omosanità
un inverno clamoroso
[a]social card
precarietà sotto assedio
Attualmente quali sono le tue impressioni sul mondo lavorativo? Disastrose e apocalittiche, non solo per la disperazione che ti raggiunge continuamente ma per tutto quello che ne consegue sia sotto il profilo privato che sociale. Cosa intendi? Mi spiego meglio. Già abitare da queste parti è un’etichetta ben precisa, poi dover letteralmente “elemosinare” e ringraziare quando per caso riesci a trovare un lavoro - non so se mi spiego bene - credo che questo sia, per la stabilità mentale, una dissociazione. Lavori? Si. Precario da 5 anni contro ogni legge e norma, ti scaricano da una ditta all’altra e viceversa così non solo aumentano fittiziamente il numero degli occupati ma continuano anche indisturbati a tenerti al “guinzaglio”. Perché ti riferivi alla dissociazione? Mi sento un dissociato… chi ti dà questo lavoro dovrebbe vergognarsi!, invece capita che ti vergogni tu per non essere capace di farti “passare” full time. Nel momento in cui ti rinnovano un contratto a progetto, un secondo dopo ritorni a pensare che non puoi e non devi progettare la tua vita, e non puoi neanche venderti le tue vergogne. Laureato con lode e master, ritorni ad essere nulla, sei uno che deve continuamente “copiare e incollare”, eseguire automaticamente tralasciando la creatività e l’armonia lavorativa. Questo ti fa sentire dissociato… anche se molti vivono la tua stessa realtà? Non è solo questo. Una persona un po’ più fragile, magari che non ha una famiglia che lo può aiutare, rischia di sentirsi isolato, pensare che la pensione di vecchiaia sia utopia, è assurdo, solo i paesi più arretrati vivono queste ingiustizie, anzi oggi in Italia c’è più arretratezza di alcune parti dell’Africa, dove molti intellettuali che prima avevano lasciato le loro case adesso stanno ritornando portando innovazioni e lavoro indeterminato. Vai in africa? Ci sto pensando. A parte gli scherzi, sarebbe stupido chiederti i disagi più fastidiosi? No, non lo è. Non sono i soldi! Con 800 euro a mese ti assicuro che non senti un disagio monetario, sono così pochi che questa differenza ti sfugge. Quello che è più fastidioso, come dici tu, è la dissociazione che ti porta a vivere in uno stato di confusione gratuita. Confusione gratuita? …un termine che ho coniato io, spero che mi daranno il nobel. Sì, in quest’epoca vivere nel rione, a Napoli ecc, ti crea una certa [in]definizione che ti fa confondere le idee. Ad esempio, vivo in una costante e crescente paura della morte, anzi a volte confondo la vita e la morte e spesso quando mi sveglio credo di essere vivo nel sogno oppure morto nella realtà. Cosa? In verità (spero che questa sia la verità), vivendo la mia vita in modo precario, non riesco più a vivere una vita stabile. Ho paura che mi possa venire qualche malattia, ho paura che possa morire una persona cara, ho paura degli altri e forse anche di me stesso. La precarietà lavorativa mi fa vivere anche la precarietà percettiva, uditiva, sensoriale, tattile… ecco la confusione gratuita detta anche dissociazione.
comunicare?
Il Post di cui sotto parla dell’iniziativa dei cittadini del rione Sanità di conversare, scrivere, comunicare, far vedere e farsi vedere tramite facebook. L’argomento è diventato piuttosto complesso visto i numerosi studi su internet e le moltissime tesi a riguardo. Sociologi ed antropologi parlano di una nuova fenomenologia ascritta ai rapporti “liquidi”. Si parla di nuovo esibizionismo, di perdita di tempo e spreco per la complessità celebrale e di invecchiamento precoce stando seduto tutto il giorno davanti ad un computer. C’è chi in vece loda questo tipo di comunicazione semplice, diretta e soprattutto che informa pluralmente… visti i tempi che corrono. Questa la tesi della redazione. Attualmente c’è la possibilità di conoscere molto più velocemente le cose, ossia quello che succede nel mondo. Il blog del rione fa conoscere il quartiere più velocemente e con poco spreco di risorse ed energia.
Lo stare insieme è prerogativa dell’uomo, dell’essere umano che si accoppia e si riproduce. Il successo di internet non è solo dovuto al fatto che tutti possono dire, possono fare, possono pubblicare e farsi vedere, d’altronde quando è nata l’area web le argomentazioni erano che, proprio grazie al computer, ci si poteva celare, nascondere vivendo una, dieci, cento, mille vite. Oggi qualcosa è cambiato: c’è un “grande fratello” che oltrepassa la tesi orwelliana e quella dei media, minacciando quest’ultimi e tenendoli, per certi aspetti, sotto controllo. Il voler comunicare e farsi sentire, è condizione basilare e di una naturale espressione dell’essere e del divenire. Non è la condizione di apparire, o per lo meno non quella principale, che ci introduce nel mondo degli altri, del sapere anche le piccole cose. La diceria, a Napoli volgarmente si dice n’ciuci, è condizione naturale che spinge gli esseri all’unione, alla solidarietà, qualcuno potrebbe dire al socialismo…
In un mondo sempre più diviso tra l’individualismo e la costrizione, l’evasione che trasforma i rapporti materiali in rapporti liquidi è un modo per ritornare alla solidarietà, intessendo relazioni reciproche e di aiuto. È straordinario: andate su qualche blog o forum e chiedete aiuto per qualsiasi cosa. Saranno centinaia le persone che cercheranno di risolvervi il problema. Ed è proprio partendo da quest’esempio che la nostra tesi prende corpo e si consolida.
