Stiamo girando un nuovo film, cerchiamo storie “spezzate”, vissute nell’ombra, storie di persone che hanno visto tradire le loro attese, le loro speranze, la loro vita. Come sempre non abbiamo una produzione, né privati finanziatori. Saremo disposti ad ascoltare un operaio che si è visto negare la pensione e il tfr, una donna che ha problemi psichici per amore del figlio malato di mente, un uomo che vorrebbe riscattare la sua vita ma non può perché è un ex carcerato, una donna che ha deciso di “buttare” la sua dignità “solo perché se lo può permettere”, parlare di omosessualità con chi ha paura di mostrarsi, di farsi accettare e a accettarsi.
il nostro neorealismo
spazi vergini
Il contrasto tra la bellezza ed il vuoto genera un senso di piacevole angoscia: ci mette di fronte a noi stessi, al senso delle cose, in bilico tra la pienezza dell’essere ed il fascino dello smarrimento. Quando invece la bellezza dell’arte e della stratificazione storica, si infrange contro il vuoto istituzionale e civico, l’angoscia si tramuta in disperazione e non-senso.
Il Borgo dei Vergini è potenzialmente un luogo eccezionale; uno “slargo” a metà tra la piazza e la strada, dove si mescolano l’interesse storico-artistico con la complessità socio-culturale; il mercato, il commercio, la presenza di associazioni, parrocchie, partiti politici, pasticcerie, edicole, bar, palazzi del ‘700, ipogei, bambini curiosi ed anziani nostalgici; insomma un luogo invidiabile, con tutti gli “ingredienti” per una convivenza ricca e fertile, crocevia di potenziali flussi di visitatori, di integrazioni multietniche, un luogo urbano dove donne e uomini potrebbero sentirsi cittadini consapevoli, anziché stupidi utenti-consumatori.
Eppure l’assenza di regole civiche, unita al deserto istituzionale, ha generato un mostro; un vuoto selvaggio, una terra di nessuno dove tutto è possibile, dove l’assuefazione domina su ogni sana ambizione, la rassegnazione ci annulla di fronte a scene di arroganza e di tristezza: alberi e basoli divelti, chiese abbandonate, cassonetti e auto ovunque, intere famiglie su due ruote, senza casco, contromano. Come se un patto scellerato ed inspiegabile avesse separato il caos informe, dal senso della comunità e dello stato. Non c’è alibi che tenga: nella vicina Spagna, un popolo molto simile a noi per cultura, lingua, storia e condizioni economiche, ha un rispetto sacrale per lo spazio pubblico. E non c’è luogo comune che ci giustifichi: i politici vengono solo a chiedere voti, i giornalisti quando c’è un omicidio, i vigili mai. E tutti gli altri?
Noi che non siamo vigili, né giornalisti, né politici, abbiamo precise responsabilità: dovremmo provare ancora una volta a rispolverare quelle usanze desuete come “partecipazione”, “impegno”, “socialità” e “rispetto per se stessi”, per salvarci dall’aridità delle lamentele, dal pericolo dell’isolamento e dal deserto mentale del tele-vuoto. [pippo pirozzi]
"un camorrista perbene"
circumsanità
morte a piazza cavour
FIRMA LA PETIZIONE NELLA PAGINA DEI COMMENTI
Al Sindaco di Napoli Rosa Jervolino Russo - All’Assessore alle Politiche Sociali Giulio Riccio.
Il 12 gennaio 2010 piazza Cavour è stata teatro di un tragico evento, probabilmente dovuto a un barbaro gesto: Yussuf Errahali, un immigrato marocchino senza fissa dimora che dormiva nei giardinetti della piazza, è morto assiderato. Pare che la sua morte sia stata provocata da alcuni giovani che, per divertirsi, l’hanno gettato di notte nell’acqua gelida della fontana del Tritone. Yussuf è stato trovato senza vita il mattino dopo, ancora bagnato, dai suoi amici.
