lo spazio impossibile
Camminare per il piacere di farlo è ormai usanza d’altri tempi o un lusso da vacanze alternative. A Napoli il vicolo ed il cortile, hanno dismesso il ruolo di luogo vissuto, “interno urbano” dove a fine giornata, si invitavano i figli ad “uscire dentro”. Lo spazio pubblico come luogo aperto della città, spazio vitale della società e della democrazia, luogo delle relazioni e delle connessioni tra le differenze, non interessa più a nessuno; non è economicamente vantaggioso. A Posillipo come alla Sanità, le strade, gli slarghi, i sagrati ed i percorsi pedonali sono l’ultima preoccupazione degli Amministratori, la bestia nera delle ditte di manutenzione, l’incubo dei residenti. Quando non è degradato o abbandonato, lo spazio aperto viene parzializzato e semi-privatizzato: estensione di “bassi”, deposito di merci, garage abusivo. I caffè che coraggiosamente dispongono qualche tavolino all’aperto, si circondano di siepi-barriere in vasi di plastica.
Il paradosso è che i nuovi Outlet, fingono di essere centri storici ideali, con quinte scenografiche, finti mattoncini e finti balconi in ferro battuto, finte piazze, finte fontane e finti carrettini con finti gelatai e finti venditori di caldarroste. Puliti, ordinati ed asettici, funzionali soltanto al consumo ed all’esaltazione dei nostri istinti più poveri, sono lo specchio triste di un’economia vincente, che divora progressivamente il legame profondo tra la stratificazione storica e la nostra misteriosa interiorità. [pippo pirozzi]
oroscopo preventivo
la rete distratta
Ho paura che le buone iniziative siano sempre più “messe da parte”, trascurate, inutili. Il microcredito avviato è lodevole ma non ha avuto spazio, i media l’hanno quasi ignorato, solo qualche piccolo articolo e nient’altro. Se guardate su internet (a parte il blog), il rione sembra essere in mano all’”Altra Napoli”, che non disdegno, ma che in verità non ha mai voluto collaborare con i cittadini impegnati per la strada. Anche il Banco Napoli finanzia spesso attività nel rione ma lo fa sempre alla stessa gente… sarà perché ogni giorno vedo moltissime persone impegnate senza guadagnare una lira? Ribadisco ancora una volta una desolate verità non apprezzata dal rione e dalla città di Napoli: un volontario romano da circa 6 anni vive e aiuta i cittadini della Sanità. Attualmente porta avanti da solo una questione piuttosto importante: cerca di far avere una sedia a rotelle ad una donna che non ha gli arti inferiori. Nonostante lui lavori senza guadagnare è costretto anche a pagarsi un affitto per dormire. Alex Zanotelli fa quello che può, ma deve anche essere più presente sul territorio. La rete sanità deve rivedere la sua “organizzazione”, deve cercare persone che “martellino” sia a livello mediatico che a livello costruttivo. Molte attività nel rione sono invisibili e devono essere “recuperate”.
Le donne che ogni mercoledì si prendono cura dei senza fissa dimora, il dopo scuola, le attività teatrali e cinematografiche, gli impegni per un rione con una circolazione meno caotico e con più regolarità. In passato si è parlato di recuperare il Cimitero delle Fontanelle oggi è oblio totale. Questo blog nonostante “sponsorizzi” le attività della Rete Sanità è quasi del tutto ignorato, sporadicamente ho ricevuto articoli.
La RETE sanità è isolata, e anche se le sue iniziative sono portate avanti, sembra che il contentino sia la scelta più dignitosa. Non dobbiamo accontentarci, dobbiamo lottare per riacquistare la dignità di chi vive e viaggia nella suo tempo, ricostruire percorsi che aiutino a far capire che il rione, lo ribadisco per l’ennesima volta, è anche altro. [+blogger]
Pronto soccorso: buone notizie.
