cosa che ha tratto in inganno molte diverse persone, ma che invece altro non era che una riconferma della volontà di serrare l’ospedale. [+blogger]


Il fax di scoppa, un bluff!

Oggi alle ore 18,32 è stata battuta la notizia, pubblicata dal sito de La Repubblica, che il commissario Scoppa, tramite un fax, ha revocato la chiusura del pronto soccorso del san Gennaro. Il consigliere Francesco Ruotolo parla di bluff in quanto non si spiega come mai nell’ospedale è arrivata la tabella che sostituisce la vecchia dicitura di pronto soccorso con la nuova di primo soccorso. Inoltre il consigliere di R.C. parla di scorretta informazione da parte del giornale La Repubblica in quando la prevista vittoria dei movimenti e dei cittadini con il “ripristino della figura del medico, di un chirurgo, ed una anestesista” altro non è che la prima ed unica decisione del commissario straordinari Scoppa.

In effetti se è veramente così il malato è in parte curato senza nessuna responsabilità da parte dei medici previsti dal primo soccorso. Si stenta a credere ad una vittoria dei cittadini che hanno protestato per diversi giorni. Il fax sembra un contentino non troppo credibile né riconducibile ad una marcia indietro.

Non si può gridare vittoria come hanno fatto Tutino e Pietro Rinaldi sempre su La Repubblica. Se si arriva al “pronto soccorso” e poi si va in un altro ospedale è meglio che a qual primo soccorso non si arrivi mai: meglio cambiar direzione se non si vuol rischiare di morire. Basta chiederlo a qualsiasi medio di buon senso per capire la gravità della situazione, se arriva un infartuato il malato deve rimanere sul posto non può essere trasportato ad un altro ospedale.

Chiudere il pronto soccorso è un reato, lo ha ribadito anche il sindaco di Napoli de Magistris ieri sul suo blog. Esso doveva essere chiuso solo dopo l’ apertura dell’Ospedale del mare come stabilito dal piano regionale di riordino ospedaliero. Se domani, e lo spero, il pronto soccorso rimarrà aperto, ribadisce Francesco Ruotolo, sarò ben lieto di scusarmi pubblicamente. [+blogger]

comunicato stampa

OSPEDALE SAN GENNARO DEI POVERI - Vista la decisione da parte dei responsabili di chiudere il pronto soccorso dell’ospedale san Gennaro dei Poveri e viste le proteste di numerose persone, dei comitati spontanei, della cittadinanza, e visti i provvedimenti insufficienti per una popolazione di più di centomila abitanti, e in virtù della chiusura di altri pronto soccorso come quello degli Incurabili, del Loreto Mare, del Centro Traumatologico Ortopedico (C.T.O), dell’Ascalesi e dei Pellegrini;

viste le oltre 5000 mila firme raccolte in pochi giorni e visti gli scenari futuri disastrosi, con l’Ospedale Cardarelli che ogni 30 secondi accoglie un intervento d’urgenza, nel caos generale, rischiando anche di sbagliare diagnosi ecc, ecc.; di tali conseguenze la RETE SANITA’ aderisce ed esprime solidarietà alle numerose persone che protestano ogni giorno fuori all’Ospedale dei Poveri del rione Sanità, ai numerosi comitati spontanei costituitisi e alla cittadinanza tutta. Unendosi alla protesta chiede unanime che il pronto soccorso non sia chiuso, anzi chiede il potenziamento della struttura visti anche i numerosi reparti e ambulatori efficientissimi e tecnologicamente avanzati.

La RETE SANITA’, ribadisce: SI AL DIRITTO ALLA SALUTE! NO ALLA CHIUSURA DEI PRONTO SOCCORSO! NO AL PRIMO SOCCORSO PERCHE’ INADEGUATO ALLE ESIGENZE DELLA QUARTEIRE E DELLA CITTADINANZA! [la rete sanità]

la salute non si tocca!







l'inetto

C’è chi crede che sia una battaglia inutile, chi invece continua a protestare, c’è chi non ha voglia di gridare e chi non scende perché non può farlo. Sta di fatto che mercoledì alle 24 il pronto soccorso del san Gennaro chiude, le oltre 5000 (cinquemila) firme non sono servite a nulla. Alessandro Lenti, un cittadino del quartiere, guarda già oltre, dice che “sarebbe meglio adesso combattere per la riapertura della salita Scudillo, potrebbe essere una soluzione per la gente che dalla Sanità va al pronto soccorso del Cardarelli”.