Sempre a piazza Cavour, nel settembre 2009, ignoti avevano dato fuoco ad Antonio Montella, un anziano clochard, tuttora ricoverato all’ospedale “Cardarelli” per le gravissime ustioni riportate. Siamo stanchi di girare la testa da un’altra parte. Non vogliamo che la nostra indignazione ceda ancora una volta il posto alla rassegnazione. Vogliamo che civile convivenza, lotta al razzismo e all’intolleranza, solidarietà con i più deboli non siano soltanto vuoti slogan, ma valori che rappresentano Napoli e i napoletani. Perciò noi sottoscritti chiediamo all’Amministrazione comunale:
di aprire un centro di accoglienza per i senzatetto, perché più nessuno a Napoli muoia di freddo o di stenti; di predisporre una postazione fissa di vigilanza nei giardinetti di piazza Cavour, luoghi oggi di violenze, rapine e teppismo, perché essi siano sottratti all’illegalità e restituiti alla cittadinanza. A tale scopo è urgente inoltre il rifacimento del parco-giochi per i bambini, ormai insicuro e pericoloso per lo stato di incuria e sfacelo in cui versa; di esortare la magistratura ad accertare la verità e individuare le responsabilità sulla morte di Yussuf, affinché sia ribadito il valore della sacralità di ogni vita, e simili episodi non si ripetano più. - Nel trigesimo della morte di Yussuf Errahali. [rete sanità]
le prostitute dei due mondi
Giovani, belle, straniere, parlano poco l’italiano, si mostrano, ridono, hanno la pelle dura, sono controllate a vista… una storia vecchia. Non so se succede ancora, ma appena una bella donna sostava nei pressi della stazione centrale si avvicinava sempre qualcuno a chiederle se volesse lavorare. Era una specie di rituale, un totem religioso in contrasto con le regole della galanteria ma efficace sia sotto il profilo imprenditoriale che manageriale.
assuntina, piazza del gesù
Storia vecchia, perché chi realmente cerca di aiutare sporcandosi le mani è accusato incivilmente, come il povero Alez Zanotelli che uno spot elettorale lo accusa di ignoranza e di irresponsabilità. Mentre chi si riscalda dolcemente, ha 10 cellulari, 2 segretarie, un’autista, si abbronza negli uffici del Comune, della Provincia di Napoli e della Regione, ha l’immunità di non subire accuse in quanto eletto dal popolo. Il popolo è sovrano, come recita la nostra Costituzione, chi aiuta invece si becca una denuncia per “procurato allarme”. [+blogger]
l’unto elettorale
Ottocento euro al mese: questo il desiderio. Povero, meschino, infranto, maleodorante, improbo, senza onore né dignità. Mentre su facebook l’ultimo sudista inneggia i neomelodici per essere votato, un altro perenne giocoliere nel quartiere cambia per l’ennesima volta partito e ragioni, frutto della sua inefficienza. Si cambia partito o per ragioni o per torto, ma d’altronde oggi è la normalità. Mentre a sinistra ognuno presenta una lista tendente, la destra si schiera con “l’isola dei famosi”. Certo è comprensibile, ma il vecchio stampo non ha più come presentarsi e i poveri illusi fanno i conti con l’inattuale.
Già i primi manifesti elettorali hanno incominciato a sporcare Napoli e il rione. Noi scenderemo di nuovo con la telecamera e documenteremo gli illeciti e le assurdità fatte per il “bene” e per governare. Sporche elezioni http://quartieresanita.blogspot.com/2009/06/sporche-elezioni.html filmate dalla nostra redazione e pubblicate a giugno del 2009. Anche se forse non servirà, questa volta daremo conto alle autorità per la garanzia e il decoro delle strade. [+blogger]
imposta mediocrità
“La libertà è libertà, che sia garantita dalle leggi di uno Stato borghese o da quelle di uno Stato comunista. Dal fatto che i governi comunisti oggi non rispettano i diritti civili e non garantiscono la libertà di parola e di associazione, non deriva che questi diritti e queste libertà siano borghesi. La libertà borghese viene spesso e piuttosto erroneamente equiparata alla libertà di fare più soldi di quanti effettivamente abbisognano. Infatti, questa è l’unica libertà che anche nell’Est, dove di fatto si può diventare estremamente ricchi, viene di fatto rispettata” [Hannah Arendt].