”Caro blogger voglio parlarti di quello che mi è successo a proposito del buon TELEFONO SOCCORSO. Sono tornato a casa, erano circa le 02,00, e ho trovato mio padre in preda ad una crisi di coma ipoglicemico, il termometro segnava 14. All’istante non ho capito bene, visto che lui soffriva sì di diabete ma con riferimenti molto alti 400, 550… lì per lì ho subito pesato di chiamare il pronto soccorso al numero 118. Spaventato e paralizzato ho chiesto aiuto, in pochi minuti l’ambulanza era sotto casa. Ma quelli non sono bastati a far riprendere mio padre. In quegli attimi mi sentivo impotente, i pochi minuti si trasformavano in ore, giorni, mesi… Ecco che, prima di arrivare i soccorsi, un uomo mi telefona dicendomi che avrei fatto meglio a mettere dello zucchero in bocca a mio padre, avvisandomi anche che l’avrebbe rifiutato ma che io avrei dovuto insistere e darglielo. In effetti è andato proprio così. Il diabete da 14 salì a 25. Poi la corsa al pronto soccorso del San Genanro dei Poveri. Ancora pochi attimi è avrei visto morire mio padre. Invece, dopo una giornata passata con alcune crisi, sì era ripreso completante. In parte lo devo anche a quella telefonata, fattami dall’assistente del 118 che accorgendosi della mia disperazione e confusione aveva saputo bene consigliarmi: quell’attimo in più di vita che è servito a ridare di nuovo la parola a mio padre”. Mario, cittadino della Sanità.
pecunia non olet
istituto caracciolo... che assurdità!
microcredito al rione
chi brucia a sanit'antuono?
ricordi di elvis e manuela
NAPOLI. E’ MORTO ELVIS IL NOSTRO PICCOLO AMICO
Vidi il primo giorno di scuola, 15 settembre, Elvis Junior con il grande zaino sulle spalle e pieno di orgoglio mentre si accompagnava alla mamma, che con la fronte alta e gli occhi pieni di allegrezza teneva per mano il suo bambino. La felicità del figlio era pienamente intrecciata a quella della mamma, che con altre mamme e bambini attraversavano il cortile della scuola “F Ozanam” nel cuore del rione Sanità. Un senso di pienezza e di festa si diffondeva nell’ambiente ed Elvis con la mamma Manuelae con spontaneità entrava in contatto profondo con questa nuova realtà. Rividi più volte la mamma che accompagnava e veniva a riprendere il piccolo Elvis; ci scambiavamo sempre qualche parola, gesto, pensiero... poi frettolosa correva a fare qualche ora di lavoro qua e là per racimolare il necessario per vivere. Lei conosceva bene il sapore vero delle cose, il gusto del pane guadagnato a caro prezzo e la libertà di donna sola, che si vive nel cammino dei poveri. Il 25 settembre entrai in classe 1° per l’ora di religione. Parlai insieme ai bambini della bellezza della Creazione e della bellezza originale di ogni bambino/bambina. Poi scrissi a carattere grandi: “O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!”... Elvis saltando in piedi e con voce squillante disse: “Dio è grande”. “Io sol Leggere”. Si avvicinò alla lavagna e col dito puntando sulle parole leggeva felice ogni lettera. Contemplai la sua espressione beata e ci lasciammo contagiare dalla gioia che sprizzava dal suo corpo bello e armonioso. Il 19 ottobre tutta la città attonita ascoltò la dolorosissima notizia: “Elvis bambino di sei anni è morto”. Fu trovato dai pompieri che abbatterono la porta del piccolo ambiente a piano terra nel rione Sanità. Era appoggiato al corpo di sua madre agonizzante. Le esalazioni di monossido di carbonio sprigionatesi dal braciere con la carbonella, che la mamma aveva acceso proprio nelle prime giornate di freddo, dal momento che l’Enel aveva staccato la corrente per morosità della loro casetta: un basso con un piccolo soppalco, lo avevano asfissiato. Stasera, ogni sera ci rimane un legame profondo con questa storia, con tutte le storie degli innocenti condannati, degli inermi dimenticati, di questa città di Napoli, di tutte le città del mondo. Una appartenenza indissolubile ci fa sentire responsabili e colpevoli di fronte a questa piccola famiglia distrutta dalle antiche radici a Capo Verde. La comunità scolastica, la comunità parrocchiale, la comunità di Capo Verde, residente a Napoli, la gente tutta di questo territorio esprimono dolore e tenerezza per la vita che muore e si fanno attorno con infiniti gesti di solidale partecipazione. Pietà di noi Elvis, nostro piccolo amico, tu che sapevi gustare le piccole-grandi gioie che la vita di offriva. Pietà di noi mamma Manuela, che conosci la bellezza e la responsabilità del tuo compito di madre e la gioia dell’unico figlio che ha riempito la tua vita. “Signore, anche ti te noi abbiamo pietà, perché devi avere il cuore che scoppia, e le notti che certo piangi per noi”. [religiosa dell’Ozanam]
la bufala del sangue infetto 2°
la bufala del sangue infetto
SMS: Giralo per favore: bimbo, di 17 mesi necessita sangue gruppo b positivo per leucemia fulminante 3282694447 Riccardo Capricciosi. Fai girare l’sms per favore è urgente…Mi fido ti te invia a tutti i tuoi numeri è importantissimo. Architetto Massimo Rippa, cittadino del rione Sanità. [Ricevuto alla ore 11,29 del 16/01/2010].