Ma se è vero che i politici guadano alla democrazia allora non si possono ignorare così tante firme, non si possono ignorare i comitati spontanei che protestano ogni giorno, le oltre 1500 persone che hanno sfilato per le vie del quartiere bloccando le strade, le piazza, il traffico.
Se è vero allora che la politica guarda da un lato e la gente dall'altro, è vero anche che i bisogni sono comuni a tutti e uguali per tutti. Oggi sembra che i politici inneggiano alla violenza, vogliono lo scontro e parlano di pluralità tenendosi “la mano sui coglioni”.

E’ vero pure che se non ci fossero così tanti stupidi eletti forse la cosa pubblica sarebbe in parte protetta, se il nostro paese non soffrisse di clientelismo abulico, di familismo amorale, di vittimismo congenito, di senilità giovanile forse la dislessia che si frappone tra le Istituzioni e la gente sarebbe meno marcata, forse è anche vero che la [s]democrazia sarebbe in pericolo, togliendo agli inetti la forza di comprendere. [+blogger]

scarcerato

L’altro ieri era stato arrestato un drogato che abitava in un vicolo di via Sanità, alcuni inquilini del palazzo avevano esultato: “…finalmente non lo sentiremo più lamentarsi e tossire”. Nella contentezza generale qualcuno aveva fatto delazione, il ragazzo ormai cresciuto era agli arresti domiciliari ma non stava mai in casa, aveva bisogno di drogarsi e chiedere la carità. Dopo diversi giorni ritornava a casa, “ma come?”, si era gridato “l’hanno rilasciato”?
Un drogato di circa 35 anni, che aveva fatto? Aveva rubato per drogarsi. Voleva stare solo, staccare la spina, vivere nel suo basso senza sentire né vedere nessuno, solo con la sua droga e la casa/stanza di 10metri quadri. Il drogato disturbava con la sua tosse: se invece gli inquilini urlavano a squarcia gola per chiamare il salumiere o il macellaio o se usavano la bocca anziché il citofono bhè, questa allora è un’altra cosa.
“Attenzione” dicevano (e dicono tutt’ora), “potremmo infettarci tutti. Il drogato è sporco, incosciente, stupido, maleodorante, incapace, ladro, fannullone”. Una persona così portava le malattie… “attenzione a dove metteva le mani e il fiato, attenzione ai bacilli, alle malattie e alla contaminazione”. Quando nel portone entrava uno scooter acceso lo scarico era ossigeno, ma questa era (è) un’altra cosa.
“No, noi non siamo dei delatori, non siamo traditori, noi gli vogliamo bene al drogato, lo volevamo sbattere in carcere così smetteva anche di dogarsi”. Adesso lui continua a sbattersi: la tosse, il freddo, i polmoni, lo stomaco. “Noi siamo pur sempre dei benefattori”. [+blogger]

scoglio di mergellina


…perché la nostra non è una famiglia? I miei figli non sono miei figli? Il mio lavoro non è mio lavoro? L’amore che io provo è diverso da quello che provi tu? Non sento freddo? Non sento caldo? Forse non ho passioni e aspettative? Non provo forse anche io la gioia, i dolori, le ambizioni, il coraggio, le paure, i rimpianti, la malinconia, la noia, la felicità …?

Ma per essere considerato sono costretto a salire 20 piani, usciere sul terrazzo e urlare. Quando poi m’accorgo che sotto non c’è nessuno mi rendo conto che anche chi strilla non deve sentir dolore. Se poi penso di farla finita mi vergogno perché credo che la morte faccia schifo!

Ottocento euro al mese che diventano seicento, cinquecento, quattrocento. È la spoliazione della miseria, è la vendetta della immaginazione: non puoi e non devi permetterti di immaginare! Sotto c’è: una camionetta dei pompieri, una auto della polizia, un gommone aperto. Se volessi farla finita quel gommone non servirebbe ad un cazzo!