La questione è la ricchezza, la popolarità che spesso si infarcisce di rettitudine e di arroganza. Nel rione c’è chi si offende per una festa mancata, chi combatte per 600 euro mensili, chi non riesce ad avere una sedia a rotelle nonostante gli arti inferiori gli siano stati amputati, all’Asl ci dicono che è una questione economica. Non ci sono soldi... e l’impianto per il g8 costruito ad hoc in Sardegna?, e i sovvenzionamenti che lo stato elargisce alle banche e alla fiat a fondo perduto?, e gli stipendi dei top manager che arrivano a 9milioni di euro annui?, contro una classe di gente povera, di chi si accontenta di sposarsi con un abito di lusso, di chi ama accogliere le persone con i guanti e tappeti, anche se le fodere sono bucate e sotto il tappeto c’è la misericordia.
Hannah Arendt definisce il totalitarismo una “banalità”, nel senso che sono proprio le persone più banali che a volte riescono a forgiare il male, lo plasmano ricomponendo un puzzle infernale. Oggi la nostra classe politica è identica alla banalità della Arendt, sempre gli stessi hanno la consapevolezza di resistere alle accuse, agli avvisi di garanzia, sempre gli stessi accusano e parlano di complotto, di accanimento, di errore giudiziario. Mentre la gente muore di freddo, come Elvis e la mamma, muore per strada, come il senza fissa dimora di piazza Cavour, mentre l’ennesimo operaio ha ingerito benzina e si è dato fuoco, mentre una lavoratrice mamma deve subire violenze e mobbing per conservare il suo posto di lavoro, noi esseri economici e sociologicamente umani rispettiamo e legittimiamo con assidua determinazione l’imposta mediocrità. PS. De Luca attacca "tale padre Zanotelli"... è la "banalità del male" [+blogger]
chiarificazioni?
Ieri, per telefono, ho detto ad uno degli organizzatori del carnevale al parco che avrebbe potuto mandarmi un articolo di smentita, con argomentazioni e presunte accuse anche verso il blogger. In effetti non è arrivato nulla, solo dei commenti e senza firma; sono poi arrivati alcuni scritti che accusano anche questo sito. Non ha senso, come non ha senso criticare un fatto realmente accaduto. Se si nega a qualcuno il diritto di parlare è dispotismo, mi dispiace ma non c’è altro modo per definire queste mancanze.
Qualcuno mi ha detto ieri che questo blog tende a dividere e le notizie buone non le pubblico mai, ma in realtà nessuno manda articoli, tranne pochi affezionati, né commenti, né altro che ci aiutano a divulgare iniziative buone o quant’altro. Non capisco perché si continua a dire che le critiche fanno tendenza mentre invece le buone notizie sono nascoste nel cassetto.
Il carnevale al Parco san Gennaro è ancora in linea su questo blog. Non c’è nessuna strumentalizzazione anche perché, se leggete bene gli articoli, qui si dimostra anche poca attenzione nel fare commenti, critiche piuttosto dure nei confronti della Municipalità sono state scritte e firmate, ultimo posti “viale ei pini” del 9/2/10 (poi se cercate ce ne sono tantissimi). La questione non è schierarsi né appoggiare l’uno o l’altro, la questione è la pluralità che purtroppo in Italia da diversi anni non ha una sua identica definizione. [+blogger]
intervista negata la parco
Mentre camminavo per via Sanità, incontro Massimo Rippa che aveva partecipato al carnevale di oggi (evento che anche noi abbiamo annunciato anche sul blog), con in mano un manifesto, una tavoletta di legno e la macchina fotografica. Mi dice se posso postare le foto che ha scattato al parco e per il quartiere. Mentre mi racconta il carnevale mi dice che una giornalista di retecapri gli voleva fare una intervista in relazione alla festa, ma che alcuni organizzatori si sono opposti alle sue dichiarazioni non permettendo le riprese. La giustificazione di quest’ultimi è la mancanza di “accordo” con il presidente della Municipalità Stella/san Carlo, che sembra aver dichiarato che il parco è organizzato da abusivi.
