...almeno proviamoci


Il problema del supermercato ex-felix, quello del Cimitero delle Fontanelle, del traffico e della camorra… questo non toglie niente al fatto che per l’ennesima volta la gente dei quartieri “ghetti” parlano, protestano, si lamentano ma nessuno in realtà li ascolta seriamente. Questo del Superò, come del resto per tutte le altre questioni, è ancora più grave perché qualcuno (gli Assessori Comunali) ha fatto finta di sentire e di prendere in considerazione la questione. Attualmente non ascoltare è sinonimo di inettitudine puerile che trasforma ogni incompetenza in genialità. C’è una certa sottomissione nel pensare l’altro come singolo che compone una comunità e la rende visibile. Oggi è visibile solo chi sta in televisione o chi è riconosciuto pubblicamente: in effetti, chi parla pubblicamente o in tv è ascoltato comunque da centinaia, migliaia, milioni di persone; questo può significare che la quantità di persone che guardano il teleschermo giustificano impropriamente (in tutto o in parte) i concetti espressi; questi concetti quasi automaticamente poi vengono legittimati. Naturalmente, e per fortuna non è sempre così, sappiamo quanta influenza hanno i midia sulla nostra esistenza. Ritornando al discorso di prima, è questa forma di legittimità che va rivista e combattuta. Non va abbattuta la legittimità di chi protesta ad alta voce, fa rumore, si altera per ribadire un malessere che minaccia la società, va abbattuto invece l’inettitudine, il qualunquismo, l’individualismo becero che alimenta la malavita e minaccia la società civile. Proviamo a fare un esempio: il calcio la domenica. Proviamo a fare una legge che proibisce di giocare a pallone… bene, credo che molti italiani soffrirebbero di un malessere invisibile. Ma la legittimità di guardare i proprio beniamini in tv o allo stadio nasce dal consenso generale che nell’”invisibilità” non riesce a comprendere che bisogna sentirsi allo stesso modo (una schifezza) anche per la legge che prevede il contratto a progetto, oppure per il fatto che l’affitto di una appartamento, nelle grandi città, è salito vertiginosamente. Questa forma di consenso al contrario è tipico di quest’epoca, finita quella materialistica, siamo passati al’epoca "mediatistica" fatta di consensi virtuali e irriflessivi. Internet è ancora per pochi eletti e i grandi network predispongono per il meglio/peggio le vendite pubblicitarie. Quindi, noi del rione Sanità, (ma non siamo i soli) siamo stati venduti, al pari di come si vende una pubblicità, al migliore offerente. Oggi il supermercato, domani i Cimitero delle Fontanelle, la Scuola Caracciolo, i palazzi del Sanfelice, il parco San Gennaro. Noi del quartiere Sanità dobbiamo essere la parte attiva, quelli che gli altri non si aspettano, e portare avanti l’idea di sradicare questa forma di legittimità, forma che per altro si manifesta attraverso una sottile costruzione sociale alimentando l’inettitudine e la passività visiva. Mi rendo conto che è arduo e difficile da attuare… almeno proviamoci! [+Blogger]

auguri

Auguri all’amministrazione comunale di Napoli che dopo continue prese in giro ha finalmente inaugurato il primo supermercato Felix della storia. Auguri agli assessori che si sono impegnati nella trattativa. Auguri a tutti i piccoli commercianti di via Arena e Sanità che tra poco vedranno diminuire del 50% il loro guadagno mensile. Auguri a chi si è impegnato nella “lotta” pur ricevendo un mucchio di bugie. Auguri al proprietario dell’ex-cinema Felix che impegnandosi nella trattativa ha continuato a parlare con le spalle voltate. Auguri a chi ha detto mezze frasi, mezze parole, auguri a chi non ha mai protestato, auguri a tutti quei commercianti che pur sapendo dell’ennesimo ipermercato non ha avuto la forza di scendere in piazza e protestare. Auguri a chi non ha saputo parlare e a chi, invece, le parole le ha buttate al vento. Auguri a tutti quelli che hanno pensato che al posto del supermercato sarebbe potuto nascere un centro sociale, oppure un teatro, un asilo nido, un centro per assistenza polifunzionale o una ludoteca.
Capisco che in tempi dove l’economico ha saturato e distrutto tutti i campi del sociale le scelte, in relazione a queste ultime strutture, non potevano essere diverse visto che l’ennesimo impianto supermoderno ha proiettato ancora una volta il quartiere in un futuro ricco di ancestrali superstizioni. (Aura Sacra Fames) +Blogger

