Martedì 31 luglio 2012 ore 9,30 ambulatorio
ginecologia del san Gennaro dei Poveri. Una quindicina di donne aspettano il
loro turno, hanno pagato regolarmente il ticket; altre arrivano al pronto soccorso.
Insieme ambulatorio e pronto soccorso. Un solo medico, senza aiutanti. Caos. Sembra
uno di quegl’ospedali da campo: chi esce e chi entra all’improvviso, la porta è
lasciata continuamente aperta, anche del personale di turno che sembra non
interessarsi proprio che in quella stanza le donne devono abbassarsi le
mutande. Il medico urla da dietro la tenda che separa la stanza, sul lettino distesa una
ragazzina che sta facendo una ecografica transvaginale.
Arriva una donna del personale
dell’ospedale san Gennaro, spalanca la porta senza bussare né chiedere permesso,
ritorna dopo pochi secondi e fa entrare una ragazza contro le imprecazione di
chi sta aspettando nella calura dell’ingresso fuori l’ambulatorio. È una
ragazza che si sente male per finta, lo fa per squagliarsela velocemente,
è l’ultima arrivata e ha fretta, deve urinare ma nel cesso di casa sua. Entriamo,
finalmente dopo aver aspettato diverse ore. La dottoressa è rossa, paonazza, ha
il viso emaciato dalla stanchezza anche se l’abbronzatura cela un po’ il suo
esaurimento.
La prima cosa che dice quando ci
vede: “qui è un inferno!, mi tocca fare altre cose mentre sto visitando, viene il
dr. … e chiede, viene l’infermiere … e chiede, viene il portantino … e chiede,
cose da farmi gridare a squarciagola”… Io li vomiterei addosso, li manderei a fare
nel culo, il rispetto è solo una cosa mia, nostra, non è mai tua e vostra. Si rischia
di sbagliare, si rischiano errori madornali, si rischiano collassi, ma si sa il
nostro è un diritto, il mio è un diritto, quello degli altri non so definirlo.
Funziona tutto così, non è un
paradosso perché faticosamente funziona, è il paradosso del paradosso; funzione
perché non funziona, perché non si deve fare così altrimenti tutto finisce
bene; tutto va per il verso giusto all’incontrario; un doppio senso unico in un
divieto di transito; è la prospettiva di una vecchia tesi sociologica che vede nel caos
un ordine straordinario; anche se quest’ultima è stata stravolta dalla tesi del doppio caos, tesi che, per ritornare all'ordine, ha bisogno di un altro ordine caotico. [+blogger]
6 commenti:
da anni va avanti questa storia e chi ci lavoro, ma non tutti, sa benissimo che ha privilegi e raccomandazioni...
LA SITUAZIONE IN CAMPANIA MA NEL SUD IN GENERALE E' DRAMMATICA SIA SOTTO IL PROFILO DELL'ASSISTENZA CHE DELLA PROFESSIONALITA', CI SI DEVE RIMETTERE NELLE MANI DI UNA PERSONA SCRUPOLOSA CHE SE E' NELLA VENA GIUSTA RIESCE A FARE QUALCOSA DI BUONO. MA COMUNQUE ORAMAI E' UNA COSTATAZIONE DI FATTO, NIENTE AIUTO SOLO UMILIAZIONE.
e un vero schifo questa e la sanita stiamo veramente rovinati .......... poveri noi e i nostri figli
e un vero schifo questa e la sanita stiamo veramente rovinati .......... poveri noi e i nostri figli
LA SANITà VA VISTA CON ALTRI OCCHI
interdetto .
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