A parte le assurdità, se sono vere, delle dichiarazioni di Principe, il parco è autogestito in modo straordinario ed una cosa del genere ha un impatto sulla partecipazione democratica del rione che è assolutamente unica. Non vedo il motivo però del fatto che l’architetto Rippa non possa rilasciare affermazioni o quant’altro visto che non solo ha aderito ma ha anche contribuito alla sua riuscita. Se pure non fosse così, la sua sola partecipazione come cittadino e come abitante del rione, gli avrebbe dato il diritto di rilasciare qualsiasi dichiarazione confutabile o meno.
Nessuno, organizzatori compresi, ha l’autorità di impedire che una persona parli o sia intervistato, se poi le intenzioni di quest’ultimo fossero state sbagliate o non esatte, allora si sarebbe intervenuto in modi differenti e con le dovute smentite. È assurdo che si blocchi una giornalista che fa il suo lavoro solo perché tizio o caio appartiene ad un’atra “fazione”. La manifestazione era anche contro il razzismo e nessuno, come ben sappiamo, deve toccare Caino.
Se questa dichiarazione di Massimo Rippa, riferitomi alle ore 12,45 (circa), ha dei fondamenti precise condanno con forza quest’abuso di potere; se invece le stesse risultano false, preghiamo chi di competenza di smentirle assolutamente… e al più presto. [+blogger].
cedaw e sanità
Trent'anni fa l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava
Una rete di associazioni e singole attiviste impegnate per la promozione dell’uguaglianza di genere e la tutela dei diritti delle donne in Italia e a livello internazionale, promuove e sostiene la campagna "Lavori in corsa - 30 anni CEDAW" per celebrare il 30° anniversario della Convenzione e per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esistenza, l’attualità e l’importanza della CEDAW come strumento di avanzamento della condizione delle donne in Italia e nel mondo e vi invita ad aderire alla rete che si sta costruendo a livello internazionale, partecipando nei modi e nei tempi a voi corrispondenti. Festeggiando il 30° anniversario della Convenzione vogliamo celebrare i successi ottenuti dalle donne contro tante forme di oppressione ed esclusione, ma anche ricordare a istituzioni e società civile quanto resta ancora da fare. Perché sappiamo che nessuna conquista è per sempre e tenere alta l'attenzione su questi temi serve a non fare passi indietro. Non lasciamo trascorrere altri trent'anni prima che
per strada...
Uno dei preconcetti più evidenti che si trova nel mondo borghese è che il Senza Fissa Dimora è un essere solo con un disagio mentale portato ad abusare di alcohol, droghe. Anche se in questo mondo vi sono questi personaggi è pur vero che tra noi vi sono persone acculturate e senza problemi psichici o esistenziali. Le associazioni che provvedono ad aiutare tutti noi dovrebbero riuscire a scoprire i talenti che ci sono in noi e non darci uno sterile assistenzialismo fatto di (pochi) posti caldi per dormire d'inverno. Gli innumerevoli gruppi che la sera e molte volte in tarda notte, portano cibo oltre ciò che è necessario, visto che la mattina si vedono le strade piene di queste vaschette non consumate. Questo sembra un voler salvare la faccia di coloro che fanno queste opere di assistenza ma in concreto non risolvono il vero problema che affligge tutti noi, il reinserimento nella società.
viale dei pini
Colli Aminei, viale dei Pini, la gente ha ben “ricattato” la municipalità, molti hanno protestato a suon di non voti che se “non fossero stati aggiustati il marciapiede e le buche stradali…” avrebbero minacciato il buon esito delle elezioni. Ci hanno spiegato che quando i consiglieri vanno all’ufficio tecnico non agiscono secondo i bisogni e le priorità, ma in relazione ad un accordo pre-elettorale e in conformità di quanti voti distribuisce tizio o riesce ad accaparrarne sempronio. Una vecchia legge che non ha poi tutti i torti visto che qui le persone non si lamentano, basta convincerli dei buoni propositi, poi al resto ci pensano i soliti ignoti.