Attualmente si possono combattere le ingiustizia medianiche. Attenzione non dobbiamo diventare “comunicazione di nicchia” altrimenti rischiamo di leggerci soltanto e di tesserci le lodi di un qualcosa che non supererà il nostro naso. La nostra deve essere una partecipazione attiva e costante avendo la capacità di smuovere nel momento opportuno le coscienze e le alternative. Non aspettiamo che siano gli altri a denunciare. Oggi i potenti hanno paura di internet, dei blogger, di chi ha intenzione di comunicare con le masse senza essere criptato, ecco perché vogliono regolamentare quest’area. Ricordiamo che solo la Cina e qualche altro piccolo staterello dell’universo, se non mi sbaglio Marte e Uranio, impediscono di dialogare liberamente obbligando gli internauti ad accettare condizioni illiberali e anacronistiche. [+Blogger]
i soldi scec
Viviamo un paradosso inaccettabile: abbiamo tantissimo lavoro da fare e da dare, e tantissimi disoccupati, anche organizzati, ma di fatto sono disorganizzati perché sono solo strumentalizzati dalla politica per qualche voto al momento giusto. Il lavoro e il lavoratore non si incontrano perché “non ci sono i soldi”. Per la precisione non ci sono soldi-€uro, perché si possono usare i soldi SCEC per aumentare il potere d'acquisto degli €uro. Usare lo SCEC è un patto di solidarietà tra commercianti e consumatori; è un accordo di accettare e spendere gli SCEC insieme agli €uro (in percentuale)
L'associazione Masaniello (salita Tarsia 134 - 0810785337) ha creato gli SCEC. È tutto gratuito. L'unico prezzo è il proprio aiuto a dare valore agli SCEC, per non farci rubare la nostra economia da supermercati, assessori comunali doppiogiochisti e saccheggiatori vari.I centri commerciali devo essere le città i centri storici non colate di cemento sugli assi di supporto stradali. [dr. Luca Vannetiello]
facebook e sanità
napoli soccer
Il rione sanità potrebbe essere uno dei luoghi più ricchi del mondo come buona parte dell’Africa. Gli ipogei di via Cristallini, il Cimitero delle Fontanelle, le cavità greco/romane… le miniere africane… la ricchezza del sottosuolo è univoca. Secoli di storia e di arte sono passati e vivono attualmente in questo rione lasciando tracce indelebile, anche se l’amministrazione sembra non accorgersi tirando le fila per altre raccomandazioni. Il premio Napoli ha scelto la location Sanità per i suoi intellettuali, noi dovevamo sputarci sopra e cacciarli via perché pur sapendo, quest’ultimi, non hanno la forza di commentare né agire. La rabbia è assuefatta dalla bandiera bianca azzurra, un calcio al pallone ed un urlo inverosimile che eietta veleno da uno stomaco marcio. Forza Napoli, continua a zittirci tutti con le tue magie, proiettaci tra il dormiveglia e la finzione, dacci la forza di volare cantando un inno catastrofico. La volontà di riportare questa squadra in serie C è la stretta conseguenza di rivedere il disagio, la precarietà, l’inconsistenza e il marciume. Un Napoli forte ci riscatta da ogni paura e da ogni delusione. Si muore di tumore anche se ci ricordiamo che solo la nostra squadra sa pigliat ‘a Maradona. [+Blogger]
il comune nega lo sconto
no felix
Unico interlocutore politico è stato l’assessore regionale Corrado Gabriele, che si è reso disponibile a comperare l’ex cinema Felix, in nome della regione con i soldi della UE. Abbiamo propiziato un incontro ufficiale fra l’assessore e il proprietario dell’ex-cinema Felix, Antonio Cristiano , che ha accettato di venderlo. Purtroppo da parte di Corrado Gabriele non sono seguiti i fatti e il proprietario ha continuato i lavori per trasformare il “Felix” in Supermercato. Tutti i nostri sforzi sono stati inutili. Ci sentiamo tutti traditi dalle autorità competenti, in particolare dagli assessori comunali competenti e da Corrado Gabriele. E, beffa delle beffe, il 18 settembre, giorno dell’inaugurazione del supermercato,il consiglio regionale deliberava l’acquisto del “Felix”! Ancora più raccapricciante è che i soldi della UE ci sono. Anzi ho saputo, da fonti attendibili, che il 50% dei Fondi UE ( fondi destinati alla regione Campania), saranno restituiti a fine anno a Bruxelles, perché non utilizzati!! Tutto questo è uno scandalo enorme che rivela una classe politica che favorisce i ricchi a spese delle classi più deboli. Nel nostro caso, saranno i piccoli commercianti del Rione Sanità che pagheranno la bolletta per l’apertura del supermercato. Seguendo questa politica l’Italia è arrivata ad avere, secondo il rapporto Caritas, sette milioni e mezzo di cittadini con un reddito di 500-600 euro al mese occupando il quinto posto mondiale per disparità di redditi (dati OCSE). E questo grazie a scelte come questa del supermercato alla Sanità ,frutto di una classe politica funzionale ai potentati economico-finanziari. Non è così che Napoli rinascerà! [alex zanotelli]
trailer "i moti spontanei"
Napoli ospita il 1° Festival dei Diritti Umani.
In collaborazione con il festival di Buenos Aires,
il giorno 15/11/2008, la Rete Sanità
PRESENTA
“I MOTI SPONTANEI”
Con la partecipazione straordinaria di Alex Zanotelli, il film racconta i mille volti “invisibili” della gente del rione Sanità. Storie di uomini e di donne che si organizzano ridando vita alla loro dignità; storie di movimenti “immateriali” che insorgono nella quotidianità, storie di gruppi e di singoli, di teatro e di malattia. Il film racconta dal di “dentro” il vissuto di un quartiere popolare che opera nell’ambiente urbano, occupa le piazze e lavora nell’indifferenza.
