Purtroppo il San Gennaro dei Poveri
chiude le porte. Lo storico ospedale muore nell’indifferenza e nella sterile
protesta dei suoi dipendenti. Dopo la chiusura del pronto soccorso diventato
PSAUT, dei reparti attrezzati e ristrutturati, ora tocca al reparto maternità
nonostante funzioni benissimo. E’ la solita storia, quando le cose vanno bene
meglio abbatterle. Il rione sanità, unico quartiere che dopo la chiusura
forzata del pronto soccorso ne ha organizzato un altro “clandestino”, conta
circa 60mila abitanti; nel solo rione san Gennaro ci sono 6 mila persone
intrappolate dal traffico di via San Vincenzo. Per arrivare al Cardarelli la
strada è unica, l’ambulanza deve percorrere per forza questo tratto di strada, tra
i più intasati del rione. Unica via di fuga sarebbe la Salita Scudillo che da anni
però è chiusa per negligenza.
A nulla sono bastate le proteste
dei cittadini tacciati di pressapochismo. L’ospedale del Mare, costato milioni di
euro (senza essere terminato), è stato costruito sulla zona rossa vesuviana. Da
anni le amministrazioni di quest’area producono sforzi in piani di evacuazione
nel caso il Vesuvio dovesse eruttare: voglio ricordare che è uno dei vulcani
più pericolosi al mondo. Niente da fare, le cose le dobbiamo fare noi, così
come è successo per il cimitero delle Fontanelle e per il parco Rita Parisi
occupato dalla gente del rione e solo dopo riaperto al pubblico, anche adesso
bisognerebbe agire di “forza”; bisognerebbe sfondare il muro della salita
Scudillo, riaprire un’arteria bellissima del rione sostituendoci alle
Istituzioni. Come dicono in alcuni Paesi dell’America latina: “prima occupiamo
poi discutiamo”. [+blogger]