bambini sulle Moto

Problema antico quello dei motorini e del parcheggio indiscriminato. Il rione Sanità soffre di un disagio paradossale, in quanto la volontà di far meno bene sopraggiunge sulla responsabilità e la consapevolezza. Per fortuna che non è da tutti commettere sciocchezze come questa: guidare una moto con la mano e tenere fermo con l’altra mano un bambino piccolo di circa un anno. Sono pochi nel rione quelli che lo fanno, ma quando vedo una cosa del genere il sangue raggiunge il cervello ad una velocità impressionante e vorrei avere la forza di gridare a quell’incapace che sta commettendo una grave assurdità. Le strade del rione non sono poi così sicure: buchi, avvallamenti, marciapiedi rotti ecc, ecc; in più centinai e centinaia di motorini, vespe, scooter, moto sfrecciano ad una velocità impressionante. E’ il pedone che dà la precedenza e non viceversa. In questo caos dove molti automobilisti parcheggiano in modo indiscriminato, qualcuno si permette il lusso di camminare sulla moto senza casco e per di più con un bambino davanti appoggiato sulla gamba; un bambino o una bambina di poco più di un anno, senza protezione né sostegno né appoggio. Ma è così difficile capire che su di una moto l’equilibri è precario?, soprattutto in queste particolari situazioni?
La domanda che poniamo a questi ottusi irresponsabili è questa: ma quando TU decidi di portare un/a bambino/a in giro per il quartiere sulla TUA bella moto o scooter che sia, se pur non vuoi tener presente che le strade sono scassate, il rione è molto trafficato, la velocità non è limitata, le auto non rispettano segnali o altro (perché non ci sono, oppure sono scompari con il tempo), non hai per niente capito che quest’atto è di una crudeltà inaudita? A quel/la bambino/a gli/le, oltre a metterlo/la seriamente in pericolo di morte, gli/le stai facendo respirare, infettandogli/le i polmoni, gas di scarico, benzina bruciata, idrocarburi volatili; gli/le stai alterando la sua pressione sanguigna, gli/le stai potenzialmente otturando le vie respiratorie, gli/le stai bruciando lo stomaco, gli occhi; gli/le stai distruggendo i timpani, infettando le ossa, infiammando il cervello. Non Ti hanno spigato che il pericolo sulla moto è costante?! La crudeltà non sarebbe così bonaria se TU avessi la capacità di capire che il bambino o la bambina è costantemente, ribadisco ancora, in pericolo di MORTE. STUPIDO, non portarlo/la più con te! [+Blogger]