Per tutte le informazioni sul 1° festival dei diritti umani:
http://www.cinemaediritti.org/
Piazzetta san Vincenzo (cavone alla Sanità) ex Chiesa di Padre Ciccone
ore 17.00 - Ingresso Gratuito
l'altra sanità
sanità e spazzatura
SCENDENDO POI NEI PARTICOLARI, ha tenuto a sottolineare che i contenitori dedicati alla differenziata non sono ben identificabili, non sono in numero sufficiente, non prevedono la raccolta dell’umido e della carta, in una piazza che è dedicata quotidianamente a mercato (VERGINI).
Pare che l’affare lo abbia fatto la ditta ORAM, fornitrice dei contenitori, che sembra possa fare risalire la sua proprietà all’ex vice commissario ai rifiuti Ciro Turiello, già amministratore ASIA.
Ma anche l’ASIA ha i suoi vantaggi (questo lo dico io!), visto che gestirà con la società “colonizzatrice” A2A l’inceneritore di Acerra al quale non farà mancare combustibile.
In pratica quello che noi, come cittadini, andiamo da tempo dicendo è stato confermato da uno esperto, la differenziata non la si vuol fare, soprattutto nei quartieri popolari di Napoli.
Non è vero che mancano i soldi e/o i mezzi, infatti il CONAI mette a disposizione sia gli uni che gli altri, solo a patto che i progetti siano condivisi, ma soprattutto seri.
Bisogna che questa denuncia sia conosciuta da tutti, ma soprattutto vediamo di organizzare noi un piano autonomo con l’aiuto del CONAI, contro l’ASIA e contro Bertolaso (ed il suo compagno di merende Giannini). Se prendiamo, come cittadini, noi in mano la faccenda certamente potremo risolvere forse i nostri problemi. - Sergio de Stasio
P.S. La raccolta differenziata si dice che è stata estesa alla Sanità, con ciò noi intendiamo un intero quartiere storico, l’ASIA intende solo la strada principale, appunto via Sanità, ma fa credere a tutti che ha investito un intiero quartiere. [mail arriavta in redazione il giorno 15/10/'08]
l'altro spazio
A nostro parere nelle Istituzioni locali crediamo ci siano abbastanza persone oneste che, ad un certo punto, vengono irretiti in questa traccia indelebile di favoritismi e clientelismi, a volte demotivati e mortificati nella loro professionalità. Basti pensare allo scandalo delle emittenti private per avere un esempio calzante. Le nostre osservazioni sono contro quelli che imbrogliano regolarmente, quelli che, pur essendo condannati sporgono denuncia per diffamazione, quelli che minacciano azioni legali per offesa alla buona fede, quelli che si sentono, o dicono di sentirsi, perseguitati senza mai essere andati in galera. In realtà ci assillano tutti quei camorristi indefiniti, quelli che non si espongono, gente che guadagna milioni di euro facendosi prestare un nome e/o corrompendo con la forza del denaro e della persuasione. Non difendiamo l’alta camorra o la bassa manovalanza: essa è condannabile comunque perché oltre a far del male a gli altri fa male a se stessa e a tutti quelli che intorno la seguono. Quando si arrestano i capi mafiosi il problema non è farli pentire per poi arrestare esponenti e malavitosi (essa deve essere la norma), la questione invece è riuscire a controllare quello spazio, di cu sopra, che giace nell’ombra tra un eletto di turno e un venditore fallito, tra un professionista oratore e un nullafacente, tra un manager corrotto e un lavoratore stanco.
Questi esempi sono estremi e sintetici, per questione di spazio non possiamo farne altri, ma ci aiutano a comprendere che la sottrazione degli spazi, la sperequazione economica, l’indifferenza istituzionale, la mancanza di sensibilità pubblica ecc, ecc, sono i punti che nell’immediato andrebbero analizzati e studiati più a fondo. Nel rione Sanità, circa 70mila anime su cinque chilometri quadrati, manca una scuola media inferiore, un ufficio postale, un asilo nido, (e per creare un po’ di lusso), una biblioteca, un cinema, un teatro… in un quartiere dove si contano numerose bellezze storiche e artistiche la sottrazione degli spazi pubblici (che riteniamo di centrale importanza) è l’elemento fondante che evidenza la debolezza culturale riducendo l’immagine fattiva a mera sostanza oziosa. [+Blogger, Mauro ‘o Romano]
viaggiare: massima espressione
Cartagena, una delle città più turistiche del mondo, in Colombia, vive una situazione di povertà estrema e dietro le abitazioni di 3000 euro al mq. si nasconde un turismo sessuale che coinvolge bambine e bambini senza distinzione d’età (anche se quest’ultima affermazione, naturalmente, non giustifica l’atto). Sono soprattutto spagnoli e italiani che chiedono di avere rapporti sessuali con bambine vergini di appena 12 e 13 anni… quando non sono più piccole.
Una parte della Cambogia è stata, e continua ad essere, svenduta. L’arcipelago è nelle mani di grossi magnati della finanza. E così interi villaggi di pescatori autoctoni, come koh Tonsay, koh Puos, koh Tao, vengono forzatamente distrutti e rasi al suolo per lasciar posto ai centri turistici. Si butta volontariamente fuori gente che vive nei luoghi per costruire residence per turisti russi, tedeschi, francesi…
Nella Repubblica Domenicana, dove si va per fare una buona vacanza e per rilassarsi dopo un anno di lavoro, migliaia di haitiani sono costretti a lavorare in condizioni disumane. Fanno i muratori, gli imbianchini e manovali sottopagati: una camera, costruita da questi nuovi schiavi, può costare anche 10.000 euro a notte. Intere spiagge, barriere coralline, vegetazione naturale espropriate per costruirci “scenari sottomari”, lussuosi bungalow con vasche idromassaggi con tanto di letto a baldacchino e “steward” di turno.
