Ieri Grillo (08/05), i grillini e il
movimento a cinque stelle hanno invaso piazza Sanità. Al loro seguito polizia,
vigili urbani e webtv, chiusa anche l’arteria principale del rione alle auto. È
da tempo che dico di essere un simpatizzante del movimento (anche se non voto),
ma ieri qualcosa non mi hanno convinto, ho “annusato” ulteriori discrepanze tra
i fini disprezzati e i mezzi per realizzarli. Una cosa che scrivo da diverso
tempo è il fatto che i parlamentari sono gli stessi che un tempo dicevano che
questa legge elettorale era una mancanza di democrazia, anche se con questa
stessa legge sono entrati in parlamento. Chi decide che cosa? La volontà della gente di
essere rappresentata non passa né per il partito/movimento, né perché lo decide
un soggetto, né per il web.
Ieri la cosa che mi ha più
infastidito è stato vedere un comizio uguale a tutti gli altri che in passato ho
ascoltato e schifato. Di Maio, Colonnese, Micillo sembravano proprio uguali a quelli
che ho visto per molti anni in televisione. L’altra cosa che mi ha sbigottito è
stato ascoltare i candidati europarlamentari: tutti insieme non sono stati
capaci di dire qualcosa di concreto, di idoneo per quel ruolo che intendono
rappresentare. La cosa più “sensata”
che ho sentito è stata: ”ho un sogno, voglio cambiare l’Italia”. Poi, in parte, ci ha
pensato Grillo... ma è fastidioso ascoltarle da lui e non da quelli che devono
andare in parlamento. I candidati all’inizio si sono presentati tutti dicendo:
sono laureato/a, (e chi se ne frega!), poi solo retorica assoluta e niente di
concreto.
Urla, inneggiamenti, frasi fatte,
risate, strizzate d’occhio, fotografie, tutto uguale, perfettamente uguale a
quello che ho già visto e sentito e schifato in passato. Mi aspettavo qualcosa
di più concreto da chi per anni ha urlato e difeso l’informazione. Invece anche
loro ci hanno inculcato la notizia, la moda, il niente. Ieri alla sanità mi aspettavo
dei discorsi politici e non la solita immensa retorica, quella che per anni ha
fatto urlare Berlusconi, Fini, Bossi slogan come: “tutti a casa/dietro di noi ci siete voi/noi cambieremo l’europa,
l’Italia… ecc”.
Noi del rione queste cose le
ascoltiamo da anni. La politica se continua ad essere fatta in questo modo non
ha più ragione di esistere, con il tempo cambierà qualcosa e le conseguenze
certo non si potranno prevedere. Oggi credo che la cosa più sensata sia non
votare. Ho apprezzato Fico quando ha detto che nel rione c’è bisogno di un
asilo nido, ma credo che sia poco, troppo poco per un quartiere che conta circa
65mila abitanti. La vera democrazia con questa legge elettorale non esiste, in
questo modo è il candidato che si presenta per essere votato mentre dovrebbe
essere la gente a proporlo. Ho voglia di votare il fruttivendolo di via Sanità,
di essere rappresentato da chi dico io e non da un tizio che dice: “votami,
farò qualcosa per Napoli”.
Queste le mie conclusioni: “Vieni a bere un
bicchiere di vino”, “Grazie eccellenza”.
“Mi devi fare un favore”, “Dite pure
barone ai vostri comandi”. “Alle elezioni mi devi dare il tuo voto”, “Ah, no, eccellenza, tutto ma il voto no”.
“E perché?”, “Io solo il voto ho. Se lo
do a voi a me che mi resta?”. “Ma ti ho pure dato il vino!”, “E voi datemi una bacinella che ve lo
restituisco”. [+blogger] - Quest'ultima illuminante conversazione l’ho letta
all’inizio del libro di Francesca Chirico dal titolo “Arrovescio” edito da
Rubbettino)
2 commenti:
punti di vista, certo i giudizi politici non si possono commentare se non perché si è avversari, ma tutto sommato è sempre un segnale positivo quando le istituzioni tracciano un territorio invece che un altro.
Ieri Peppe domani tendono Renzo ma questo rione dove vuole arrivare?
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