“Da via Posillipo il mare divampa di luci riflesse, dolgono gli occhi ai pesci, un turista che percorre la litoranea in carrozza non vede i cenci che respirano sul marciapiedi ma scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe di sabbia. Voi dite a Napoli Quanto sei bella, e Napoli è perduta. [+blogger – il virgolettato è tratto dai un capitolo del libro “L’Oro di Napoli”, Scoglio di Mergellina di Giuseppe Marotta, ed. BUR]


san gennaro protettore


ieri la manifestazione

Ho partecipato al corteo contro la chiusura del pronto soccorso dell'ospedale San Gennaro, e scrivo proprio mentre la manifestazione è ancora in pieno svolgimento o almeno dovrebbe arrivare all'epilogo. Siamo partiti dal presidio ospedaliero presso la Penninata di San Gennaro dei Poveri, all'inizio in pochi, poi man mano che avanzavamo sempre più persone si sono unite a noi, per marciare e protestare, preceduti da striscioni e cartelli, e armati della nostra voce per dire no ad una politica regionale che pensa solo a privatizzare e ad accorpare poli ospedalieri, che investe fior di quattrini per far aprire supermercati al posto di un cinema, e a chiudere un servizio di vitale importanza per un quartiere con una popolazione di 80.000 abitanti. Perchè scendere in piazza per il San Gennaro?

Perchè già hanno chiuso l'Ascalesi, gli Incurabili (ospedale dove operò il medico dei vicoli, Giuseppe Moscati), e a fine novembre è prevista la chiusura del San Gennaro. E' una vergogna privare un popolo che già soffre della mancanza cronica di servizi sociali, esclusi quelli parrocchiali o privati, della possibilità di accedere al diritto, e sottolineo diritto alla salute. Anzichè chiudere bisogna finanziare e potenziare i reparti di eccellenza, e quello del San Gennaro è l'unico raggiungibile per il quartiere, in quanto, soprattutto per i malati più gravi, se si dovesse verificare l'ipotesi di dover raggiungere un ospedale più lontano, tipo il Cardarelli, questi hanno tutto il tempo per passare a miglior vita prima di arrivare a destinazione.

Ora io mi domando e dico: va bene che il governatore è Caldoro per il cui partito, il PDL, le privatizzazioni sono una religione, ma il sindaco De Magistris come intende muoversi in proposito? E' questa la politica del rinnovamento che tante speranze aveva suscitato quando l'ex magistrato si è presentato ai napoletani che lo hanno eletto sindaco, cioè come rappresentante degli interessi della città? Auguriamoci che quel programma sia reale e non l'ennesima promessa mancata! [vincenzo minei]


intervenire subito

“Il palazzo al civico numero 2 di Vicoletto san Gennaro dei Poveri è pericolosissimo, alcune famiglie hanno già abbandonato lo stabile altre invece non sanno cosa fare e dove andare.” Così una donna che abita di fronte al palazzo pericolante esprime la sua preoccupazione. Sembra che il pavimento al secondo piano è in parte sprofondato e lo stabile ha lesioni intere preoccupanti.

Sempre da persone che abitano nei pressi, sono venuti sia i pompieri sia alcuni esperti e hanno ordinato lo sgombero immediato. Ci chiediamo: perché alcune famiglie non vanno via? E se lo stabile è realmente così pericoloso come mai non è stato messo un avviso, non sono state messe apposite impalcature per evitare un disastro maggiore?

Se è così, e bisogna verificare la veridicità di tali affermazioni (sembra che per aggiustare le fondamenta ci vogliono circa 300 mila euro), e se la situazione è realmente preoccupante, la pericolosità del palazzo mette a repentaglio non solo la vita di chi ci abita ancora ma anche dei passanti e tutti gli altri stabili nelle vicinanze.

Speriamo che si faccia subito qualcosa. Non aspettiamo che succede una catastrofe, gridando poi allo scandalo. Se la situazione è realmente così grave c‘è bisogno di avvisare subito la popolazione, mettere al sicuro la gente, circoscrivere l’area. [+blogger]


giovedì 17 novembre

Con il provvedimento varato nel nuovo piano sanitario della Regione Campania il pronto soccorso dell'ospedale San Gennaro chiuderà il prossimo 30 novembre, limitando di un riferimento certo di primo soccorso oltre 100mila persone.

Il provvedimento prevede l’accorpamento del San Gennaro e dell’Ascalesi al futuro ospedale del Mare, situato all’interno della zona rossa a rischio sismico e vulcanologico del Vesuvio e che per ora resta ancora sulla carta, perché sotto inchiesta della magistratura per truffa ai danni dell’Asl Napoli1.