Oggi il sud America è ambito da tutti i tour operator del mondo, nei volti di chi visita questi luoghi, l’immagine rimane impressa per le bellezze naturali che si possono notare: in Messico, in Guatemala, in Cile, nel Nicaragua, in Argentina, in Colombia. Ognuno di questi paesi ha sofferto e visto morire milioni di donne, uomini e bambini. Espropri di massa con impiccagioni, stermini, violenze gratuite e torture collettive.
Ancora in Brasile i bambini per strada vengono assassinati dalla polizia solo perchè vivono inalando colla e chiedendo la carità. Anche quest’ultima Nazione sta per svendere le proprie coste: nasceranno alberghi a 5 stelle. Tutto questo non è ancora finito visto che i continui soprusi da parte di multinazionali e padroni di turno continua indisturbato in nome di una economia che sta impazzendo nella sua assurdità.
Un ultimo esempio particolare e allo stesso tempo tragico. I Mapuce, nel sud dell’Argentina, vengono continuamente espropriate delle loro case e dei loro terreni. Un’antica popolazione di circa 100 abitanti: per di più donne e uomini anziani, gente pacifica che intende l’economia come equilibrio verso la natura e non come sfruttamento indiscriminato. I Mapuce, per di più anziani e bambini, stanno combattendo contro la United Colors of Benetton che da anni cerca di trasformare le loro case in un centro di accoglienza per i sceicchi turno.
Nel rione Sanità stano cercando di fare la stessa cosa, in situazioni differenti naturalmente, con l’appropriazione indiscriminata del Cimitero delle Fontanelle. [+Blogger]
...almeno proviamoci
Il problema del supermercato ex-felix, quello del Cimitero delle Fontanelle, del traffico e della camorra… questo non toglie niente al fatto che per l’ennesima volta la gente dei quartieri “ghetti” parlano, protestano, si lamentano ma nessuno in realtà li ascolta seriamente. Questo del Superò, come del resto per tutte le altre questioni, è ancora più grave perché qualcuno (gli Assessori Comunali) ha fatto finta di sentire e di prendere in considerazione la questione. Attualmente non ascoltare è sinonimo di inettitudine puerile che trasforma ogni incompetenza in genialità. C’è una certa sottomissione nel pensare l’altro come singolo che compone una comunità e la rende visibile. Oggi è visibile solo chi sta in televisione o chi è riconosciuto pubblicamente: in effetti, chi parla pubblicamente o in tv è ascoltato comunque da centinaia, migliaia, milioni di persone; questo può significare che la quantità di persone che guardano il teleschermo giustificano impropriamente (in tutto o in parte) i concetti espressi; questi concetti quasi automaticamente poi vengono legittimati. Naturalmente, e per fortuna non è sempre così, sappiamo quanta influenza hanno i midia sulla nostra esistenza. Ritornando al discorso di prima, è questa forma di legittimità che va rivista e combattuta. Non va abbattuta la legittimità di chi protesta ad alta voce, fa rumore, si altera per ribadire un malessere che minaccia la società, va abbattuto invece l’inettitudine, il qualunquismo, l’individualismo becero che alimenta la malavita e minaccia la società civile. Proviamo a fare un esempio: il calcio la domenica. Proviamo a fare una legge che proibisce di giocare a pallone… bene, credo che molti italiani soffrirebbero di un malessere invisibile. Ma la legittimità di guardare i proprio beniamini in tv o allo stadio nasce dal consenso generale che nell’”invisibilità” non riesce a comprendere che bisogna sentirsi allo stesso modo (una schifezza) anche per la legge che prevede il contratto a progetto, oppure per il fatto che l’affitto di una appartamento, nelle grandi città, è salito vertiginosamente. Questa forma di consenso al contrario è tipico di quest’epoca, finita quella materialistica, siamo passati al’epoca "mediatistica" fatta di consensi virtuali e irriflessivi. Internet è ancora per pochi eletti e i grandi network predispongono per il meglio/peggio le vendite pubblicitarie. Quindi, noi del rione Sanità, (ma non siamo i soli) siamo stati venduti, al pari di come si vende una pubblicità, al migliore offerente. Oggi il supermercato, domani i Cimitero delle Fontanelle, la Scuola Caracciolo, i palazzi del Sanfelice, il parco San Gennaro. Noi del quartiere Sanità dobbiamo essere la parte attiva, quelli che gli altri non si aspettano, e portare avanti l’idea di sradicare questa forma di legittimità, forma che per altro si manifesta attraverso una sottile costruzione sociale alimentando l’inettitudine e la passività visiva. Mi rendo conto che è arduo e difficile da attuare… almeno proviamoci! [+Blogger]
auguri
Capisco che in tempi dove l’economico ha saturato e distrutto tutti i campi del sociale le scelte, in relazione a queste ultime strutture, non potevano essere diverse visto che l’ennesimo impianto supermoderno ha proiettato ancora una volta il quartiere in un futuro ricco di ancestrali superstizioni. (Aura Sacra Fames) +Blogger
bambini sulle Moto
La domanda che poniamo a questi ottusi irresponsabili è questa: ma quando TU decidi di portare un/a bambino/a in giro per il quartiere sulla TUA bella moto o scooter che sia, se pur non vuoi tener presente che le strade sono scassate, il rione è molto trafficato, la velocità non è limitata, le auto non rispettano segnali o altro (perché non ci sono, oppure sono scompari con il tempo), non hai per niente capito che quest’atto è di una crudeltà inaudita? A quel/la bambino/a gli/le, oltre a metterlo/la seriamente in pericolo di morte, gli/le stai facendo respirare, infettandogli/le i polmoni, gas di scarico, benzina bruciata, idrocarburi volatili; gli/le stai alterando la sua pressione sanguigna, gli/le stai potenzialmente otturando le vie respiratorie, gli/le stai bruciando lo stomaco, gli occhi; gli/le stai distruggendo i timpani, infettando le ossa, infiammando il cervello. Non Ti hanno spigato che il pericolo sulla moto è costante?! La crudeltà non sarebbe così bonaria se TU avessi la capacità di capire che il bambino o la bambina è costantemente, ribadisco ancora, in pericolo di MORTE. STUPIDO, non portarlo/la più con te! [+Blogger]
appello sos acqua
Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con tanti amici, con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale dell’ acqua… queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male. Questo è un tradimento da parte di tutti i partiti! Ancora più grave è il fatto, sottolineato dagli amici R. Lembo e R. Petrella, che il “Decreto modifica la natura stessa dello Stato e delle collettività territoriali. I Comuni, in particolare, non sono più dei soggetti pubblici territoriali responsabili dei beni comuni, ma diventano dei soggetti proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati, per cui il loro primo dovere è di garantire che i dividendi dell’impresa siano i più elevati nell’interesse delle finanze comunali”.