Basterebbe questo blog a far ricredere, invece, chi usa trucchi da prestigiatore fallito; basterebbero i commenti che affollano i post per illustrare l’inutilità e l’ignoranza di alcuni personaggi pubblici. Per adesso la nostra municipalità paga solo stipendi, senza ritorno né di immagine né di efficienza. Uno spreco di denaro pubblico speso attingendo dalle casse di chi le imposte le deve pagare per forza, senza il minio controllo e senza la minima capacità di gestione.
La forza che attanaglia chi usurpa la dignità degli altri è la stessa di chi vende eroina promettendoti l’avvenire; una forza sconosciuta che senza vergogna ruba e infetta la povera gente; succhia l’ultimo filo di fiato dell’asmatico, rantola come un vecchio usuraio che non vuol morire solo per non lasciare le sue eredità. [+blogger]
una badante
Questo mestiere di badante nessuna italiana vuole farlo, perché non guadagniamo molto, un mese di lavoro per 24 ore al giorno e con pochi giorni liberi: 600 euro al mese. Sono sette anni e mezzo che sto in Italia, perché in Ucraina guadagnavamo poco, anche perché il mio ex marito non mi aiutava per le spese dei miei figli. L’università di mia figlia di economia e commercio, mio figlio già laureato in matematica, poi il suo matrimonio. Sono venuta in Italia perché c’era una mia amica che ci lavorava, si trovava bene, anche lei badante come tante di noi immigrate. Pensavo che la bellissima e ricca Italia mi avrebbe dato lavoro e benessere, per poter rientrare in un secondo momento nel mio paese. Ormai sono sette anni, la paga è misera ed il costo della vita non mi permettono di tornare, con 600 euro al mese riesco a mandare pochi soldi, anche perché in Ucraina il costo della vita è aumentato molto. Avrò cambiato più di 20 posti di lavoro, di pulizia, nelle case, in uffici, ristoranti, chiese poi la badante.
Quattro anni fa improvvisamente ho avuto un ictus colpa dello stress, sono stata tre giorni in coma, fu la lontananza dei figli, lavoravo troppo di media 20 ore al giorno, sempre in movimento, però questo mi faceva dimenticare i problemi, la nostalgia. Degli amici, anche italiani, mi hanno aiutata riprendermi, però io mi sento sfruttata, perché non mi pagano come gli italiani, delle volte ci trattano come prostitute, perché siamo ucraine, polacche. Una mia amica è stata molestata da due persone sul motorino, dicendole polacca, polacca, tirato uova e strattonandola. Anche il pullman ci trattano male. Io continuo a lavorare, ma cosa posso fare?, vorrei essere trattata come una persona normale, noi siamo più educati di tanti italiani. Non che gli italiani siano tutti maleducati ma c’è in questo periodo molto razzismo. Ricordatevi che siete stati immigrati in tutto il mondo e il dolore da voi sopportato è stato grande come il nostro, ricordatevi che la memoria di un popolo ne fa la storia. Non voglio fare sempre la badante anche per la mia età, fra un po’ vorrei essere servita anche io. [maria, ucraina]
gli sciacalli americani
Un’organizzazione dal nome orwelliano, International peace operations association (Ipoa, associazione internazionale per le operazioni di pace), non ha perso tempo: ha offerto i “servizi” delle sue società per potersi avventare su Haiti e fornire un po’ di “assistenza umanitaria” vecchio stile sotto forma di sfruttamento delle catastrofi. A poche ore dal terremoto, aveva già creato una pagina web per i suoi potenziali clienti, in cui diceva: “Le nostre società sono pronte a offrire un’ampia gamma di servizi di assistenza alle vittime del tragico terremoto di Haiti”.
Alcune delle imprese associate all’Ipoa sono specializzate nei trasporti e nella rapida costruzione di abitazioni e tendopoli, altre sono società di sicurezza private attive anche in Iraq e in Afghanistan, come
3 antipasti 2 primi 3 secondi...