Inoltre dopo la chiusura del pronto soccorso dell’Ospedale Incurabili e del Cto, l’ unico pronto soccorso rimasto in zona è quello dell’ospedale Cardarelli che già soffre di sovraffollamento.

Con la chiusura del pronto soccorso dell'ospedale San Gennaro si elimina uno dei pochi servizi esistenti all'interno del quartiere Sanità', un quartiere che già' soffre di una profonda mancanza di servizi\diritti primari.

Proprio per questo la cittadinanza attiva del quartiere dopo avere bloccato il corso Amedeo di Savoia e dopo aver occupato simbolicamente la direzione sanitaria dell'ospedale San Gennaro...lancia come prossima tappa della battaglia contro la chiusura del pronto soccorso un corteo cittadino.

GIOVEDI' 17 NOVEMBRE ORE 18 - CORTEO ore 17,30 PARTENZA DAVANTI L'OSPEDALE SAN GENNARO [
comitato beni comuni cittadini della sanità]


parcheggio e caduta abusiva

Ieri a Santa Maria la Nova Aniello Silente operaio di 24 anni è caduto da un impalcatura. Impalcatura forse abusiva, contratto forse abusivo, lavoro forse abusivo, caduta forse abusiva, parcheggio forse abusivo… Parcheggio? Sì, il ragazzo è all’ospedale Loreto con la prognosi riservata ma forse ha scampato il pericolo della morte. Come mai? Grazie all’abusivismo.

Grazie all’abusivismo? Si, hai capito bene, grazie all’abusivismo. Il corpo del povero Aniello è andato a finire sulla carcassa di un'auto parcheggiata abusivamente che ha attenuato il colpo e forse gli ha salvato la vita. Ha diverse fratture ma sembra se la cavi, non è sciolta ancora la prognosi ma noi tutti lo speriamo bene. Per fortuna anche chi lavora ha il suo angelo abusivo. [+blogger]

merce di scambio

Per cortesia, per cortesia, posso essere almeno considerato merce di scambio?

Oggi ero nel centro polifunzionale di via Nuova Poggioreale. Mentre camminavo ho sentito diversi giovani che discutevano del fatto che da tre mesi non prendevano lo stipendio, incerti di cosa dovevano o non dovevano fare, alla fina hanno deciso di risalire e lavorare ancora gratis. Con loro c’era una mia ex collega che ascoltava le storie un po’ perplessa. Ad un certo punto uno di loro le ha rivolto la parola dicendole: “beata te che ti pagano ogni mese”.

Premetto che questa ragazza “fortunata” lavora da diversi anni con un contratto a progetto. Se pur le è rinnovato non è mai previsto però l’aumento. Come per legge non percepisce le ferie, né le malattie, né gli straordinari, ma in compenso deve lavorare otto ore al giorno (senza doverlo spifferare però), etichettata come una fortunata, è ricattata con la più infima delle schifezze: “o lavori in questo modo o vai via, tanto c’è chi sta peggio di te, lo vedi?”.

No, mi dispiace, lei non è neanche più considerato merce di scambio. [+blogger]

"agguato" popolare

Ieri sera 7/11/2011 ore 18 davanti all’Ospedale san Gennaro è stata fatta una assemblea popolare contro la chiusura del pronto soccorso che accoglie circa 100mila abitanti. Ricordiamo che in un anno solare nello stesso ospedale sono stati fatti 3000 interventi d’urgenza salvando la vita di moltissime persone. L’assemblea richiede la riqualificazione del pronto soccorso e dell’intero ospedale, ricordiamo che nella stessa struttura ci sono reparti altamente tecnologici (senza contare medici e paramedici), e altri che vanno rivalutati come la gastroenterologia, l’otorinolaringoiatria, la ginecologia, la cardiologia, l’ortopedia.

L’assemblea spontaneamente ha organizzato una corteo per il quartiere che sì è diretto su via s Teresa degli scalzi bloccando il traffico cittadino e fermandosi all’altezza dell’Asl. E’ stata ribadita la richiesta di un incontro urgente con i vertici della regione, dopo varie trattative è stato accordato un incontro alle ore 11 del giorno 9/11/2011 nella sede della regione Campania di via santa Lucia.