Ci stiamo facendo a pezzi anche la nostra costituzione! Concretamente cosa significa tutto questo? Ce lo rivelano le drammatiche notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina) dimostrandoci quello che avviene quando l’acqua finisce in mano ai privati. Acqualatina (Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua ha il 46,5 % di azioni), che gestisce l’acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%! Oltre quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le bollette ad Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza quella degli amici di Aprilia contro Acqualatina! Ora nel cuore dell’estate, Acqualatina manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori o ridurre il flusso dell’acqua. Tutto questo con l’avallo del Comune e della provincia di Latina! L’obiettivo? Costringere chi contesta ad andare allo sportello di Acqualatina per pagare. È una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli! L’estate porta brutte notizie anche dalla mia Napoli e dalla regione Campania.
L’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Cardillo, lancia una proposta che diventerà operativa nel gennaio 2009. L’Arin, la municipalizzata dell’acqua del Comune di Napoli, diventerà una multi-servizi che includerà Napoligas e una compagnia per le energie rinnovabili. Per far digerire la pillola, Cardillo promette una “Robintax” per i poveri (tariffe più basse per le classi deboli). Con la privatizzazione dell’acqua si creano necessariamente cittadini di seria A (i ricchi) e di serie B (i poveri), come sostiene l’economista M. Florio dell’università degli studi di Milano.
Sono brutte notizie queste per tutto il movimento napoletano che nel 2006 aveva costretto 136 comuni di ATO 2 a ritornare sui propri passi e a proclamare l’acqua come bene comune. Invece dell’acqua pubblica, l’assessore Cardillo sta forse preparando un bel bocconcino per A2A (la multiservizi di Brescia e Milano ) o per Veolia, qualora prendessero in mano la gestione dei rifiuti campani? Sarebbe il grande trionfo a Napoli dei potentati economico-finanziari. A questo bisogna aggiungere la grave notizia che a Castellamare di Stabia (un Comune di centomila abitanti della provincia di Napoli ) 67 mila persone hanno ricevuto, per la prima volta, le bollette dalla Gori, (una SPA di cui il 46% delle azioni è di proprietà dell’Acea di Roma). Questo in barba alle decisioni del Consiglio Comunale e dei cittadini che da anni si battono contro la Gori, che ormai ha messo le mani sui 76 Comuni Vesuviani (da Nola a Sorrento). “Non pagate le bollette dell’acqua!”, è l’invito del Comitato locale alle famiglie di Castellamare. Sarà anche qui una lotta lunga e difficile, come quella di Aprilia. Mi sento profondamente ferito e tradito da queste notizie che mi giungono un po’ dappertutto. Mi chiedo amareggiato:” Ma dov’è finita quella grossa spinta contro la privatizzazione dell’acqua che ha portato alla raccolta di 400 mila firme di appoggio alla Legge di iniziativa popolare sull’acqua? Ma cosa succede in questo nostro Paese? Perché siamo così immobili? Perchè ci è così difficile fare causa comune con tutte le lotte locali, rinchiudendoci nei nostri territori?
Perché il Forum dell’acqua non lancia una campagna su internet, per inviare migliaia di sollecitazioni alla Commissione Ambiente della Camera dove dorme la Legge di iniziativa popolare sull’acqua? Non è giunto il momento di appellarsi ai parlamentari di tutti i partiti per far passare in Parlamento una legge-quadro sull’acqua? Dobbiamo darci tutti una mossa per realizzare il sogno che ci accompagna e cioè che l’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestita dalle comunità locali con totale capitale pubblico, al minor costo possibile per l’utente, senza essere S.P.A . “L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne “illecito” profitto - ha scritto l’arcivescovo emerito di Messina G. Marra. Pertanto si chiede che venga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubblica, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile.”