Mi scuso per la notizia del bambino che aveva bisogno di sangue, era una bufala infamante, disprezzo per la vita umana e per una malattia che affligge migliaia di persone al mondo. Poi se questa offesa viene fatta nei confronti dei bambini essa è ancora più riprovevole. Che assurdità, penso ma se qualcuno ha veramente bisogno di sangue e vuole usare internet per avere aiuto?!
Disprezzo profondamente chi ha girato quella mail, ci hanno preso in giro. D'altronde sono stato anch'io tratto in inganno perché a mandarmi l'sms è stato un collaboratore. Non credo che le mie parole possano esprimere il mio stato d’animo. Mi scuso con chi ha ricevuto la mail, ma un amico mi aveva assicurato che era la figlia di una persona cara. Ho invitato anche lui a scrivere sul blog e ha smentire la notizia [+blogger].
indifferenza pubblica
Io oltre che sull'inefficienza gravissima delle istituzioni mi soffermerei sul gesto sconsiderato e disumano che i piccoli teppistelli ignoranti e senza cervello, hanno compiuto ai danni del povero ragazzo, facendolo morire assiderato solo per passare una serata a sentirsi qualcuno deridendo il più debole... Bè non ci sono parole! Ma dov'è finito il cuore grande di Napoli di cui da sempre ci vantiamo? Neanche più su questo possiamo puntare? Io da napoletana che vive al nord ho sempre sbandierato il cuore grande di questa città, la sua ospitalità e il senso di fratellanza che, contro tutti i luoghi comuni che la distruggono ogni giorno, è sempre stata l'unica cosa che mi faceva essere veramente fiera... ed ora? Di cosa posso vantarmi se anche questo non esiste più? Ribelliamoci a queste cose, perchè per colpa di gente senza cervello e senza pietà, stiamo cadendo tutti nel baratro... e non è giusto! Sono molto triste e arrabbiata... troppo dolore! E' proprio vero E' L'IGNORANZA CHE CREA LA VIOLENZA! [commento del 15 gennaio 2010 12.45 – post: partire dai senza fissa dimora]
blogger
Credo che quel gesto (picchiare a morte un povero che dorme per strada), sia un gesto isolato e che non abbia alcun senso logico. Cara Francesca, rispondo al tuo commento e, nel spigarmi anch’io l’accaduto, non posso non pensare al fatto che oggi viviamo in un periodo di instabilità, un periodo di transizione, che smarca un po' tutti e ci lascia inebetiti di fronte a tanta "indifferenza". Questa precarietà della vita si riflette su tutti noi in diverse direzioni e a più livelli. Gli orientamenti sono squilibrati, sbilanciati verso “l’indefinito”. Questa rottura è quasi inconsapevole, la gente si sente isolata, le persone si sentono prive di personalità, di attrazioni, di sentimenti. Naturalmente adesso sto generalizzando, ma se hai avuto modo di leggere l’intervista che abbiamo pubblicato un po’ di tempo fa, (http://quartieresanita.blogspot.com/2008/12/precarieta-sotto-assedio-intervista-ad.html), ti sarai sicuramente accorta che la “protagonista”, spiegando la perdita del lavoro, include nella sua esistenza una sorta di “dissociazione” mentale, o “confusione gratuita”. Continuando l’intervista lei dichiara: “In verità (spero che questa sia la verità), vivendo la mia vita in modo precario, non riesco più a vivere una vita stabile. Ho paura che mi possa venire qualche malattia, ho paura che possa morire una persona cara, ho paura degli altri e forse anche di me stessa. La precarietà lavorativa mi fa vivere anche la precarietà percettiva, uditiva, sensoriale, tattile… ecco la confusione gratuita detta anche dissociazione”. L’intervista, esemplare per rispondere alle tue perplessità e alla tua angoscia, ci spiega in che modo la realtà sta cambiando rispetto alle aspettative future o di crescita. La stabilità economica dovrebbe aumentare anche in relazione alla maturità fisica, come un tempo le nostra famiglie progettavano il loro matrimonio o la loro vacanza in funzione di una resistenza economia. Purtroppo la crepa epocale, che attualmente viviamo, ci catapulta nell’immediato, nel costruito, nel senso che le dissonanze sono aumentate e amplificate ed intervengono sia sulla nostra spiritualità che sulla nostra materia, esse diventano altro da noi e inducono la nostra mente a pensare in modo disarmonico. Presupposti fondamentali di quest’ultimo termine sono: la confusione e la paura. L’uomo quando ha paura, quando è confuso, deve difendersi per l’istinto di sopravvivenza, deve escogitare la sua resistenza, le sue alternative. L’ondata di violenza è anche una diretta conseguenza del vivere questa “confusione gratuita”. Nell’immediato non credo che la città di Napoli sia diversa rispetto agli anni passati, naturalmente il tempo “scorre” e le caratteristiche si modificano, quello che ci siamo lasciati alle spalle oggi è storia, domani sarà studiato, io mi sto sforzando a trovare una nome per definire quest’epoca: in primis avevo pensato all’epoca qualunquista (a partire dalla fine degli anni ’80 ad oggi), ma poi mi sono ricreduto… troviamolo insieme.