La delegazione è rappresentata dai componenti del comitato popolare, del consiglio della III Municipalità e dei rappresentati dell’Ospedale. Il comitato ribadisce altresì che continuerà con azioni non violente sul territorio. Alle ore 18 del giorno di cui sopra c’è un’altra assemblea sempre davanti all’ospedale san Gennaro per comunicare l’esito delle trattative. Intervenite tutti. [mauro migliazza]


ladri d'anima...e dopo?

Ho avuto modo di assistere all’anteprima del film “Ladri D’Anima” di Maurizio Giordano, film documentario che parla di Marcello Torre sindaco di Pagani (Sa) ucciso negli anni Ottanta per difendere le sue idee e il suo senso di giustizia. Beh, al di là che non sarebbe neanche il caso di recensirlo, ma lo faccio esclusivamente per ciò che rappresenta e ha rappresentato l’ex sindaco barbaramente assassinato, un film del genere non solo mette in cattiva luce il protagonista, ossia Marcello Torre, ma anche tutti quelli che si battono attualmente per lui e per la giustizia sociale.

Brevemente e tecnicamente “Ladri D’Anima” si posiziona tra un film di Mario Merola/Giggi D'Alessio stile anni perduti e i montaggi che attualmente si possono vedere su youtube che raffigurano neomelodie pagane d’importazione. Come già precedentemente recensito il film “Un Camorrista Perbene”, al di là del fatto che nel messaggio ultimo come nel soggetto “Ladri D’Anima” ha intenti più nobili e di levatura differente, la recitazione così come il montaggio, la grafica, gli snervanti nomi che appaiono di continuo con sottofondo nero (scelta naturalmente discutibile ma pur sempre una scelta di stile), risultano di sgradevole impatto sia visivo che uditivo e percettivo. La regia pecca di pressappochismo e dilettantismo, difficile non accorgersene che un’attrice professionista(?) legga spudoratamente la sua parte, anche gli incolpevoli giovani attori che per la prima volta si cimentano in un lungometraggio risultano stonati, con gli occhi nella telecamera, privi di un aiuto regia decente e di un attento operatore di macchina.

Le critiche possono anche lasciare il tempo che trovano e fare pubblicità al film, vale la massima “se ne parli bene o se ne parli male purché se ne parli”, ma la dissonante realtà tra una recitazione pessima e il protagonista che, nella sua missione sacrificale infarcita di retorica vittimistica, sopravanza in una cavalleresca “infarinatura” degna di un’elementare recita scolastica, beh credo che dire sia troppo è poco, anche in virtù del fatto che le fonti ufficiali della morte del Sindaco di Pagani risultano dissonanti, sparite, non ufficiali, confuse. Beh, se il Film “Ladri D’Anima” è servito a creare altra confusione senza dubbio nulla toglie che sia riuscito pienamente e “degnamente” nell’intendo prestabilito. Mi domando: ma per caso è stato fatto apposta? [+blogger]

napoli juve... pecché?

A Napoli, in Italia quando succedono delle catastrofi, (vedi le ultime come le 5 Terre e Genova) oltra al fatto che non si trova mai li responsabile, e quando lo si trova ci vogliono anni per condannarlo, quando non subentra la prescrizione, si grida sempre alla negligenza, alla mancanza di prevenzione e di senso civico.

Adesso che, chiamatelo eccesso di zelo, chiamatelo pure allarmismo, una partita di calcio è sospesa, attenzione stiamo parlando di una partita, niente di straordinario né assoluto, tutti si indignano per la piaggia cessata in mattinata, per il sole che è uscito a mezzogiorno e per le ottime condizione del manto erboso. Ma insomma mettiamoci d’accordo la prudenza non è mai troppa o chi “sparte av’ a peggi’a parte?”[+blogger]

ma qual è la verità?

Ma qual è la verità? È quello che penso io di me? O quello che pensa la gente? O quello che pensa quello là lì dentro? Cosa senti dentro di te, concentrati bene, cosa senti? Si, si sento qualcosa che c’è. Quella è la verità! Ma, sssssssss, non bisogna nominarla, perché appena la nomini non c’è più!
 

morte bianca e a colori

Muoiono sempre gli stessi! Per amor del cielo non voglio dire che la morte sia a vantaggio di uno e/o a favore di un altro, ma le differenze si sentono e si vedono, si percepiscono e si capiscono. Anche le malattie sono differenti: nel senso che un infarto è differente se a beccarlo è un Cassano qualunque; se un incidente ha coinvolto invece super Sic o due operai di somma Vesuviana le differenze salgono a dismisura. Contegno, contegno! C’è sempre la giustizia divina! Ma? Sarà così, io non ci vedo nulla di differente.