Quando ascolteremo parole del genere dalla Conferenza Episcopale Italiana? Quand’è che prenderà posizione su un problema che vuole dire vita o morte per le nostre classi deboli ma soprattutto per gli impoveriti del mondo? (Avremo milioni di morti per sete!) È quanto ha affermato nel mezzo di questa estate, il 16 luglio, il Papa Benedetto XVI: “Riguardo al diritto all’acqua, si deve sottolineare anche che si tratta di un diritto che ha un proprio fondamento nella dignità umana. Da questa prospettiva bisogna esaminare attentamente gli atteggiamenti di coloro che considerano e trattano l’acqua unicamente come bene economico.” Quand’è che i nostri vescovi ne trarranno le dovute conseguenze per il nostro paese e coinvolgeranno tutte le parrocchie in un grande movimento in difesa dell’acqua? L’acqua è vita. “L’acqua è sacra, non solo perché è prezioso dono del Creatore - ha scritto recentemente il vescovo di Caserta, Nogaro - ma perché è sacra ogni persona, ogni uomo, ogni donna della terra fatta a immagine di Dio che dall’acqua trae esistenza, energia e vita”.
Sull’acqua ci giochiamo tutto! Partendo dal basso, dalle lotte in difesa dell’acqua a livello locale, dobbiamo ripartire in un grande movimento che obblighi il nostro Parlamento a proclamare che l’acqua non è una merce, ma un diritto di tutti. Diamoci da fare perché vinca la vita! [Alex Zanotelli]
ufficio postale
film "maniarte"
Mostra del guanto napoletano ospitata nel Museo Mondragone ai quartieri Spagnoli, (Piazzetta Mondragone, 18). Nel film si possono notare alcune fasi della produzione
Il Film/Convegno è stato presentato nel mese di Novembre 2007
un rione ricco di guantai
La particolarità di tale lavoro stava nel fatto che famiglie intere tagliavano, cucivano, ricamavano la pelle che poi veniva trasformato in guanti ed esportato in Inghilterra, Germania, Stati Uniti. Il concetto di parentela lavorativa era attraversato da nuclei di solidarietà domestica scissa tra l'economia di sussistenza e un vero e proprio percorso manageriale. Una sola famiglia, come esempio nel rione, la famiglia Fiorillo, facevano lavorare oltre 100 persone alle loro dipendenze, perlopiù familiari e conoscenti che nella cerchia operativa ricoprivano ruoli come tagliatore, ricamatore, cucitrice. Le storie di queste famiglie si alternano attraverso un linguaggio che esprime passione, un linguaggio dialettico come "'e furchett, 'o scollett," un linguaggio nostalgico di momenti passati e di ricordi "sbiaditi" da un mito che ha svuotato l'arte del guantaio attraverso un fantomatico posto statale. La crisi delle esportazioni dovuta soprattutto al sud est asiatico e il già citato posto fisso, hanno contribuito a distruggere questo mestiere, sfaldando maggiormente quello che più di ogni altro caratterizzava la qualità del prodotto: la manifattura. I più bravi guatai del mondo erano (e sono) i napoletani, contesi solo dai francesi. La congiuntura economica sfavorevole aveva costretto moltissime famiglie a ritirarsi dalla produzione di guanti, la concorrenza era troppo alta e costi di produzione esorbitanti per una azienda a conduzione familiare. Erano i rapporti umani, di solidarietà e di passione che univa centinaia di persone strette nei presupposti di lavorare in collaborazione. I guanti, prima di essere consegnati avevano (e hanno) bisogno di almeno 25 passaggi di mano. Le famiglie della Sanità avevano imparato a interagire nell’interesse comune e di un lavoro esclusivamente manuale. Nel momento in cui l’industria attraversava e superava i piccoli mestieri, distruggendo anche l’arte dei guantai, quest’ultimi cessarono di essere inventivi, originali, preziosi e raffinati per incominciare a diventare "qualcosa di altro" nelle loro rappresentazioni. Questo diventare era portato alle estreme conseguenze da chi riteneva possibile che una fantomatica industrializzazione potesse sostituire, in tutto o in parte, la capacità di trasferire la conoscenza attraverso il sapere relazionale e di solidarietà.
è al colmo la feccia
Solo falsità l'uno all'altro si dicono:
bocche piene di menzogna,
tutti a nascondere ciò che tramano in cuore.
Come rettili strisciano,
e i più vili emergono,
è al colmo la feccia.
Quando, dopo Korogocho, ho scelto di vivere a Napoli, non avrei mai pensato che mi sarei trovato a vivere le stesse lotte. Sono passato dalla discarica di Nairobi, a fianco della baraccopoli di Korogocho alle lotte di Napoli contro le discariche e gli inceneritori. Sono convinto che Napoli è solo la punta dell'iceberg di un problema che ci sommerge tutti. Infatti, se a questo mondo, gli oltre sei miliardi di esseri umani vivessero come viviamo noi ricchi (l'11% del mondo consuma l'88% delle risorse del pianeta!) avremmo bisogno di altri quattro pianeti come risorse e di altro quattro come discariche ove buttare i nostri rifiuti. I poveri di Korogocho, che vivono sulla discarica, mi hanno insegnato a riciclare tutto, a riusare tutto, a riparare tutto, a rivendere tutto, ma soprattutto a vivere con sobrietà.