La settimana scorsa un ragazzo che si è da poco sposato ed ha un mutuo di circa 100mila euro, è stato licenziato in tronco, senza una giusta causa, pur avendo un contratto di lavoro indeterminato. Lavorava presso un tour operator di Napoli, “dopo il viaggio di nozze mi hanno scaricato come acqua sporca ed infettata”, ha dichiarato.
Oggi il corriere della sera (corriere del mezzogiorno) ha pubblicato in prima pagina: “La regione Campania cerca consulenti per organizzare convegni, conferenze stampa e eventi. Ma soprattutto è accaccia di esperti per stabilire il menu di pranzi e cene che dovranno accompagnare queste manifestazioni… I consulenti che costeranno 240 milioni di euro, dovranno anche fittare alberghi a quattro stelle, per le convention del Piano di sviluppo rurale”.
Mentre l’assessorato all’agricoltura, uno dei tanti, spilucca nei conti pubblici, naturalmente era previsto, non hanno colpa se queste cose vanno così, il licenziato di cui sopra ha seri problemi psicologici certificati dall’Asl di Napoli, problemi di natura depressiva e anche fisica visto che spesso capogiri gli fanno perdere i sensi. Anche questa storia qui è una delle tante.
Nell’articolo si legge ancora: “I convegnisti, secondo quanto recita la delibera di giunta numero 479, saranno di bocca buona. Perché nella pausa tra una relazione e l’altra, vedranno servirsi, come prevede l’appalto, caffé, dolci vari adatti, succhi, acqua minerale. A pranzo potranno godere della successione di portate con 3 antipasti, 2 primi (di cui 1 con condimento a base di soli prodotti vegetali), 2 secondi (carne o pesce), 4 contorni (verdura ed ortaggi sia cotti che crudi), frutta, 3 tipi di dolci (di cui 1 almeno senza farcitura e
Bisogna garantire la qualità dei prodotti nostrani, prodotti campani e non di importazione dice la delibera e riportato giustamente dal giornalista Felice Naddeo. Garantiamo pure le nostre qualità, il nostro lavoro, la nostra professionalità. I consulenti servono, come serviva la serva per totò. Mentre i conti tornano per le abbuffate generale il nostro licenziato fa i conti con le assurdità del lavoro. Se non c’è la giusta causa non si può licenziare e se c’è va provata. Chi prova invece che i convegnisti sono veramente capaci? E come possiamo controllare che i 240mila ero spesi in 3 anni, per pagare gli organizzatori schef, siano veramente dati a dei professionisti? Ma poi questi eventi convegni servono realmente? Una cosa è certa, i 3 antipasti, i 2 primi, i 3 secondi, i 4 contorni non sono sicuramente ammessi alla tavola del nostro nuovo ectoplasma disoccupato. [+blogger]
gratta e vinci san pio
Un cartellone gigantesco e luminoso nei pressi di piazza Garibaldi, stazione ferroviaria di Napoli, espone la vincita complessiva che gli italiani ogni giorno “incassano” per aver giocato d’azzardo… per adesso più di 7miliardi di euro. Le pubblicità dicono: prova a spendere 1, 2, al massimo 5 euro e potrai vincere milioni in cambio. E, come ogni forma di gioco, la formula tenta la fortuna oppure, ritenta sarai più fortunato, ha la stessa compensazione di una lettura della mano o di un piede. Certo da un gioco dove si rischiano soldi te lo aspetti. Comunicare la parola di un santo ha una sua certa e difficile interpretazione. Soprattutto la parola di padre Pio che è stato torturato sia dallo spirito che dalla carne. La parola di Dio è scacciare i mercanti, chi abusa del potere, chi ruba ai poveri per dare ai ricchi. Gesù questo lo ha espresso molto bene nelle sacre scritture. Qualcuno può dire il contrario? Di esempi ce ne sono tanti: san Francesco, madre Teresa, gli apostoli pescatori, il Cristo che è nato tra una mucca e un asino.