Un momento, un momento, adiamo per ordine. Non c’è differenza tra malato e malato, l’essere umano è uguale biologicamente e non ideologicamente. Morire a 24 anni dispiace, morire come Taricone è disarmante, morire sul lavoro è indifferente, morire come Amy Winehouse è … non mi viene il termine.

Il prestigio è differente, l’ambiente è differente, la sostanza è differente quando ad indignarsi sono migliaia se non milioni di persone. Tutti i giorni si muore in bianco ma questa è storia vecchia, non è paradossale come quella del papa che, dopo essere vissuto nella ricchezza, servito e riverito, amato e adorato se non idolatrato, poi alla fine si fa seppellire in un’umile cassa di legno.

Allora diamo a cesare quello che è di Francesco. Oggi volevo scrivere della bella brutta prestazione del Napoli ieri a Monaco. Ma lasciamo stare, cosa avrei potuto dire? Nel ricordo del 3 a 2 ripenso alla mia solitudine, facendo zapping ieri niente fiori per gli operai, niente di niente. Auguri Cassano. [+blogger]


contro la chiusura del san gennaro

Contro la scellerata decisione dei vertici dell’Asl Napoli 1 che intendono chiudere il pronto soccorso dell’ospedale san Gennaro dei Poveri rimanendo oltre 100mila persone senza un riferimento certo di primo soccorso. Il comitato per la rinascita dell’ospedale propone:

a tutti i cittadini del quartiere Stalla san Carlo e a tutte le associazioni, i partiti e i movimenti spontanei di partecipare ad una pubblica assemblea da tenersi il 3/11/2011 presso la piazza san Gennaro per potere tutti assieme discutere il da farsi sul problema della chiusura imminente del pronto soccorso e stabilire le adeguate risposte. Partecipate in massa contro i tagli fatti sulla salute della gente!


tasse per chi cerca lavoro

La legge di stabilità, ovvero la legge che attua la manovra di settembre, approvato la settimana scorsa, contiene una tassa di 10-15 euro su chi fa domanda per partecipare a un concorso pubblico.Crediamo che questa misura sia sbagliata, per due motivi.

In primo luogo ne fa del lavoro pubblico un privilegio da tassare. Il lavoro pubblico è un oggetto di molteplici critiche in Italia. Da un lato è ritenuto inefficiente e dispendioso. Dall’altro lato, odora di clientelismo, in quanto spesso riservato ai raccomandati. Le critiche sono fondate, ma non si possono generalizzare. Non tutti dipendenti pubblici sono raccomandati e non tutti servizi pubblici sono inefficienti. E, soprattutto, le cause di questi problemi non sono i singoli lavoratori, ma gli inadeguati sistemi di governo dei servizi pubblici e di incentivazione di che ci lavora. Occorre risolvere questi problemi alla radice anziché ritenere che siccome i dipendenti pubblici sono raccomandati e fannulloni, è accettabile tassarli.

Il secondo motivo che rende la misura sbagliata è che va contro la prima priorità dell’Italia, cioè la creazione di più posti di lavoro. L’Italia ha il tasso di partecipazione al mercato del lavoro tra i più bassi nel mondo. Da noi lavora il 63% delle persone tra 15 e 65 anni, contro il 75% della Germania. Una tassa sulla ricerca di occupazione, anche se si tratta di impiego pubblico, è un disincentivo al lavoro.

La tassa potrebbe portare nelle casse dello stato qualche milione di euro e quindi un’entrata di entità del tutto marginale nel contesto di una manovra di quasi 60 miliardi. Di fatto, è una misura simbolica che lancia un messaggio che riteniamo sbagliato. Voi, che ne pensate? [fonte: Redazione Global Publishers - link: http://tuttosullavoro.libero.it/caso-settimana/3250/una-tassa-su-chi-cerca-lavoro/]

aggio sfugato!

