Il verificarsi di questo evento, in un
ambulatorio della Napoli popolare, precipita nello spettacolo drammatico
folcloristico. L’ammalato viene circondato da tutti i presenti, che,
simultaneamente, iniziano un loro personale intervento di aiuto, contendendosi
tra loro. Chi le alza i piedi, chi le butta un bicchiere d’acqua in faccia, chi
la vorrebbe, invano per il peso, disporla su una sedia. I più devoti implorano
santi occasionali, tra cui si riconosce la supremazia dell’adiacente
S.Vincenzo, detto “O Monacone”. S.Gennaro è più metropolitano. Ma all’apparire
dell’immagine del medico, il Salvatore, tutto si ferma, i volti sono in
silenzio su di lui. E qui entro io. E’ un grosso peso, credetemi, anche perché l’intervento
corretto oggi è più tecnologico che personale. In un ambulatorio di medicina di
base i mezzi sono scarsi. Quella mattina, dopo essermi chinato su Gelsomina,
stesa al centro della sala, scossa da fremiti, e averle accarezzate le paffute
gote e detto frasi occasionali, ma rassicuranti, ritornai in ambulatorio, per
cercare un qualsiasi medicamento nell’armadietto.
La bottiglia del limoncello,
regalatami il giorno prima, catturò il mio sguardo. Pensai, dato la
suggestionabilità dei suoi malanni, di intervenire con la stessa suggestione
nell'atto terapeutico atteso da tutti. Presi un bicchiere, versai un sorso di
limoncello, completai il tutto con acqua. Tornando in sala con questa miscela
giallo oro, fantasticamente sconosciuta, ma d’impatto visivo non comune, la
feci bere a sorsi a Pasqualina. Dopo poche deglutizioni, un colpo di tosse si
antepose ad un urlo, che andò man mano a concretizzarsi in una frase. -“S.
Antonio, S.Antonio, mio bello, mi hai salvata, mi hai ridato la vita!” - Da
quel giorno Pasqualina asserisce, con estrema convinzione, che io sia il suo
S.Antonio. Quando sono presenti altri pazienti, nella sala d’aspetto, li
coinvolge, al mio apparire, con: -” Vedete come rassomiglia a S.Antonio? E’
tale e quale”!- Suscitando, il più delle volte, in me, la curiosità di andarmi
a vedere, prima o poi, una raffigurazione di S.Antonio, il mio sosia. [lucio paolo]
3 commenti:
Le popolane sono il "sale" dei quartieri napoletani, parola di un doc.
CHE DONNA PASQUALINA
gran bel articolo come sempre ciao da parte di un paziente seguace e fedele
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