genny ed errico
Ieri la via Cristallini era gremita di gente. Due ghirlande posizionate fuori dalla cappella laterale. Un solo manifesto con il nome dei due minorenni. Donne, uomini e moltissimi adolescenti in un silenzio spettrale visto il luogo e le circostanze. L’altro ieri sono morti, per un incidente stradale, due quattordicenni del rione Sanità. Forse una distrazione del conducente, forse una perdita di controllo inaspettata, forse una mancanza di buon senso. Un gruppo su facebook… (http://www.facebook.com/group.php?gid=246648152437&ref=mf), oggi i morti si commemorano anche così. Come al solito poche righe nel rispetto di chi il dolore lo spezza, lo frantuma, lo dissolve nella disperazione e nella forza.
partire dai senza fissa dimora
estetica b-52
Mi limito a dire (anche se semplicisticamente) che le donne rappresentano tuttora una categoria di sfruttate, o al limite di “cooptate” (poi ci arrivo). Ancora oggi il tasso di occupazione femminile è bassissimo: Il 58% a livello europeo contro il 73% di quello maschile . Le donne lavorano, inoltre, a orario ridotto più spesso degli uomini (31,2%, contro 7,7% ) e la loro sottorappresentazione ai livelli superiori delle aziende è ugualmente significativa. Nelle grandi imprese quasi il 90% dei membri dei consigli di amministrazione è composto da uomini. La disparità retributiva in Europa è in media del 17,4%.(Fonte Eurostat). In Italia le cose sono simili. Il tasso di occupazione (delle donne di età compresa fra i 15 e i 64 anni) è del 46,9% contro il 70% di quello maschile. Se guardiamo in Campania il tasso di occupazione è la quarta parte circa delle donne “occupabili” (25,6%) (Fonte Istat). Inoltre si prevede che in questa crisi a livello mondiale ci saranno fino a 22 milioni di donne disoccupate in più. (Fonte ILO) Questi sono numeri: ci dicono molto, ma non tutto. E’ vero che esistono donne ministro, donne poliziotto, capi di governo ecc. Quello che intendo dire è che in sostanza, non fanno altro che riprodurre e conservare il sistema basato sul predominio maschile e non potrebbe essere altrimenti. Nella mondo della contestazione femminile poi esiste tutto e il contrario di tutto: organizzazioni femministe che si pongono nella giusta ottica e aberrazioni stile “rebel girls”, specie in USA (negli anni 90 il fenomeno ha avuto anche un suo risvolto culturale, musicale ecc.), dove alcuni gruppi teorizzavano cose aberranti, come teorie “vaginocentriche” (ovvero che le uniche vere femministe potevano essere solo le lesbiche) o davano vita a “sette” segregazioniste. A questo si arriva se si astrae dalla situazione concreta e dal problema reale. Da questo punto di vista anche l’auspicio, da più parti pronunciato, di una “parità di genere” nasconde in sé qualcosa di ipocrita, in quanto l’uguaglianza dovrebbe essere nell’ordine delle cose. Purtroppo in una società basata sulla ricerca ossessiva del profitto e della mercificazione totale (ovvero l’antitesi dell’uguaglianza), dove anche il corpo femminile è ridotto a merce, a strumento di guadagno, non potrà mai esserci vera parità. Inoltre, molte donne giovani hanno interiorizzato questo modello estetico e fuorviante pensando che la libertà sia semplicemente quello di fare ciò che più le aggrada. Su questo, da uomo potrei dire: “benissimo…. E che problema c’è” ! Godetevi l’illusione!” Il bombardamento mediatico è infatti tutto incentrato sui modelli estetici di donne esclusivamente belle; viceversa, se poco avvenenti, destinate al fallimento o a una vita di sacrificio per essere ammesse nel mondo degli uomini. Mi viene in mente un dipinto di un artista contemporaneo tedesco, Vostell Wolf dal titolo “B-52”, dove appunto si raffigura un bombardiere che sgancia file di “rossetti” a mo’ di bombe. E’ chiaro che per motivi di spazio ho dovuto ridurre il ragionamento a pochi concetti semplici, avrei potuto e dovuto forse dire di più, ma il mio rammarico più grande è un altro: avrei voluto che un articolo sull’argomento l’avesse scritto una donna, poiché la mia è una visione ovviamente parziale. [abu abbas].