Chi scrive lettere accà, chi scrive lettere allà! Ce stanno scamazzanno, ce stanno facenno ‘o strascino: a nuje lavurature ce stanno mettenn 'n croce! E bravi! Avete voluto l’agnello e adesso cacate le ossa! Votiamo dando la bustarella, ci facciamo pagare la luce in cambio di un voto, e mo' bruciamoci tutti il culo.

Forza Napoli, qui si chiede ancora più flessibilità, il Napoli ha battuto l'Udinese: evviva, qui chi lavora a progetto è spacciato e adesso anche chi ha un contratto a tempo indeterminato frigge nel suo silenzio. Gridiamo tutti: Forza Napoli!

Basta! Me ne voglio j', sento ch’aggio perzo! Ho perso la mia dignità, ho perso il mio futuro, e quando mi sento chiamare fallito esulto dalla gioia. Se questo è il mondo del lavoro… Cca, dinto 'a Sanità 'a ggente more a 50 anni: ma quanno 'a vere 'a penzione?

Io lavoro a progetto, so' già scheletro?!, ma comme faccio a m’astipà nu soldo cu 800 euro al mese? Ma l'avita lett'a lettera 'e Trichet e Draghi? Ma chiste stanno fore! Ce avito rutto 'o cazzo! Si ve 'ncontro mmiezo 'a via ve spute 'n faccia! Mmocca a chivemmuorte! [+blogger]

14 comandamenti

1° Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.

2° In qualsiasi situazione, cerca di non danneggiare nessuno.

3° Tratta gli altri esseri umani, gli altri esseri viventi e il mondo in generale con amore, onestà, lealtà e rispetto.

4° Non tollerare che sia commesso il male e non sottrarti al compito di amministrare la giustizia, ma sii pronto a perdonare le offese ogniqualvolta chi le ha recate riconosca le proprie responsabilità e sia sinceramente pentito.

5° Vivi la vita con un senso di gioia e meraviglia

6° Cerca sempre di imparare qualcosa di nuovo

7° Sottoponi tutto a verifica; controlla sempre che le tue idee si accordino con i fatti e scarta anche credenze cui sei affezionato se sono contraddette dai dati reali. (A partire da credenze se ne può discutere meglio e dettagliatamente)

8° Non censurare né respingere a priori le idee diverse dalle tue, ma rispetta sempre il diritto degli altri di dissentire da te.

9° Formati opinioni indipendenti sulla base del tuo raziocinio e della tua esperienza; non lasciarti trascinare ciecamente dagli altri.

10° Metti tutto in discussione. (Approfondire meglio con una discussione)

11° Godi della vita sessuale (purché non danneggi nessuno) e lascia che gli altri godono della propria quali che siano le loro inclinazioni.

12° Non discriminare o opprimere gli altri per motivo di sesso, razza o (nei limiti del possibile) specie.

13° Non indottrinare i tuoi figli. Insegnali a pensare con la loro testa, analizzare i dati e dissentire da te.

14° Valuta il futuro in base a una scala temporale più lunga della tua. [fonte: “L’Illusione di dio” di R. Dawkins - pagg. 260/261]

questa è la nostra fede

Oggi c’è chi “sceglie” di prostituirsi per pagare gli studi (vedi il film tratto da una storia vera, “Student Services”, di Emmanuelle Bercot); chi invece guadagna 3000euro al minuto e si dimentica di pagare le imposte come Valentino Rossi; c’è chi dichiara, come il deputato Giorgio Stracquadanio, che 16mila euro al mese non bastano per vivere; e poi c’è l’operaio della Fiat che si lamenta per il troppo lavoro; ci sono i sindacati, c’è chi lavora alla rai percependo una liquidazione di fine rapporto di 12milioni di euro; c’è chi riceve invece una pensione a vita per aver fatto un solo giorno da parlamentare.

Il video hard di Belen Rodriguez spopola la rete internet così come la foto di Muammar Gheddafi trucidato sanguinante con un buco alla testa. Gli opposti si toccano, come dire: dio ha creato tutto e il contrario di tutto… e gli uomini religiosi assolvono con grande abnegazione la loro dovizia.