E' stata una grande lezione che mi aiuta oggi a leggere la situazione dei rifiuti a Napoli e in Campania, regione ridotta da vent'anni a “sversatoio” nazionale dei rifiuti tossici. Infatti esponenti della camorra in combutta con logge massoniche coperte e politici locali, avevano deciso nel 1989, nel ristorante "La Taverna" di Villaricca", di sversare i rifiuti tossici in Campania. Questo perché diventava sempre più difficile seppellire i nostri rifiuti in Somalia. Migliaia di Tir sono arrivati da ogni parte di Italia carichi di rifiuti tossici e sono stati sepolti dalla camorra nel Triangolo della morte (Acerra-Nola-Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Nord di Napoli) e nelle campagne del Casertano. Questi rifiuti tossici "bombardano" oggi, in particolare i neonati, con diossine, nanoparticelle che producono tumori, malformazioni , leucemie… Il documentario Biutiful Cauntri esprime bene quanto vi racconto. A cui bisogna aggiungere il disastro della politica ormai subordinata ai potentati economici-finanziari. Infatti questa regione è stata gestita dal 1994 da 10 commissari straordinari per i rifiuti, scelti dai vari governi nazionali che si sono succeduti. (E' sempre più chiaro, per me, l'intreccio fra politica, potentati economici-finanziari, camorra, logge massoniche coperte e servizi segreti!). In 15 anni i commissari straordinari hanno speso oltre due miliardi di euro, per produrre oltre sette milioni di tonnellate di "ecoballe", che di eco non hanno proprio nulla: sono rifiuti tal quale, avvolti in plastica che non si possono né incenerire (la Campania è già un disastro ecologico!) né seppellire perché inquinerebbero le falde acquifere. Buona parte di queste ecoballe, accatastate fuori la città di Giugliano, infestano con il loro percolato quelle splendide campagne denominate "Taverna del re".
E così siamo giunti al disastro! Oggi la Campania ha raggiunto gli stessi livelli di tumore del Nord-Est, che però ha fabbriche e lavoro. Noi, senza fabbriche e senza lavoro, per i rifiuti siamo condannati alla stessa sorte. Il nostro non è un disastro ecologico - lo dico con rabbia - ma un crimine ecologico, frutto di decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari. Ne è prova il fatto che Prodi, a governo scaduto, abbia firmato due ordinanze: una che permetteva di bruciare le ecoballe di Giugliano nell'inceneritore di Acerra, l'altra che permetteva di dare il Cip 6 (la bolletta che paghiamo all'Enel per le energie rinnovabili) ai 3 inceneritori della Campania che "trasformano la merda in oro - come dice Guido Viale - quanto più merda , tanto più oro!"
Ulteriore rabbia quando il governo Berlusconi ha firmato il nuovo decreto N. 90 sui rifiuti in Campania. Berlusconi ci impone, con la forza militare, di costruire 10 discariche e quattro inceneritori. Se i 4 inceneritori funzionassero, la Campania dovrebbe importare rifiuti da altrove per farli funzionare. Da solo l'inceneritore di Acerra potrebbe bruciare 800.000 tonnellate all'anno! E' chiaro allora che non si vuole fare la raccolta differenziata, perché se venisse fatta seriamente (al 70 %), non ci sarebbe bisogno di quegli inceneritori. E' da 14 anni che non c'è volontà politica di fare la raccolta differenziata. Non sono i napoletani che non la vogliono, ma i politici che la ostacolano perché devono ubbidire ai potentati economici-finanziari promotori degli inceneritori. E tutto questo ci viene imposto con la forza militare vietando ogni resistenza o dissenso, pena la prigione. Le conseguenze di questo decreto per la Campania sono devastanti. Se tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge (articolo 3 della Costituzione), i Campani saranno meno uguali, avranno meno dignità sociale - così afferma un recente Appello ai Parlamentari Campani. Ciò che è definito "tossico" altrove, anche sulla base normativa comunitaria, in Campania non lo è; ciò che altrove è considerato "pericoloso" qui non lo sarà. Le regole di tutela ambientale e salvaguardia e controllo sanitario, qui non saranno in vigore. La polizia giudiziaria e la magistratura in tema di repressione di violazioni della normativa sui rifiuti, hanno meno poteri che nel resto d'Italia e i nuovi tribunali speciali per la loro smisurata competenza e novità, non saranno in grado di tutelare, come altrove accade, i diritti dei Campani".
Davanti a tutto questo, ho diritto ad indignarmi. Per me è una questione etica e morale. Ci devo essere come prete, come missionario. Se lotto contro l'aborto e l'eutanasia, devo esserci nella lotta su tutto questo che costituisce una grande minaccia alla salute dei cittadini campani. Il decreto Berlusconi straccia il diritto alla salute dei cittadini Campani.
Per questo sono andato con tanta indignazione in corpo all'inceneritore di Acerra, a contestare la conferenza stampa di Berlusconi, organizzata nel cuore del Mostro, come lo chiama la gente. Eravamo pochi, forse un centinaio di persone.(La gente di Acerra, dopo le botte del 29 agosto 2004 da parte delle forze dell'ordine, è terrorizzata e ha paura di scendere in campo). Abbiamo tentato di dire il nostro NO a quanto tava accadendo. Abbiamo distribuito alla stampa i volantini : Lutto cittadino. La democrazia è morta ad Acerra. Ne danno il triste annuncio il presidente Berlusconi e il sottosegretario Bertolaso. Nella conferenza stampa (non ci è stato permesso parteciparvi!) Berlusconi ha chiesto scusa alla Fibe per tutto quello che ha "subito" per costruire l'inceneritore ad Acerra! (Ricordo che la Fibe è sotto processo oggi!). Uno schiaffo ai giudici! Bertolaso ha annunciato che aveva firmato il giorno prima l'ordinanza con la Fibe perché finisse i lavori! Poi ha annunciato che avrebbe scelto con trattativa privata, una delle tre o quattro ditte italiane e una straniera, a gestire i rifiuti. Quella italiana sarà quasi certamente la A2A (la multiservizi di Brescia e Milan) e quella straniera è la Veolia, la più grande multinazionale dell'acqua e la seconda al mondo per i rifiuti. Sarà quasi certamente Veolia a papparsi il bocconcino e così, dopo i rifiuti, si papperà anche l'acqua di Napoli. Che vergogna! E' la stravittoria dei potentati economici-finanziari, il cui unico scopo è fare soldi in barba a tutti noi che diventiamo le nuove cavie. Sono infatti convinto che la Campania è diventata oggi un ottimo esempio di quello che la Naomi Klein nel suo libro Shock Economy, chiama appunto l'economia di shock! Lì dove c'è emergenza grave viene permesso ai potentati economico-finanziari di fare cose che non potrebbero fare in circostanze normali. Se funziona in Campania, lo si ripeterà altrove. (New Orleans dopo Katrina insegna!).