l'antipolitica
In effetti parte di Italiani non sono disattenti né ignoranti né qualunquisti; parte degli italiani non ridono di fronte a quello che succede a Rosarno, a Torino, a Napoli, in Puglia; una buona parte dell’ex-brava gente sta vivendo una spaccatura epocale con confusione, inaspettate situazioni, colpi di scena e di sceneggiata. E’ come il teatro di Pirandello, smarca il pubblico con contrasti inattesi, con improvvisate, con i protagonisti che si confondono con la gente seduta, con i tecnici del suono e dell’audio. Si è sempre un po’ impreparati di fronte ai 6 personaggi in cerca d’autore. Oggi c’è chi soffre la fame in una città europea e industrializzata, oggi c’è chi può comprarsi il Real Madrid per 1 miliardo di euro, oggi c’è chi sputa dallo stomaco la sua ultima aragosta imbandita di cocaina, mentre, senza voler citare i paesi che hanno fame e sete, in Calabria e in Lombardia la carità non ha più posto, non ha più referenti, non ha più umiltà. Rosarno è un esempio di razzismo? Rosarno, come i Leghsti del sud e del nord, come chi sputa sentenze, è invece un esempio di abbandono, di confusione, di perdita di presupposti e di concretezza. È l’aria irrespirabile di un periodo di lacerazioni, di transizione e di abusi per l’incompetenza e le misure adottate. E’ ancora difficile che un bravo politico si possa affacciare, dialogare senza perdersi nel marasma e nella combutta. Ecco perché gli onesti non escono, ecco perché, per adesso, se ne stanno in disparte, se visibili rischierebbero di essere travolti, unificati e distrutti. Questo un messaggio di speranza. [+blogger].
lavoro, modelli, confronto, informazione.
Inoltre c’è un area dedicata ai consigli per creare un buon CV, un’altra che descrive le ultime tendenze del mercato del lavoro, ed una lista dei vari aiuti proposti dall’ANPE. Gli aiuti proposti sono il mio secondo punto e vorrei solo citare qualche esempio di aiuto alla mobilità proposto: l’iscritto può usufruire nel limite di una volta ogni due mesi, del rimborso del biglietto del treno (tranne TAV) che ha utilizzato al fine di poter partecipare ad un colloquio di lavoro (previa autorizzazione dell’ANPE e di un giustificativo dell’azienda che richiede il colloquio), nel raggio di 2000 km anche oltre i confini del territorio nazionale; in caso in cui l’iscritto sia assunto da un azienda la cui sede non é nell’area di residenza, puo’ beneficiare di un aiuto alla mobilità consistente per il primo mese (e prioritariamente per i contratti di lavoro di almeno 6 mesi) del rimborso delle spese di affitto dei due domicili; l’iscritto può partecipare e proporre, nel corso dei colloqui personalizzati ( che vengono organizzati con cadenza piu’o meno mensile), proposte di formazione professionale o una richiesta di bilancio di competenze (al fine di cambiare il proprio profilo professionale e di ri-orientarsi verso un altro profilo professionale); l’iscritto può avvalersi del VAE (validation des aquis des competences) e richiedere una qualificazione scolastica a partire dall’esperienza maturata in campo professionale (immaginiamo una segretaria che da più di 4 anni lavora come ragioniera senza essere diplomata può, per esempio, passando un esame davanti ad una commissione di esperti, acquisire il diploma di categoria). Non voglio dilungarmi. Ma potrei ancora continuare! Vorrei passare adesso ai Centri per l’impiego in Italia. Punto primo: sito internet nazionale inesistente! Per cercare le offerte di lavoro o ci si affida a siti privati (trovit, trovolavoro, jobrapido) o altrimenti bisogna zigzagare fra i vari siti delle provincie che hanno una pagina dedicata al centro per l’impiego. Io c’ho provato! Innanzitutto, una disparità abissale fra un sito e l’altro. Le città a più alto tasso di disoccupazione come Napoli e