Spesso mi trovo a discutere con i miei colleghi e amici di lavoro del denaro e della sua funzione. Una domanda che mi fanno spesso per giustificare l’eccessiva ricchezza è la seguente: “se ti fanno un contratto da 1/3/5 milioni di euro all’anno lo rifiuti? Credo che il punto non sia questo ma un altro più “complicato” da comprendere. Quello che critico, e che credo sia ingiusto, sono le regole e la loro determinazione. Forse non c’è niente di male a voler pagare una prestazione, o qualsiasi altra cosa, come un’opera d’arte, stimoli sessuali, il giocatore Messi, una somma considerevole. Ma sappiamo per certo che quanto più una sola persona diventa ricca, tanto più poveri sono gli altri. La crisi del 1929 ci insegna qualcosa. Non ritengo giusto guadagnare somme di danaro smodate. Messi gioca benissimo, è un giocatore straordinario, ma un milione di euro alla settimana è, secondo me, immorale. Immagino chi gli ha offerto questo contratto quanti soldi deve avere. Pazzesco.
Ritornando alle regole che mi piacciono tanto. Le persone di cui sopra e con cui spesso mi confronto “peccano” di legittimazione; nel senso che se è legittimo, se nessuno te lo impedisce, se sei bravo e se soprattutto fai guadagnare gli inserzionisti, la pubblicità, le televisioni allora hai anche la possibilità di arricchirti smodatamente. Quello che non torna, continuo a ribadirlo, sono le regole. Quest’ultime non funzionano per certe situazioni, per contro funzionano benissimo per altre dello stesso livello. Mi spiego. Un grande cantante, un grande artista, una grande star, un grande calciatore, un grande gangster decide la paga per il suo lavoro senza che nessuno si opponga (capisco il gangster…). In questo caso il libero mercato ti permette questa scelta e, in nome della notorietà, la giustifica completamente (ricchezza chiama ricchezza… per pochi bisognerebbe aggiungere). Le regole in questo caso non possono essere applicate in quanto l’egoismo è uno stimolo di concetto e anche perché gli altri sono ben lieti di sborsare senza limiti. Sui concetti astratti le regole cozzano, come può un giudice condannare per eccessivo godimento organico senza lesa maestà? Eppure stiamo parlando di prestazioni lavorative: artistiche, sportive e creative esse sono sempre prestazioni per fare qualcosa impiegando le mani, i piedi, la mente ecc., ecc.
Esso vale anche per i lavoratori dipendenti. In questo caso le “prestazioni di concetto” sono ben determinate, scandite e scritte senza opposizione e senza dislivelli. Il contratto collettivo nazionale di lavoro è lapalissiano. Allora cos’è che crea questa stronzaggine?, così direbbe Ugo Tongazzi nel film “la proprietà non è più un furto”. Troppo difficile farlo per gli illustri, troppo facile farlo per i senzastoria. Eppure basterebbe poco, così come fissato per le paghe degli operai. Tutti sanno benissimo che in qualsiasi parte del mondo guadagnare 500mila euro all’anno equivale a vivere benissimo. A parte il superlusso che dovrebbe essere bandito, la razionalità dell’essere umano è sospesa tra gli animisti di questo rebus e la coscienza di classe che pur zampilla per virtù e noncuranza. Il succo è semplice. Sono etichettato di sinistra poi basta vedermi con una fiat bravo per esultare che anche io sono fatto di carne e soprattutto di frattaglie. Le giustificazioni, come le religioni, servono sempre. Gli ultimi saranno gli ultimi ho sentito che è il titolo di un nuovo film. I presupposti delle giustificazioni non hanno una matrice politica ma egoistica. L’egoismo è aleatorio: oggi posso esserlo domani divento probo e mi fanno santo. [+blogger]
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