“Siamo stati capaci di chiudere la rotta balcanica, - ha
detto il Presidente della Commissione Europea, Tusk -possiamo ora chiudere la
rotta libica. ”Parole pesanti come pietre pronunciate in occasione del
Memorandum firmato a Roma il 2 febbraio dal nostro Presidente del Consiglio
Gentiloni con il leader libico Fayez al Serraj, per bloccare le partenze dei
migranti attraverso il canale di Sicilia. E’ la vittoria del cosiddetto Migration
Compact (Patto per l’Immigrazione), portato avanti con tenacia dal governo
Renzi e sostenuto dall’allora Ministro degli Esteri, Gentiloni. “Lo stesso
impegno profuso dall’Europa per la riduzione dei flussi migratori sulla rotta
balcanica, - aveva affermato lo scorso anno davanti alla Commissione
Trilaterale Gentiloni, - va ora usato sulla rotta del Mediterraneo Centrale per
chi arriva dalla Libia. ”Gentiloni, ora che è presidente del Consiglio, lo sta
realizzando. Trovo incredibile che si venga ad osannare l’accordo UE con la
Turchia per il blocco dei migranti. Ci è costato sei miliardi di euro, regalati
a un despota come Erdogan ed è stato pagato duramente da siriani, iracheni,
afghani in fuga da situazioni di guerra. “I 28 paesi della UE hanno scritto con
al Turchia - ha affermato C. Hein del Consiglio Italiano per i Rifugiati - una
delle pagine più vergognose della storia comunitaria. E’ un mercanteggiamento
sulla pelle dei poveri.”
Visto il successo(!!) di quel Patto, il governo italiano lo
vuole replicare con i paesi africani per bloccare la rotta libica, da dove sono
arrivati in Italia lo scorso anno 160.000 migranti. Ecco perché il governo
italiano, a nome della UE, ha fatto di tutto per arrivare a un accordo con la
Libia, un paese oggi frantumato in tanti pezzi, dopo quella guerra assurda che
abbiamo fatto contro Gheddafi (2011). Il governo italiano e la UE hanno
riconosciuto Fayez al Serraj come il legale rappresentante del paese, una
decisione molto contestata dall’altro uomo forte libico, il generale Haftar. Per
rafforzare questa decisione l’Italia ha aperto la propria ambasciata a Tripoli.
Il Piano della Commissione Europea prevede di creare in Libia
una ‘linea di protezione’ (una specie di blocco navale) il più vicino possibile
alle zone d’imbarco per scoraggiare le
partenze dei profughi. Il vertice dei capi di Stato della UE a Malta (3
febbraio) ha approvato questo accordo fra l’Italia e la Libia. Ma questo è solo
un primo e fragile tassello del Migration
Compact , definito da G. Ajassa su la Repubblica “necessario, anzi
urgente!” La UE vuole arrivare ad accordi con i vari stati da cui partono i
migranti. Per ora la UE ha scelto cinque paesi chiave: Niger, Mali, Senegal,
Etiopia e Nigeria, promettendo tanti soldi per lo sviluppo. Lo scorso novembre
una delegazione, guidata dall’allora Ministro degli Esteri, Gentiloni ha
visitato il Niger , Mali e Senegal. Si è soprattutto focalizzata l’attenzione su
un paese - chiave per le migrazioni: il Niger. E’ significativo che la prossima
primavera l’Italia aprirà un’ambasciata nella capitale del Niger, Niamey. “I ‘buoni’
sono la Ue, l’Italia, il Migration Compact, che si spacciano per i salvatori
umanitari - scrive il missionario Mauro Armanino che opera a Niamey - i ‘brutti’ sono migranti
irregolari… Noi preferiamo stare con i ‘brutti’, coloro che ritengono che
migrare è un diritto!”
Che ipocrita quest’Europa che offre soldi all’Africa a
‘svilupparsi’ per impedire i flussi migratori, mentre la strozza
economicamente! La UE sta forzando ora i paesi africani a firmare gli Accordi
di Partenariato Economico (EPA) che li obbliga a togliere i dazi doganali,
permettendo così alla UE di svendere sui mercati sub-sahariani i suoi prodotti
agricoli, affamando così l’Africa. Senza parlare del land-grabbing, perpetrato
anche da tante nazioni europee nonché dalla macchina infernale del debito con
cui strangoliamo questi popoli. Per cui la fuga di milioni di esseri umani. Ad
accoglierli ora ci sarà il blocco nei vari paesi e poi quello navale. E se
riusciranno ad arrivare in Europa, troveranno muri, filo spinato, campi
profughi e lager. Il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, vuole infatti
rilanciare i famigerati Centri di Identificazione e di Espulsione (CIE) in
tutte le regioni d’Italia, che sono veri e propri lager.
”Chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi
profughi - ha detto Papa Francesco ai rappresentanti dei Movimenti popolari lo
scorso novembre - è in grado di riconoscere immediatamente, nella sua
interezza, la ‘bancarotta dell’umanità’! Cosa succede al mondo di oggi che, quando
avviene la bancarotta di una banca, immediatamente appaiono somme scandalose
per salvarle, ma quando avviene questa ‘bancarotta dell’umanità’, non c’è quasi
una millesima parte per salvare quei fratelli che soffrono tanto! E così il
Mediterraneo è diventato un cimitero e non solo il Mediterraneo… molti cimiteri
vicino ai muri, muri macchiati di sangue innocente.” Davanti a queste parole
così chiare e dure, mi sconcerta il silenzio della Conferenza Episcopale
Italiana. Ma altrettanto mi sorprende il silenzio degli Istituti missionari:
finora non c’è stata una presa di posizione unitaria e dura su quanto sta avvenendo, che ci toccano
direttamente come missionari. Non possiamo più tacere: è in ballo la vita, la
vita di milioni di migranti, che per noi sono, con le parole di Papa Francesco.
”la carne di Cristo.” [alex zanotelli]
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