Palermo non hanno neanche un sito internet ( il centro per l’impiego di Napoli non ha neanche l’indirizzo e-mail!!!). Alcune città ci provano come Bari (sul sito pugliaimpiego) ma ahimé!, il sito é temporaneamente indisponibile... Faccio un giro sul sito internet di Brindisi e là trovo quattro offerte di lavoro, una delle quali ha come descrizione: N. 1 SARTA (alla selezione possono partecipare solo donne) Assolutamente illegale!!! Su di un sito istituzionale si pubblicano offerte di lavoro i cui criteri di selezione sono discriminanti per certe categorie. Le offerte di lavoro infatti devono obbligatoriamente essere proposte ad entrambi i sessi!!! Roma invece: http://www.informaservizi.it/cpi.asp si può trovare la lista dei centri per l’impiego, ma quando si clicca sul link “lavoro” a sinistra dello schermo, la pagina risulta in allestimento. Nella lista dei centri per l’impiego, al quale si puo’ accedere grazie ad una meravigliosa mappa virtuale dei quartieri, si riescono a trovare gli indirizzi e-mail, telefono e fax, ma non esiste un sito internet, e di offerte di lavoro non ne vedo l’ombra. Potrei continuare la lista dei siti fantasma e della malainformazione, ma sono contenta di sottolineare che a mia grande sorpresa sono capitata su siti internet ben costruiti, il sito di Modena per esempio é molto dettagliato, come quelli di Trento e Milano che hanno un motore di ricerca semplice da usare.
Insomma, la domanda nasce spontanea: ma perché due pesi due misure? Non sarebbe meglio semplificare le cose e creare un sito unico?, dove le aziende possono, sulla base di profili stabiliti di categorie professionali, pubblicare le loro offerte di lavoro direttamente? (previo controllo dei responsabili per evitare brutture come quella dell’annuncio di Brindisi). Perché non aiutare la mobilità con incentivi economici? Perché non rafforzare gli effettivi e mettere in opera misure di accompagnamento serie? Perché il flusso di informazioni non é fatto in modo univoco e serio? Uno dei parametri per giudicare una democrazie é quello di analizzare in che misura il flusso di informazioni arriva a tutti senza storture e diseguaglianze. “L’Italia é una Repubblica fondata sul lavoro”, mi viene in mente questa frase imparata fra i banchi di scuola prima ancora dell’alfabeto. E mi trovo dinnanzi un grande sconforto!! A Napoli dove sono cresciuta, il primo articolo della Costituzione é stato sempre recitato con un soriso ironico di chi sa che é svantaggiato a priori, senza nessuna colpa. Poi sembrerà strano, ma alla fine di tutta quasta riflessione mi viene da sorridere! Perché il mio pensiero sta andando alla mia mamma, ‘che già mi sembra d’ascoltarla mentre mi propone la sua classica riflessione... “Si lamenta di tutto adesso ... mi sta diventando proprio francese!”. [Leandra Figliuolo]
la maternità invisibile
disinformazione libera
Che dire Signor Presidente. L’ottimismo è il sale della vita ... Per qualcuno, forse, non per tutti e le risparmio l’elenco. Ancora un esempio di politica estera: Il presidente USA Obama, ha affermato proprio oggi, così come aveva fatto un portavoce del Pentagono qualche giorno prima, che “dietro l’attentato del volo Delta si nasconde una cellula Yemenita di Al- Qaeda […] Sappiamo che [l’attentatore] veniva dallo Yemen, un paese in preda ad una grande povertà e a un’insurrezione che causa morte ed ancora si propone : "il rafforzamento della nostra partnership con il governo yemenita, addestrando ed equipaggiando le sue forze di sicurezza, condividendo le informazioni d'intelligence e lavorando assieme per colpire i terroristi di al Qaeda". Inoltre in un articolo del 13 Dicembre del Daily Telegraph, funzionari militari statunitensi affermavano: “Nel timore che lo Yemen non riesca a fronteggiare la situazione, l’America ha inviato