Una famiglia con due figli, uno diversamente abile, cerca un letto nuovo per dormire. Quello che avevano si è rotto di recente. Non hanno la possibilità di comprarlo causa il licenziamento coatto del capo famiglia. Un vecchietto senza una gamba ed immobilizzato al letto cerca aiuto causa interruzione della pensione senza un giusto motivo. A Posillipo una abitazione di 120mq si fitta ad un prezzo di euro 4000 al mese. Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla. [+blogger]

III municipalità con i black bloc

Non so voi, ma io nel rione sanità non ho mai visto i black bloc se qualcuno c’è riuscito, per favore, mi informi dettagliatamente. A Roma ne erano centinaia, come dicevano le fonti ufficiali, eppure non ne hanno arrestati nessuno, tutti scappati, tutti dissolti nella calca della distruzione. I vestiti neri scassano le vetrine, assaltano i camion della polizia e dei carabinieri, creano terrone ma non vengono assicurati alla giustizia.

Bella parola!, qui nel quartiere cosa potrebbero fare i black bloc? Con la violenza far rientrare la merce depositata sui marciapiedi dai commercianti? Con la violenza sfasciare gli scooter di tutte quelle persone che camminano contromano? Distruggere le auto in sosta selvaggia? Bene, proponiamo una risposta ai black bloc.

Tutti i consiglieri e la presidentessa della III Municipalità, che praticamente non possono fare nulla (ci dicono che loro non hanno potere decisionale, sono bloccati, praticamente sono inutili: vorrei sapere perché li dobbiamo avere, perché li dobbiamo pagare, perché dobbiamo pagare i loro stipendi e quelli degli assessori…), devono vestirsi da black bloc girare per il rione e imporre la legge così come prevista dal codice. Sarebbe una bella soddisfazione, che ne dite? [+blogger]

tutto pulito

“…ma possiamo tornare dopo mangiato?”E’ Sabrina che me lo chiede dopo che cerco di dir loro che è l’una e mezza, è ora di andare a pranzo.

Sono stati proprio Sabrina, Rita, Mimmo, Mattia, Rossella, Pino, Salvatore, Francesco, Luigi, Maria, Carmen, Stefania,Chiara, Marcella, Davide, Alfonso, Rossella, Patrizio, Elda, Cristian, Carmine, Martina, Mena, e poi .”…i RAGAZZI dell’Oratorio Miracoli”, come mi suggerisce di scrivere una tra le più ‘grandi’ del gruppo,” i veri protagonisti dell’iniziativa ai Miracoli di “Puli-amo la Sanità”, organizzato dalla RETE per la Sanità” “Cominciamo dallo spazio delle giostre”, è uno tra i più piccoli, a dare gli ordini.

E così, per circa 4 h, armati di scope più alte di loro, guanti e qualche cassetta della frutta recuperata per depositare i pezzi di vetro più grossi, sono andati avanti a riempire una ventina tra buste e bustone. Anche l’erba, strappata dai muri e dagli angoli dei vialetti, è finita in quelle buste, solo in parte raccolte dal camioncino dell’ASIA, che, dopo aver rimosso le ‘campane’ stracolme di rifiuti, spiegando a noi di malavoglia che poi metteranno quelle nuove (quando? perché rimosse prima delle nuove o, comunque, prima che ci sia altra modalità per evitare l’abbandono totale di montagne di rifiuti nella piazza)e poi una breve apparizione per prendere qualche altra busta, è andato via. Così, dopo aver invano atteso che il camioncino, come promesso, tornasse, alla fine tutte le altre buste sono andate a colmare i pochi cassonetti dell’indifferenziata della, piazza.

Poi, prima di andar via, hanno preso i volantini residui rimasti sul banchetto sotto al gazebo che la Rete aveva allestito, “…per portarli a casa o a scuola”, hanno annunciato. E il tutto sotto gli occhi degli adulti indigeni che, prima increduli, poi, quando sono cominciate a mancare le scope, insufficienti per tutti i ragazzi che man mano si aggiungevano, hanno cominciato a collaborare aggiungendone qualche altra insieme alle palette. Per loro, per la maggior parte di questi abitanti, poco abituato a ricevere a…gratis, una vera e piacevole sorpresa; per i ragazzi, un gioco.

Ma, forse, mai un gioco fu così serio ed educativo prima che utile! Alle Istituzioni; un invito a non sprecare tante inopinate risorse, e, soprattutto, a non lasciarli soli: oltre che pericolosamente diseducativo, sarebbe l’ennesima disorientante delusione! [erminia romano]