appello sos acqua

Nel cuore di questa estate torrida e di questa terra calabra, lavorando con i giovani nelle cooperative del vescovo Brigantini (Locride) e dell’Arca di Noè (Cosenza ), mi giunge, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che il governo Berlusconi sancisce la privatizzazione dell’acqua. Infatti il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti che nel comma 1 afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Tutto questo con l’appoggio dell’opposizione, in particolare del Pd, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta. (Una decisione che mi indigna ma non mi sorprende, vista la risposta dell’on. Veltroni alla lettera sull’acqua che gli avevo inviata durante le elezioni!). Così il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione, ha decretato che l’Italia è oggi tra i paesi per i quali l’acqua è una merce.
Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con tanti amici, con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale dell’ acqua… queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male. Questo è un tradimento da parte di tutti i partiti! Ancora più grave è il fatto, sottolineato dagli amici R. Lembo e R. Petrella, che il “Decreto modifica la natura stessa dello Stato e delle collettività territoriali. I Comuni, in particolare, non sono più dei soggetti pubblici territoriali responsabili dei beni comuni, ma diventano dei soggetti proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati, per cui il loro primo dovere è di garantire che i dividendi dell’impresa siano i più elevati nell’interesse delle finanze comunali”.
Ci stiamo facendo a pezzi anche la nostra costituzione! Concretamente cosa significa tutto questo? Ce lo rivelano le drammatiche notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina) dimostrandoci quello che avviene quando l’acqua finisce in mano ai privati. Acqualatina (Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua ha il 46,5 % di azioni), che gestisce l’acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%! Oltre quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le bollette ad Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza quella degli amici di Aprilia contro Acqualatina! Ora nel cuore dell’estate, Acqualatina manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori o ridurre il flusso dell’acqua. Tutto questo con l’avallo del Comune e della provincia di Latina! L’obiettivo? Costringere chi contesta ad andare allo sportello di Acqualatina per pagare. È una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli! L’estate porta brutte notizie anche dalla mia Napoli e dalla regione Campania.
L’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Cardillo, lancia una proposta che diventerà operativa nel gennaio 2009. L’Arin, la municipalizzata dell’acqua del Comune di Napoli, diventerà una multi-servizi che includerà Napoligas e una compagnia per le energie rinnovabili. Per far digerire la pillola, Cardillo promette una “Robintax” per i poveri (tariffe più basse per le classi deboli). Con la privatizzazione dell’acqua si creano necessariamente cittadini di seria A (i ricchi) e di serie B (i poveri), come sostiene l’economista M. Florio dell’università degli studi di Milano.
Sono brutte notizie queste per tutto il movimento napoletano che nel 2006 aveva costretto 136 comuni di ATO 2 a ritornare sui propri passi e a proclamare l’acqua come bene comune. Invece dell’acqua pubblica, l’assessore Cardillo sta forse preparando un bel bocconcino per A2A (la multiservizi di Brescia e Milano ) o per Veolia, qualora prendessero in mano la gestione dei rifiuti campani? Sarebbe il grande trionfo a Napoli dei potentati economico-finanziari. A questo bisogna aggiungere la grave notizia che a Castellamare di Stabia (un Comune di centomila abitanti della provincia di Napoli ) 67 mila persone hanno ricevuto, per la prima volta, le bollette dalla Gori, (una SPA di cui il 46% delle azioni è di proprietà dell’Acea di Roma). Questo in barba alle decisioni del Consiglio Comunale e dei cittadini che da anni si battono contro la Gori, che ormai ha messo le mani sui 76 Comuni Vesuviani (da Nola a Sorrento). “Non pagate le bollette dell’acqua!”, è l’invito del Comitato locale alle famiglie di Castellamare. Sarà anche qui una lotta lunga e difficile, come quella di Aprilia. Mi sento profondamente ferito e tradito da queste notizie che mi giungono un po’ dappertutto. Mi chiedo amareggiato:” Ma dov’è finita quella grossa spinta contro la privatizzazione dell’acqua che ha portato alla raccolta di 400 mila firme di appoggio alla Legge di iniziativa popolare sull’acqua? Ma cosa succede in questo nostro Paese? Perché siamo così immobili? Perchè ci è così difficile fare causa comune con tutte le lotte locali, rinchiudendoci nei nostri territori?
Perché il Forum dell’acqua non lancia una campagna su internet, per inviare migliaia di sollecitazioni alla Commissione Ambiente della Camera dove dorme la Legge di iniziativa popolare sull’acqua? Non è giunto il momento di appellarsi ai parlamentari di tutti i partiti per far passare in Parlamento una legge-quadro sull’acqua? Dobbiamo darci tutti una mossa per realizzare il sogno che ci accompagna e cioè che l’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestita dalle comunità locali con totale capitale pubblico, al minor costo possibile per l’utente, senza essere S.P.A . “L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne “illecito” profitto - ha scritto l’arcivescovo emerito di Messina G. Marra. Pertanto si chiede che venga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubblica, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile.”
Quando ascolteremo parole del genere dalla Conferenza Episcopale Italiana? Quand’è che prenderà posizione su un problema che vuole dire vita o morte per le nostre classi deboli ma soprattutto per gli impoveriti del mondo? (Avremo milioni di morti per sete!) È quanto ha affermato nel mezzo di questa estate, il 16 luglio, il Papa Benedetto XVI: “Riguardo al diritto all’acqua, si deve sottolineare anche che si tratta di un diritto che ha un proprio fondamento nella dignità umana. Da questa prospettiva bisogna esaminare attentamente gli atteggiamenti di coloro che considerano e trattano l’acqua unicamente come bene economico.” Quand’è che i nostri vescovi ne trarranno le dovute conseguenze per il nostro paese e coinvolgeranno tutte le parrocchie in un grande movimento in difesa dell’acqua? L’acqua è vita. “L’acqua è sacra, non solo perché è prezioso dono del Creatore - ha scritto recentemente il vescovo di Caserta, Nogaro - ma perché è sacra ogni persona, ogni uomo, ogni donna della terra fatta a immagine di Dio che dall’acqua trae esistenza, energia e vita”.
Sull’acqua ci giochiamo tutto! Partendo dal basso, dalle lotte in difesa dell’acqua a livello locale, dobbiamo ripartire in un grande movimento che obblighi il nostro Parlamento a proclamare che l’acqua non è una merce, ma un diritto di tutti. Diamoci da fare perché vinca la vita! [Alex Zanotelli]