E per farci digerire questa pillola amara, O' Sistema ci invierà un migliaio di volontari per aiutare gli imbecilli dei napoletani a fare la raccolta differenziata, un migliaio di alpini per sostenere l'operazione e trecento psicologi per oleare questa operazione! Ma a che punto siamo arrivati in questo paese!? Mi indigno profondamente! E proclamo la mia solidarietà a questo popolo massacrato! "Padre Alex e i suoi fratelli" era scritto in una fotografia apparsa su Tempi (inserto di La Repubblica). Sì, sono fiero di essere a Napoli in questo momento così tragico con i miei fratelli (e sorelle) di Savignano Irpino, espropriati del loro terreno seminato a novembre, con i miei fratelli di Chiaiano, costretti ad accedere nelle proprie abitazioni con un pass perchè sotto sorveglianza militare.
Per questo, con i comitati come Allarme Rifiuti Tossici, con le reti come Lilliput e con tanti gruppi,continueremo a resistere in Campania. Non ci arrenderemo. Vi chiedo di condividere questa rabbia, questa collera contro un Sistema economico-finanziario che ammazza ed uccide non solo i poveri del Sud del mondo, ma anche i poveri nel cuore dell'Impero. Trovo conforto nelle parole del grande resistente contro Hitler, il pastore luterano danese, Kaj Munk ucciso dai nazisti nel 1944. Qual è dunque il compito del predicatore oggi? Dovrei rispondere: fede, speranza e carità. Sembra una bella risposta. Ma vorrei dire piuttosto: coraggio. Ma no, neppure questo è abbastanza provocatorio per costituire l'intera verità... Il nostro compito oggi è la temerarietà. Perchè ciò di cui come Chiesa manchiamo non è certamente né di psicologia né di letteratura. Quello che a noi manca è una santa collera. Davanti alla Menzogna che furoreggia in questa regione campana, non ci resta che una santa collera. Una collera che vorrei vedere nei miei concittadini, ma anche nella mia Chiesa. I simboli della Chiesa Cristiana sono sempre stati il leone, l'agnello, la colomba e il pesce - diceva sempre Kaj Munk - ma mai il camaleonte. Vi scrivo questo al ritorno della manifestazione tenutasi nelle strade di Chiaiano, contro l'occupazione militare della cava. Invece di aspettare il giudizio dei tecnici sull'idoneità della cava, Bertolaso ha inviato l'esercito per occuparla. La gente di Chiaiano si sente raggirata, abbandonata e tradita. Non abbandonateci. E' questione di vita o di morte per tutti. E' con tanta rabbia che ve lo scrivo. Resistiamo! [alex zanotelli]
il supermercato si farà
azione non violenta
Primo grande intervento della gente che, in nome di una qualcosa di utile che potesse servire al quartiere, costato d’altronde molti soldi, ha sentito la cosa pubblica un bene comune da condividere e sfruttare con la dovuta efficienza. Ma questo è solo uno dei tanti moti che le persone del rione stanno avviando per il recupero del quartiere, delle sua aree, della sua storia e tradizione. Alcune persone (associazione I CARE del rione esperte in materia sottosottosuolo), stanno cercando di parlare con l’assessore Nugnes per la questione Cimitero delle Fontanelle.
Molti si battono per fare in modo che l’ennesimo supermercato non apra in via Sanità. Come da comunicato: “Viva attesa nel rione Sanità per il vertice di domani sera, 1° luglio, alle ore 20,00 presso l’assessorato comunale alle politiche sociali: nel corso dell’incontro l’assessore al ramo, Giulio Riccio, presenterà alla “Rete della Sanità” e al “Centro Commerciale Vergini-Sanità” il progetto, scaturito da una consultazione popolare nel quartiere, dei servizi socio-formativi (probabilmente l’asilo-nido, la ludoteca, un centro di formazione professionale e/o uno sportello-lavoro, un centro di socializzazione per anziani) che andrebbero a sostituire il progettato supermercato a tre piani contestato da una lunga, ininterrotta mobilitazione della cittadinanza del popoloso quartiere di Napoli: siamo alla vigilia di un risultato utile in assenza del quale la mobilitazione andrà a una intensificazione ulteriore”.
E ancora ci battiamo per l’Educandato di via Miracoli (uno stabile di 16mila metri quadri con 250 stanze), chiedendo con forza che vengano riammesse di nuovo sia la scuola elementare che quella media. Nel rione non c'è scuola media inferiore né un asilo nido; ci battiamo per la restituzione della biblioteca (scuola Andrea Anguilli), per l’apertura di un centro polisportivo di accoglienza per gli immigrati e di aggregazione per i giovani. Un territorio largo 5 km quadrati, circa 70mila abitanti, un unico ufficio postale largo poco più di 15mq ci sembra veramente poco. Abbiamo discusso con carabinieri e polizia per un azione pacifica e di controllo nel quartiere, cercando di parlare con tutti e accettando qualsiasi iniziativa e proposta. Tutti possono partecipare ogni martedì alle ore 18,30 nel parco Rita Parisi di via San Gennaro dei Poveri, scrivendo in questo blog e leggendo il sito http://www.rionesanita.org/: ogni consiglio, idea, suggerimento sono donati a tutti attraverso quello che abbiamo definito i moti spontanei del rione Sanità. [+Blogger, Mauro ‘O Romano]