un piccolo numero di gruppi di forze speciali per addestrare l’esercito yemenita contro questa minaccia”. E’ chiaro che questa versione preconfezionata dei fatti può essere facilmente “bevuta” da uno sprovveduto che non conosce nemmeno una virgola di ciò che accade in quelle zone. Un minimo di informazione basterebbe a capire che nello Yemen già da mesi il governo di quel paese sta combattendo una guerra civile (fiancheggiato dall’Arabia Saudita) contro i ribelli Al-Houthi della zona nord-occidentale del paese. I ribelli Al-Houthi (e la minoranza sciita nel suo complesso che rappresenta il 30% dei 23 milioni di abitanti del paese) sono appunto sciiti e non sunniti, tantomeno del ramo wahabita o salafita arabo-saudita per cui possono essere al limite un bersaglio di Al-Qaeda, sicuramente non un alleato. E questo non lo può smentire nessuno. Un “autorevole” giornalista, su un blog di forza italia, Ragione Politica, curato da quella grande mente che è Baget Bozzo (il giornalista è Leonardo Tirabassi, ex comunista, ex lotta continua e oggi, ovviamente, nella coerenza del suo percorso, fedele di Berlusconi) definisce Al-Qaeda “il network sunnita”. Inoltre, dirò di pù: la BBC ha mandato in onda un documentario (che in parte è reperibile su youtube, anche se è integralmente in inglese) dove addirittura si mette in discussione l’esistenza stessa di Al-Qaeda, instillando il sospetto che sia tutta un’invenzione della CIA. [ “The Power of Nightmares“ - Top Ranking CIA Operatives Admit Al-qaeda Is a Complete Fabrication].
Ma di questa trasmissione qualcuno ne ha sentito almeno parlare? In Italia sicuramente no. Mi limito a questi due esempi e potrei scrivere addirittura un libro sulla disinformazione riguardo a ciò che succede in Iran, dove si definiscono “progressisti” (che di progressista non hanno nulla, al limite sono riformisti liberali) i vari Moussavi, Rafsanjanhi, e Kathami, vittime di una presunta frode elettorale. Bisogna sapere però che una ONG, finanziata dalla fondazione Rockfeller, ha effettuato un sondaggio sul voto Iraniano due settimane prima delle elezioni e Ahmadinejad (rappresentante del conservatorismo teocratico della rivoluzione Islamica) veniva dato per vincitore tre contro uno. Ora, schierarsi a favore dell’uno o dell’altro è semplicemente assurdo: sono esponenti di due frazioni della borghesia che nulla hanno a che vedere con le condizioni dei lavoratori e del proletariato iraniano né con un presunto “progresso” sociale.
Mi fermo qui, poiché ce ne sarebbe da dire. Morale della favola, forse il nostro contributo ad una informazione corretta e onesta, seppur lo sforzo sembra enorme, non sarà vano: anche a partire da spazi piccoli come questo possiamo arrivare a smuovere, di un passettino, qualcosa e qualcuno. [abu abbass]
tange(te)ziale
Napoli è la capitale d’Europa, moltissime civiltà si sono susseguite dando vita ad un particolare “cultura”. Napoli è sulla bocca di tutti per le sue malefatte e per la sua regressione, mentre le altre città farneticano sotto le tangenti, gli appalti truccati, le bustarelle e gli imbrogli. Forse un giorno faranno di tutto per chiudere questo blog, diranno che è sovversivo, che è una informazione a senso unico, che sono un comunista o peggio ancora un anarchico. Forse il tentativo di mettere a tacere la gente è già cominciato da anni. Questo in Italia è sotto gli occhi di tutti. Forse non censureranno mai questo blog. Forse continueranno ad esortare a scrivere e a protestare. Ad una condizione... una condizione che non mi verrà mai posta... una condizione inventata! Le tue, le nostre, parole non hanno significato, non hanno critica né argomentazioni. È il tentativo democratico di farti libero. Sei libero di dire e di parlare, di scrivere e gridare: la morale è l’indifferenza. [+blogger]