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È orami una squadra affermata, dalla serie C alla B e, attualmente, ai primi posti nella classifica della serie A. Il Napoli Soccer sta facendo sognare di nuovo i napoletani, oggi tutti tribolano quando la squadra vince, c’è fermento nelle strade e, naturalmente, anche nel rione Sanità. Sarà un vecchio concetto rispolverato, ma le cose messe a tacere attraverso i “vezzeggiamenti” è una formula che si ripropone continuamente nel tempo. Tifiamo tutti la squadra del cuore, quella che ci fa sognare ad occhi aperti e ci fa urlare contro gli “sporchi nordisti”. Il malessere svanisce attraverso le urla incessanti di una traversa presa a porta vuota o un rigore sbagliato - “peccato il Napoli non meritava di perdere contro il Milan…” poi tutto tace! E’ quel silenzio che aspettano gli italiani imbroglioni, che fanno i conti e si paragonano ad un vecchio commerciante, ad un operaio licenziato o ad una buona massaia. Un paragone interminabile e obsoleto che trova sempre chi lo schernisce amandolo. Forza Lavezzi, ammiriamo sempre di più una città che muore lentamente e che lentamente viene lusingata. La colpa sembra essere di chi non ha la forza di protestare, di
sbraitare il suo diritto, le sue speranze, la sua storia. Ignoranti i napoletani che si fanno soggiogare vilmente. Un paragone che però sembra non reggere più chi lo sostiene.
Quante volte abbiano sentito: “gli africani muoiono di fame ma continuano a far figli”, moralismo bieco di chi non ha l’intelligenza di capire che chi non ha avuto il diritto di essere felice, di essere uomo, di essere persona, allora questo diritto se lo prende in qualsiasi modo. E’ facile accusare l’altro di essere deviato senza rendersi conto che la devianza è unilaterale e relazionale. Oggi la felicità di uno che compra il biglietto della partita è paragonato a quella di un africano che ha voglia stare bene lasciando tracce indelebili. Poi entrambi zittiscono l’uno con il sorriso e raccontando le magie di Hamsik, l’atro con il torpore che l’orgasmo provoca dopo aver fatto sesso.
Congolesi e Napoletani: fratelli di ignoranza e di arretratezza.
Il rione sanità potrebbe essere uno dei luoghi più ricchi del mondo come buona parte dell’Africa. Gli ipogei di via Cristallini, il Cimitero delle Fontanelle, le cavità greco/romane… le miniere africane… la ricchezza del sottosuolo è univoca. Secoli di storia e di arte sono passati e vivono attualmente in questo rione lasciando tracce indelebile, anche se l’amministrazione sembra non accorgersi tirando le fila per altre raccomandazioni. Il premio Napoli ha scelto la location Sanità per i suoi intellettuali, noi dovevamo sputarci sopra e cacciarli via perché pur sapendo, quest’ultimi, non hanno la forza di commentare né agire. La rabbia è assuefatta dalla bandiera bianca azzurra, un calcio al pallone ed un urlo inverosimile che eietta veleno da uno stomaco marcio. Forza Napoli, continua a zittirci tutti con le tue magie, proiettaci tra il dormiveglia e la finzione, dacci la forza di volare cantando un inno catastrofico. La volontà di riportare questa squadra in serie C è la stretta conseguenza di rivedere il disagio, la precarietà, l’inconsistenza e il marciume.
Un Napoli forte ci riscatta da ogni paura e da ogni delusione. Si muore di tumore anche se ci ricordiamo che solo la nostra squadra sa pigliat ‘a Maradona. [+Blogger]